Il cuore pulsante della raccolta resta ovviamente il gameplay, con il suo loop basilare ma magnetico: avanzare lungo scenari a scorrimento costante, eliminare ondate di nemici e gestire con precisione chirurgica l’attivazione dei power-up raccolti, scegliendo il momento giusto per incrementare velocità, scudi o armi potenziate. Se il primo Gradius rimane la pietra miliare per immediatezza ed equilibrio, i capitoli successivi si distinguono per un aumento drastico di complessità e sfida, arrivando con Gradius III a vette di difficoltà quasi proibitive per gli standard odierni. Gli spin-off della serie Salamander offrono un respiro diverso, alternando sezioni verticali e orizzontali, mentre Salamander III rappresenta un’inedita rilettura che omaggia il passato senza snaturarne i canoni. La raccolta introduce alcune funzioni moderne, come rewind, salvataggi rapidi, modalità invincibile e training personalizzabile, utili a rendere più accessibili titoli che altrimenti rischierebbero di rimanere ostici per gran parte del pubblico contemporaneo.
Se dal punto di vista ludico e contenutistico la raccolta rappresenta un tributo curato e di grande valore, meno convincente risulta invece l’aspetto tecnico. Nonostante il lavoro di emulazione di M2 sia come sempre solido e impeccabile, Gradius Origins non offre molto di più di una riproposizione fedele, priva di ambizioni grafiche o estetiche aggiuntive. L’interfaccia è essenziale, le opzioni di personalizzazione si limitano a pochi filtri visivi e rapporti d’aspetto, e l’insieme restituisce la sensazione di un pacchetto basico, che si affida al peso storico dei contenuti senza cercare di rinnovarne la presentazione. Il risultato è un prodotto funzionale, fluido e privo di sbavature, ma che sul piano estetico e tecnico appare quasi pigro, soprattutto se confrontato con altri tentativi recenti di rilanciare vecchie glorie attraverso restyling più audaci. Una scelta conservativa, che farà felici i puristi ma lascerà tiepidi coloro che si aspettavano un approccio più moderno.
La recensione
Gradius Origins è un’operazione che vive di rispetto assoluto per il proprio passato, presentandosi come una raccolta solida, ricca di contenuti e capace di restituire intatta la magia di una delle saghe più iconiche degli shoot ’em up. L’aggiunta di un inedito come Salamander III e di versioni rare ne accresce il valore, confermando la cura filologica del progetto. Tuttavia, l’assenza di un vero slancio creativo sul piano tecnico e stilistico limita l’impatto complessivo, riducendo la raccolta a un esercizio di preservazione più che a una proposta capace di riaccendere con vigore il mito presso un pubblico ampio. Resta comunque un tassello fondamentale per gli appassionati e per chi desidera esplorare un pezzo imprescindibile della storia videoludica, con la consapevolezza che il vero cuore dell’esperienza non sta nella veste, ma nella sfida immutata che continua a battere dietro ogni livello.