Lumo 2: la recensione

Lumo 2: la nostalgia si fa labirinto, tra fascino retrò e pixel impietosi.

Sicuramente a molti lettori il nome Lumo non risulterà nuovo, dato che circa una decina di anni fa è stato uno degli indie più interessanti e discussi della stagione videoludica. Prima di passare ad analizzare Lumo 2 viene dunque spontaneo guardarsi indietro all’originale uscito nel 2016 che già si poneva come un omaggio dichiarato alle avventure isometriche degli anni ’80 e ’90, con il suo mix di esplorazione, enigmi e piattaforme. Con il suo seguito lo studio Triple Eh? Ltd in collaborazione con il publisher Numskull Games torna nella sua comfort zone per provare ad ampliare l’idea iniziale: più stanze, più varietà, più omaggi al passato. Gli sviluppatori lo presentano come un puzzle-platformer metroidvania, apparentemente un eterogenea mescolanza piuttosto difficile da mettere insieme, eppure, come vedremo, tutto sommato funzionale. Lumo 2 invita a raccogliere, esplorare, sperimentare in un mondo di stanze interconnesse, ambienti che mutano e passaggi segreti, il tutto sbattendo in faccia nuovamente al giocatore un livello di difficoltà tutt’altro che abbordabile. La transizione dal primo capitolo al secondo si avverte immediatamente: dove prima c’era una struttura relativamente semplice e omogenea, qui troviamo qualcosa di più ampio e ambizioso. Il concept resta quello della visuale isometrica, chiaro omaggio ai classici da sala giochi degli anni ’80 e ’90. Salti, spostamenti fra stanze, meccanismi da attivare, non mancheranno nel nostro armamentario, ma stavolta con l’aggiunta di abilità come il doppio salto, la (minima) rotazione della camera, il bastone luminoso che rivela passaggi nascosti, e mondi tematici distinti (spazio, deserto, castello) che danno una certa serialità all’intera esperienza. Oltre un centinaio di stanze/enigmi differenti riusciranno senza dubbio a scongiurare il rischio di monotonia. L’idea è chiara: chi ha amato il primo Lumo troverà qui una proposta più corposa, anche se non si tratta di un semplice more of the same. D’altra parte, chi non ha familiarità con l’estetica old-school o con un livello di difficoltà tendente al punitivo, potrebbe strada facendo comprendere che la sfida non è sempre gentile.

Parlando dello sviluppo e del concept, Triple Eh? Ltd fa di nuovo leva sulla nostalgia, ma cercando di coniugarla con qualche meccanica un po’ più moderna. L’ambientazione e il tono sono volutamente retrò: la grafica, le musiche, i collezionabili (le musicassette, le anatre di gomma) sono tutti pensati per evocare l’era nella quale le console a 8 bit dominavano la scena. Questo mood permea ogni aspetto del gioco e costituisce al tempo stesso un pro o un contro, a seconda che si abbracci o meno quel tipo di estetica e se si subisca per certi aspetti il fascino di quell’epoca. Il gioco non è pensato come un platform moderno con tutti i “comfort” ai quali siamo abituati: è qualcosa che richiede in primis tanta tanta pazienza, poi osservazione, sperimentazione e la voglia di tornare sui propri passi e riprovare anche decine di volte. In Lumo 2 torniamo nei panni di un giovane avventuriero catapultato, quasi per caso, da una stanza del mondo odierno a un mondo misterioso fatto di stanze sospese, passaggi nascosti e meccanismi da decifrare. La struttura resta quella di un labirinto isometrico in cui ogni stanza rappresenta un enigma a sé, ma ora l’esplorazione è più ampia e coerente, con ambienti collegati in modo più organico. Il giocatore deve muoversi tra piattaforme mobili, trappole, leve, specchi e congegni luminosi, risolvendo puzzle ambientali che combinano logica, tempismo e osservazione. Non c’è una trama lineare nel senso classico, ma un filo conduttore sottile che lega l’avventura al viaggio di crescita e scoperta del protagonista, evocato attraverso dettagli visivi e atmosfere più che dialoghi o testi.

Graficamente e dal punto di vista del gameplay Lumo 2 presenta un mix interessante. Visivamente l’effetto retro è forte: la visuale isometrica domina, le ambientazioni cambiano tema e ci sono inserti che romp­ono il ritmo (mini-giochi, sezioni laterali, shoot-’em-up) che aggiungono varietà. Tuttavia, alla prova pratica si riscontra qualche tentennamento, la piattaforma isometrica, la camera fissa (o solo in certi casi liberamente ruotabile) e la fisica del salto non sono sempre all’altezza delle aspettative, facendoci incappare in qualche errore accidentale. La meccanica del salto, la profondità visiva, la valutazione delle distanze sono elementi sono elementi che avrebbero richiesto un po’ di attenzione in più. Abbiamo già evidenziato come fra i punti di forza risulti la cura con cui il gioco omaggia il passato sotto tutti i punti di vista, dalla costruzione dei livelli e quindi degli enigmi, alla grafica, al mood generale ed alle sue meccaniche. Detto questo però, non mancano gli aspetti che frenano l’entusiasmo. In primis una certa mancanza di fluidità, la mancanza di precisione nei comandi in alcune circostanze e la camera fissa che non sempre rende immediata la percezione di profondità. Inoltre, come già accennato, e come d’altra parte già evidenziamo in Lumo, la curva di apprendimento non è ben bilanciata. In conclusione, Lumo 2 parla a voi se siete giocatori che hanno vissuto l’era dell’isometrico, amate scoprire stanze nascoste, godete di riferimenti nostalgici e soprattutto se siete disposti a tollerare una fisica non sempre perfetta e una camera non sempre ideale, Lumo 2 è un titolo che vi regalerà momenti piacevoli e veri sprazzi di talento. In ogni caso va riconosciuto: Triple Eh? e Numskull hanno consegnato un lavoro curato e sincero, che prova a farci ricordare una certa epoca con leggerezza e molta cura.

PUBBLICITÀ

La recensione

6.5 Il voto

Lumo 2 è un ritorno sincero ma non esente da qualche pecca, che riprende con affetto le radici del suo predecessore cercando di ampliare l’esperienza con nuovi mondi, abilità e un level design più ambizioso. La cura per l’atmosfera retrò è evidente, ma la fisica imprecisa e la gestione della telecamera lasciano talvolta il sapore amaro di un’occasione parzialmente mancata. Resta comunque un titolo affascinante per chi ama la sfida e le avventure isometriche d’altri tempi, capace di offrire momenti di autentico ingegno.

Valutazione

  • Il voto 0
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Lascia un commento

ULTIMI COMMENTI

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist