Switch 2: Yooka-Replaylee: la recensione

Ecco la versione definitiva, rimasterizzata e potenziata, dell’amato collectathon indie 3D!

Nel panorama contemporaneo dei platform 3D, la saga di Yooka-Laylee rappresenta uno degli esempi più riusciti di rinascita del gusto “collectathon” tipico dell’era Nintendo 64. Ideata da Playtonic Games, team composto in buona parte da ex membri di Rare, la serie ha saputo riscoprire il piacere dell’esplorazione libera, delle sfide ambientali e della raccolta compulsiva di collezionabili, aggiornandone la formula con humor britannico e uno stile colorato ma non banale. Yooka-Replaylee si colloca come un punto d’arrivo e insieme di ripartenza: non un semplice remaster, ma una vera e propria ricostruzione dell’avventura originale, capace di restituire ai due protagonisti — il camaleonte Yooka e il pipistrello Laylee — una nuova giovinezza visiva e ludica. In un momento in cui il genere vive di nostalgia e reinvenzioni, Playtonic firma così un’operazione di modernizzazione rispettosa, pensata per le nuove generazioni di giocatori quanto per chi, vent’anni fa, scopriva in Banjo e Kazooie il fascino spensierato della scoperta.

L’impianto narrativo di Yooka-Replaylee rinasce attraverso una struttura metatestuale: non si tratta semplicemente di rivivere l’avventura originale, ma di assistere al suo “ricordo” da parte dei protagonisti stessi, Yooka e Laylee, che ne rievocano le gesta con toni ironici, autoconsapevoli e volutamente esagerati. Questo espediente consente a Playtonic di reinterpretare l’intero world building, mantenendo la suddivisione in mondi tematici del gioco base ma arricchendoli con nuovi elementi visivi, missioni e segreti che danno coerenza e densità all’universo di Ivor Books. Ogni livello — dalla giungla di Tribalstack Tropics ai picchi innevati di Glitterglaze Glacier — è stato ampliato e ripensato per risultare più vivo, interconnesso e popolato da NPC dotati di ruoli più chiari e utili al ritmo di gioco. La scelta del “taccuino narrativo” come cornice visiva e concettuale, con pagine che si svelano e si riscrivono durante la progressione, unisce l’idea di memoria e riscoperta, offrendo un’esperienza che si pone a metà tra il remake e la reinvenzione diegetica, con un finale inedito capace di chiudere simbolicamente il cerchio del viaggio di Yooka e Laylee.

Il cuore di Yooka-Replaylee resta un solido collectathon tridimensionale di scuola classica, ma Playtonic ne rinnova le fondamenta con una serie di revisioni tanto tecniche quanto concettuali. Fin dall’inizio, il duo di protagonisti dispone di tutte le abilità sbloccabili del capitolo originale, rendendo il ritmo più fluido e meno frammentato: salti doppi, planate, attacchi rotanti, scatti e colpi combinati trovano subito spazio nella libertà d’esplorazione. Il sistema di movimento è più reattivo e preciso, supportato da un controllo di camera finalmente moderno e da un’animazione più fluida. L’obiettivo resta raccogliere le Pagies, elemento cardine della progressione, ma la loro distribuzione è stata ripensata: ogni mondo ora offre sfide diversificate, minigiochi contenuti e puzzle ambientali meglio integrati nel contesto. Le missioni dei personaggi secondari si intrecciano con la raccolta di Quills, Ghost Writers e Q.U.I.D.S., nuova valuta destinata a potenziare abilità e sbloccare Tonics, ovvero modificatori di gameplay e filtri estetici che alterano la fisica o la resa visiva del gioco. Le nuove funzioni di mappa e tracciamento — insieme al personaggio Mark the Bookmark per i viaggi rapidi — perfezionano il loop di esplorazione, mantenendo il fascino nostalgico del genere ma avvicinandolo agli standard ergonomici contemporanei.
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