Achilles: Survivor: la recensione

Immergiti in sessioni di gioco rapide in cui affronti ondate di nemici, costruisci strutture distruttive e sviluppi il tuo personaggio per tornare ancora più potente, come una vera macchina di distruzione.

Nel vasto panorama dei bullet-heaven e dei survivor-like, Achilles: Survivor si inserisce come un esperimento curioso e coraggioso, unendo la frenesia del genere con l’immaginario mitologico greco. Sviluppato da Dark Point Games, il titolo nasce come spin-off e reimmaginazione leggera dell’action Achilles: Legends Untold, semplificandone le meccaniche per concentrarsi su ondate di nemici e potenziamenti progressivi. Dopo l’esordio positivo su PC e console, arriva ora su Nintendo Switch, piattaforma che ben si presta a esperienze rapide e ad alta rigiocabilità. In un contesto dominato da produzioni indie più o meno ispirate, Achilles: Survivor prova a distinguersi con una formula familiare ma dal gusto epico, che mescola combattimenti incessanti, reliquie divine, e un’estetica da affresco mitologico. Un progetto compatto ma ambizioso, che punta a divertire più che a innovare, celebrando il loop compulsivo del genere senza dimenticare il fascino immortale dell’eroe greco.

Pur appartenendo a un genere che di norma lascia poco spazio alla narrazione, Achilles: Survivor riesce a introdurre un contesto mitologico efficace, capace di dare un senso all’azione continua. Il giocatore veste i panni di Achille, il leggendario eroe greco tornato dal regno dei morti per affrontare orde di creature mostruose scatenate dagli dèi stessi, in un Tartaro che si rigenera senza fine. La cornice narrativa, pur minimale, si intreccia con elementi presi a prestito dall’epica classica — richiami a Troia, Persefone, Ade e alle armi benedette dell’Olimpo — che servono da sfondo alle sfide procedurali del gioco. La progressione narrativa avviene attraverso brevi dialoghi e descrizioni ambientali, più evocative che esplicative, che arricchiscono il tono fatalista e solenne della missione di Achille. Pur non aspirando a un racconto profondo, il titolo sfrutta bene l’iconografia del mito, trasformandola in carburante estetico per un’esperienza in cui ogni morte e rinascita diventano parte di un ciclo eroico eterno.

Il loop centrale di Achilles: Survivor è semplice e ipnotico: ondate incessanti di nemici si succedono in arene chiuse mentre Achille scatta, schiva e infligge colpi devastanti, raccogliendo potenziamenti temporanei che rimodellano istantaneamente il suo stile di gioco. Il titolo si colloca con decisione nel filone bullet-heaven / survivor-like: mira alla tensione costante, alla costruzione di combo tramite armi e reliquie trovate in partita, e alla progressione meta-roguelike che spinge a ripetere le run per sbloccare miglioramenti permanenti. Le sezioni di gioco alternano momenti di pura sopravvivenza a fasi di breve esplorazione e scontro con mini-boss, offrendo un buon bilanciamento tra frenesia e pause tattiche. I controlli sono responsivi e il feedback degli impatti soddisfacente, ma la curva di difficoltà può risultare a tratti brusca: alcune ondate sembrano progettate più per allungare la partita che per costruire sfide organiche. In definitiva il gameplay funziona come un potente stimolo a ripetere le run — appagante nelle prime ore, talvolta meno calibrato nella lunga distanza.

PUBBLICITÀ
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Prossimo articolo

Lascia un commento

ULTIMI COMMENTI

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist