Double Dragon Gaiden si inserisce in una cornice narrativa semplice ma efficace, tipica del genere: una città devastata da bande criminali, dove Billy e Jimmy Lee, affiancati da nuovi alleati, si fanno strada per ristabilire l’ordine. La struttura si articola in missioni affrontabili in ordine libero, una scelta che introduce varietà e incoraggia la rigiocabilità, permettendo ai giocatori di decidere come avanzare nella lotta contro i diversi clan rivali. Ogni scenario presenta ambientazioni e boss distinti, contribuendo a scandire il ritmo dell’esperienza. Sul fronte del gameplay, il titolo rimane fedele al DNA della serie: un picchiaduro a scorrimento in cui calci, pugni, prese e mosse speciali si combinano in un flusso di azione immediata e viscerale. Il tutto arricchito da un sistema di tag team che consente di alternare personaggi con abilità uniche, modernizzando la formula senza snaturarla. Una perfetta sintesi tra tradizione arcade e qualche tocco di freschezza.
Sul piano tecnico, Double Dragon Gaiden sceglie la via della semplicità, offrendo un comparto grafico che non punta a stupire ma a garantire solidità e fluidità. Lo stile visivo, basato su sprite modernizzati e ambientazioni essenziali, non raggiunge i picchi di ricercatezza visti in altri revival di glorie del passato, risultando a tratti un po’ anonimo se confrontato con approcci più coraggiosi e stilizzati. Tuttavia, questa sobrietà si traduce in un’esperienza priva di incertezze: animazioni scorrevoli, tempi di caricamento rapidi e un’azione che resta sempre leggibile e reattiva, persino nei momenti più concitati. Il risultato è un pacchetto tecnico forse poco ispirato, ma comunque solido e funzionale, capace di sostenere il cuore dell’esperienza: il divertimento diretto e immediato di un picchiaduro a scorrimento che non dimentica le proprie origini.
La recensione
Fin troppo appoggiato sugli allori del passato, il progetto diverte ma non convince fino in fondo, f9rse per la paura di tradire un passato glorioso senza la ferma volontà di spiccare il volo su ali proprie