Il ritmo a turni e le partite reiterate si adattano perfettamente alle sessioni brevi della modalità portatile, mentre la visuale tattica e i comandi semplici si gestiscono senza difficoltà sia in docked che in handheld. È chiaro che, qualche compromesso visivo è inevitabile: texture più leggere, qualche caricamento di troppo, forse qualche calo di frame nei momenti più concitati. Ma la natura del gameplay, che non richiede riflessi istantanei, fa sì che questi limiti non pesino troppo sull’esperienza. Dove Veil of the Witch brilla davvero è nella capacità di rendere ogni tentativo diverso dal precedente. Il sistema di reliquie e potenziamenti incoraggia la sperimentazione. C’è un piacere genuino nel migliorarsi run dopo run, nel vedere la squadra diventare più efficiente e nel sentire che ogni morte, per quanto frustrante, ha un senso. Al tempo stesso, è proprio questa struttura ciclica che può stancare nel lungo periodo: dopo alcune ore, certi pattern si ripetono, e la varietà visiva delle mappe non basta sempre a nascondere la sensazione di déjà vu. Anche il bilanciamento delle reliquie e delle abilità non è perfetto: alcune combinazioni risultano chiaramente più potenti di altre, riducendo la libertà di scelta nelle strategie ottimali. Rispetto al suo predecessore, che era un tattico “puro”, più vicino ai canoni di Fire Emblem o Tactics Ogre, questo spin-off appare più snello, meno narrativo e più focalizzato sull’azione e la sperimentazione. L’anima ruolistica resta, ma il ritmo è più moderno, più adatto a una console come Switch dove la rapidità di accesso e la possibilità di interrompere e riprendere contano tanto quanto la profondità tattica.
Nel complesso, Lost Eidolons: Veil of the Witch si conferma un titolo solido e intelligente. Non è un capolavoro e non aspira a esserlo, ma raggiunge il suo obiettivo: offrire un’esperienza impegnativa, appagante e piuttosto rigiocabile, capace di mettere alla prova anche i veterani. Qualche limite tecnico e un pizzico di ripetitività lo trattengono dal salto di qualità definitivo, ma la soddisfazione che regala nelle sue migliori run è autentica. Per gli amanti dei tattici, e soprattutto per chi cerca un’esperienza profonda ma portatile, è un acquisto che vale la pena. È più oscuro, più breve e più spietato del suo predecessore, ma anche più flessibile e accessibile, un gioco che ti punisce quando sbagli ma ti insegna a riprovare con più intelligenza. In altre parole, un piccolo grande passo avanti per Ocean Drive Studio, e una bella sorpresa per chi ama quando la strategia incontra la perseveranza.
La recensione
Lost Eidolons: Veil of the Witch è un esperimento riuscito che rinnova la formula tattica con ritmo, tensione e un tocco di audacia. Ocean Drive Studio dimostra di aver imparato dai limiti del primo capitolo, offrendo un sistema più fluido, profondo e appagante. Qualche ripetitività e bilanciamento imperfetto non ne offuscano la solidità su Switch, dove il formato roguelite trova una dimensione naturale. È un titolo che chiede impegno ma restituisce soddisfazione, pensato per chi ama la strategia pura più della spettacolarità.