Yakuza 0 Director’s Cut: la recensione

Combatti come se non ci fosse un domani nei distretti di Tokyo e Osaka nei panni dello yakuza Kazuma Kiryu e del manager del cabaret club Goro Majima. Un crime drama epico dove due destini si intrecciano e danno vita alla leggenda.

Nato nel 2005 su PlayStation 2, il franchise Yakuza (oggi noto a livello globale come Like a Dragon) rappresenta uno degli esempi più emblematici della capacità narrativa e registica del videogioco giapponese. Le sue radici affondano profondamente nell’eredità di Shenmue, con cui condivide l’approccio semi-simulativo, urbano e cinematografico, ma a differenza dell’opera di Yu Suzuki, Yakuza è riuscito a evolversi costantemente, consolidando una fanbase fedele e allargando la propria influenza internazionale. I momenti chiave della saga includono l’introduzione di Kazuma Kiryu come protagonista iconico, il passaggio generazionale da PS2 a PS3 con Yakuza 3, la crescente complessità narrativa dei titoli PS4, fino alla svolta più recente con Yakuza: Like a Dragon, che ha segnato non solo un cambio radicale nel sistema di combattimento — da action a turni — ma anche un rebranding globale, accantonando ufficialmente il nome “Yakuza” per abbracciare la denominazione originale giapponese, Ryū ga Gotoku. Fino ad oggi, la serie è rimasta saldamente ancorata all’ecosistema Sony, con rare incursioni su Xbox e PC, rendendo ancora più significativa la sua recente apertura verso la piattaforma Nintendo, e in particolare il debutto in esclusiva temporale su Switch 2 con Yakuza 0: Director’s Cut, prodromo di ulteriori iniziative in arrivo nel corso del ciclo vitale della nuova console, per ammissione della stessa SEGA.

Yakuza 0 nasce come prequel narrativo della serie, ma in realtà fu pubblicato nel 2015, ovvero dopo Yakuza 5, in un momento in cui SEGA cercava di rilanciare il brand presso il pubblico internazionale. Ambientato nel Giappone degli anni ’80, il titolo si colloca quindi temporalmente prima degli eventi del primo Yakuza, raccontando le origini di Kazuma Kiryu e Goro Majima, due dei personaggi più iconici dell’intera saga. La cornice narrativa si intreccia con il fermento economico della cosiddetta “bolla giapponese”, offrendo un contesto storicamente ricco e perfettamente sfruttato per tessere una vicenda fatta di onore, ambizione, tradimenti e lotte intestine nel mondo della criminalità organizzata. Accolto calorosamente da pubblico e critica, Yakuza 0 ha avuto il merito di riportare la serie all’attenzione di un pubblico più ampio, grazie anche a un gameplay rifinito, un tono narrativo maturo ma ironico e una struttura di gioco densa e appagante. Sebbene il successo abbia aperto le porte al futuro pivot della serie verso il turn-based RPG di Like a Dragon, questo episodio resta ancora oggi tra i più amati e consigliati per chi vuole avvicinarsi alla saga, esperendola nella sua forma originale.

Una forma originale che vede Yakuza 0 appartenere a quel genere ibrido che fonde azione, avventura narrativa ed elementi RPG in un contesto urbano aperto e densamente popolato. Il cuore del gameplay alterna lunghe sequenze cinematografiche a intensi combattimenti in tempo reale, ispirati per fluidità e impostazione al sistema classico di Virtua Fighter. Ogni protagonista dispone di più stili di lotta – tre per ciascuno – con mosse uniche, combo spettacolari e attacchi speciali contestuali. L’albero delle abilità permette di potenziare le tecniche preferite o sbloccarne di nuove, usando denaro guadagnato durante le battaglie o le varie attività secondarie. Il tutto è immerso in un’ambientazione vivace, con libertà di esplorare quartieri come Kamurocho e Sotenbori, pieni di NPC dotati di routine, dialoghi e missioni secondarie spesso stravaganti. Tra minigiochi, locali da gestire, sale giochi, karaoke, cabaret e sfide opzionali, il gioco restituisce un loop coinvolgente e variegato, sempre teso tra dramma e comicità, violenza e surreale leggerezza. Un prodotto particolare, per atmosfere e giocabilità, toni e longevità, a tratti forse un po’ ripetitivo, ma dissacrante e unico, perciò in grado di allontanare qualsivoglia sensazione di noia.

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Commenti 2

  1. MezzaSwitch says:

    Uffa tutto per SW2! 😉

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