The Wandering Village: la recensione

Quando il tuo villaggio cammina...e tu devi prendertene cura! Una creatura gigantesca, un ecosistema fragile, e una civiltà sospesa al ritmo dei suoi passi.

Il gioco di oggi sicuramente farà alzare un sopracciglio appena si legge la premessa, lasciando al tempo stesso una certa curiosità: costruire e gestire un villaggio sul dorso di una creatura gigante chiamata Onbu. Sì, avete letto bene! Non è una metafora: è proprio il dorso di un bestione che cammina lentamente in un mondo post-apocalittico pieno di spore tossiche. La trama è semplice ma funzionale: un gruppo di sopravvissuti cerca di cavarsela sfruttando la protezione offerta da Onbu, una creatura mitologica risvegliata, aiutando l’ecosistema che ospita e cercando di non farla irritare troppo nel frattempo.

Quindi, di che gioco parliamo? Si tratta di un gestionale puro, di quelli che ricordano i vecchi classici ma con qualche tocco moderno e un bel po’ di statistiche interessanti da tenere d’occhio. La mappa a disposizione è il dorso della creatura! Si può zoomare per controllare da vicino le attività oppure allontanare la visuale per vedere Onbu nel suo cammino. Essendo in un contesto post-apocalittico, si parte con pochi abitanti e risorse minime. Le prime ore di gioco servono a costruire le basi per far prosperare la comunità: capanne, fattorie, pozzi, laboratori. Ogni abitante può essere assegnato a una mansione specifica, come gestire un edificio o raccogliere risorse. Lo spazio è limitato, quindi serve pianificare bene: Onbu non è esattamente un campo sterminato!

Le risorse principali sono acqua, cibo, legno, pietra e argilla. E Onbu si muove! Man mano che raggiunge nuove aree, il bioma cambia: sul percorso si trovano rovine o santuari da far esplorare agli abitanti non occupati, utili per ottenere materiali rari o conoscenza. Onbu dal canto suo, ha bisogno di dormire, mangiare ed evitare avvelenamenti: ogni risorsa conta. L’acqua, ad esempio, dipende dal clima e dal bioma attraversato, quindi servono raccoglitori e serbatoi, sperando che piova. Il cibo va coltivato, ma le condizioni ambientali non sempre collaborano: se Onbu entra in una zona desertica, la resa delle coltivazioni cala. Serve varietà e una buona dose di adattamento. Legno, pietra e argilla si ricavano da punti specifici sul dorso, e tutto va raccolto, trasportato e gestito con attenzione, strade e magazzini inclusi.

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Ogni tanto Onbu si troverà davanti a un bivio e potremo suggerirgli la direzione da prendere. Ma solo se si fida di noi! Migliorare l’ecosistema lo renderà più incline ad ascoltarci. Altrimenti farà di testa sua, con tutti i rischi del caso: entrare in zone tossiche o biomi ostili può causare grossi problemi alla nostra civiltà. Nel mondo di gioco ci sono anche eventi casuali: nomadi da integrare, rovine da esplorare, risorse rare da raccogliere. Ogni decisione, insomma, incide direttamente sulla sopravvivenza della civiltà. La sezione delle ricerche è una delle più interessanti: l’albero tecnologico si sblocca gradualmente, includendo edifici avanzati, cure per Onbu, sistemi di difesa da spore e strutture per interagire con la creatura. Si può costruire un corno per comunicare, cucinare cibo dedicato, o installare una stazione medica. Ma occhio: se si esagera con le richieste, Onbu potrebbe prendersela e ignorarci del tutto. Comoda la funzione che permette di velocizzare il tempo nei momenti di attesa, evitando fasi troppo statiche.

Il ritmo è tranquillo, senza mai scadere nella noia. Le difficoltà ci sono, ma non sono punitive. Non è un gestionale da micromanagement estremo, ma ha abbastanza roba da tenerti impegnato per ore. Sul piano grafico, il gioco è proprio ben fatto: sprite 2D disegnati a mano si fondono con fondali 3D fluidi e animati. I biomi cambiano tonalità, atmosfera e dettagli. Onbu è animato con cura: respira, si ferma a dormire, sbuffa. Vedere la tua civiltà prendere forma sul dorso di questo colosso è davvero affascinante. La colonna sonora fa il suo dovere: suoni ambientali e musiche leggere accompagnano l’azione senza rubare la scena.

La recensione

7 Il voto

In sintesi? The Wandering Village è un gestionale che fa le cose in modo diverso, senza strafare. Se ti piace costruire, pianificare e prenderti cura di un bestione gigante, questo è il tuo gioco. Non ha l’ambizione di reinventare il genere, ma lo arricchisce con un’ambientazione originale e dinamiche di gioco che richiedono attenzione, empatia e una buona dose di strategia. Sinceramente, merita un giro di prova!

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