Pepper Grinder: la recensione

Un'avventura piratesca dove trivellare è meglio che rubare! Addentratevi, letteralmente, nel mondo di Pepper e del suo fidato Grinder!

Ogni volta che ci apprestiamo a recensire un titolo di Devolver Digital non possiamo evidenziare come questo publisher sia stato in grado, con un sapiente e certosino lavoro, di ritagliarsi un ruolo davvero importante ed interessante nell’attuale panorama videoludico mondiale. Team di sviluppo ma soprattutto di pubblicazione, sempre rigorosamente focalizzato sulla pletora di creatività interattiva al centro dell’universo indie contemporaneo, questo gruppo di appassionati professionisti è stato in grado di realizzare o scovare, per dar loro il giusto risalto, moltissimi talenti sparsi per il mondo, raccogliendoli sotto l’etichetta Devolver senza mai in alcun modo oscurarne il merito o il lavoro e, anzi, riuscendo sempre a puntare i riflettori su due aspetti primari: originalità e qualità delle creazioni da loro portate in auge presso un pubblico sempre più ampio. Un grande plauso quindi a una realtà sempre più iconica, capace però di non scadere nel tranello celato nel successo ricevuto dal proprio operato: il portafoglio prodotti che passa sotto il loro marchio è infatti sempre sospinto e sostenuto da un’enorme curiosità creativa, complice e motore dei loro stessi traguardi. Come dimostra anche Pepper Grinder.

In questo caso parliamo di un’avventura ricca di azione che guarda con nostalgia ma anche freschezza ai classici platform, seguendo le gesta di Pepper, un’anima marinara con la passione per gli scavi e le scoperte. Armata di Grinder (il suo fidato trapano), il protagonista scava nel terreno e nell’acqua, controlla le macchine e polverizza tutti i nemici che le bloccano la strada per recuperare la sua fortuna perduta, fatta di manufatti perduti e sepolti. Naufragata e derubata del suo tesoro dai malvagi Narlings, Pepper deve esplorare tutti i livelli facendo girare la sua fidata arma per recuperare ciò che i dispettosi avversari le hanno rubato. I progressi di Pepper non saranno però così semplici, poiché esseri misteriosi inizieranno ad emergere dall’ombra…Un presupposto narrativo non originalissimo, ma intrigante nel suo saper mettere in scena un world building semplice, ma efficace, già visto ma trasmesso con adeguata cura in termini audio-visivi richiamando le sensazioni marinaresche e piratesche tipiche delle grandi epopee, aggiungendoci quel pizzico di novità garantita dall’elemento ludico: un mix sempre vincente!

Sì perché, come spesso accade nella maggior parte delle produzioni indie, al centro di tutto rimane proprio la dinamica principale di gioco, fortemente espressa anche dal titolo dell’opera e incentrato sul binomio tra il vostro avatar e il suo armamentario principale. Il personaggio, infatti, si muove e sposta lungo i livelli di gioco grazie alle consuete azioni classiche come la corsa o il salto, ma grazie al mega-trapano con cui è equipaggiata Pepper può fare anche di più, letteralmente attraversando alcuni degli elementi che compongono il quadro. All’interno dei vari scenari, infatti, ci saranno delle zone che sarà possibile scavare, tramite l’utilizzo del movimento rotatorio del vostro braccio meccanico, al fine di creare passaggi laddove prima non ce n’erano, permettendovi due approcci, entrambi soddisfacenti. Da un lato, la possibilità di non piegarsi alla normale esplorazione del livello tramite percorsi prestabiliti aumenta la frenesia, la velocità e il ritmo di attraversamento, premiando il fruitore con un flusso costante di divertimento; dall’altro sarete anche chiamati a esercitare un discreto mix tra pensiero laterale e riflessi di esecuzione, immaginando dove poter passare trivellando, attraverso una necessariamente rapida analisi ambientale del livello stesso, stimolandovi e premiandovi allo stesso tempo in maniera inusuale. Il risultato è un gameplay grintoso, dove la navigazione attraverso il mondo di gioco deve avvenire attraverso movimenti precisi, perforazioni fluide e salti emozionanti eseguiti senza soluzione di continuità. L’elemento di fresca originalità risiede infatti nella possibilità di perforare tanti elementi ambientali, letteralmente masticando il mondo con Grinder e trovando così passaggi inaspettati.

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