Dal punto di vista ludico, Cronos: The New Dawn si colloca con fermezza nel solco del survival horror più puro, pur senza rinunciare all’impronta del thriller psicologico che ha reso celebre Bloober Team. La scelta registica sposa una telecamera alle spalle del protagonista, eredità evidente di capisaldi come Resident Evil 4 o Dead Space, offrendo un punto di vista moderno e immersivo, capace di accentuare tensione e vulnerabilità. Il ritmo resta lento e compassato, più dedito a favorire l’esplorazione metodica che l’azione frenetica: inoltrarsi nei corridoi industriali e nei vicoli oscuri di Nowa Huta significa scoprire frammenti di storia, ma anche risorse preziose, sempre poche e mai scontate. La difficoltà complessiva è alta, e risiede nella necessità di osservare con attenzione l’ambiente per sfruttarne le limitate interazioni, come bombole esplosive o condutture, ma soprattutto nella gestione spietata dell’inventario. Munizioni e kit medici sono estremamente rari, richiedendo di razionare ogni cura, calibrare ogni colpo e ricorrere persino al combattimento corpo a corpo solo come ultima risorsa. A ciò si aggiunge l’uso tattico del fuoco, unico modo per impedire ai cadaveri di rigenerarsi in mostruosità ancora più letali: bruciare un corpo significa consumare munizioni incendiarie che potrebbero servire più avanti, imponendo una strategia costante. Tra una stazione di salvataggio e l’altra, la sopravvivenza si costruisce su equilibrio fragile, gestione oculata e scelte spesso dolorose. Consiglio spassionato per i fruitori Switch 2: attivate giroscopi e mira automatica (disattivate nei settaggi iniziali), per migliorare la percentuale di colpi a segno e ridurre le munizioni sprecate, vero tallone d’achille di un sistema di combattimento difficile, sempre ai limiti della frustrazione (senza mai scaderci in maniera becera).
Sul versante tecnico, Cronos: The New Dawn conferma le ambizioni di Bloober Team, pur restando ancorato a un’identità di produzione “AA”. L’impianto visivo sfrutta l’atmosfera di una Cracovia alternativa, sospesa tra macerie del dopoguerra e suggestioni industriali del regime comunista, con un’estetica che ricorda Metro 2033 e Stalker. Gli ambienti risultano ricchi di dettagli ambientali, dalle insegne arrugginite agli interni decadenti di fabbriche e palazzi, sostenuti da un’illuminazione cupa che gioca molto su ombre dinamiche e sprazzi di luce artificiale, capace di guidare l’occhio e aumentare la tensione. Le texture, pur non al livello delle produzioni tripla A, si dimostrano curate e funzionali anche se a tratti meno convincenti che in altri frangenti, mentre la mole poligonale sporadicamente contenuta contribuisce a mantenere la stabilità del frame rate, saldo sui 30fps anche nelle aree più dense di NPC o nemici. Particolarmente riuscito il comparto sonoro: effetti metallici, scricchiolii improvvisi, rumori lontani e un sound design che suggerisce pericoli invisibili completano il quadro, accompagnati da una colonna sonora minimale, più atmosferica che melodica. L’ottimizzazione garantisce caricamenti rapidi e un’esperienza fluida, senza cali evidenti, anche se la resa complessiva non raggiunge i vertici visivi del genere, anche e soprattutto per via di alcuni occasionali, ma fastidiosi glitch o bug (che potrebbero costringervi a ricaricare un salvataggio precedente, per risolvere i problemi più evidenti). Ottima l’implementazione del sistema di mira tramite giroscopi, vero toccasana per gestire al meglio l’altrimenti ostico livello di difficoltà. La direzione artistica, invece, si rivela il vero punto di forza: austera, opprimente, coerente, capace di imprimere un’identità marcata al titolo.
La recensione
Mezzo voto in più ci è scappato in quanto amanti del genere survival horror, soprattutto se affrontato con cognizione di causa, lontano dagli sfarzi cinematografici action che, innegabilmente, finiscono per allargare il bacino di utenza potenziale. Cronos di Bloober Team invece è ostico, claustrofobico ed esigente. Come piace a noi.
Ottima Recensione…Grazie per il vostro lavoro……messo nella wishlist Virtuale della Switch2 che arriera’ in un dispotico futuro 🙂
AMAZING! Grazie a te…ho cercato di restare oggettivo, evidenziando i limiti strutturali (dati dal budget, ma anche da scelte di design) e tecnici (per me è un buon gioco terze parti nextgen only al day1, ma i bug e i glitch ci sono e a volte sono fastidiosi, anche se almeno con me NON frequenti). Però è uno di quei giochi che, mentre non ci sto giocando, continua a tornarmi in mente, a farmi pensare come poter affrontare quella sezione specifica, a chiedermi quale mistero riuscirò a scoprire leggendo i documenti o procedendo nella storia…davvero davvero IMMERSIVO.
Ottimo! Grazie.