Switch 2: Dragon Ball Sparking! Zero: la recensione

Onda energeticaaaaaaaa!!!

Un risultato ludico prevedibile, ma comunque auspicabile, soprattutto per i fan della serie Budkoai Tenkaichi. Il gameplay di Sparking! Zero ripropone infatti con fedeltà quasi filologica il ritmo adrenalinico degli episodi originali di questa sotto-serie, puntando tutto sulla velocità e sulla spettacolarità degli scontri. La gestione della distanza diventa cruciale: i combattimenti oscillano continuamente tra corpo a corpo serrato e attacchi a lungo raggio, con break guard, sidestep e teletrasporti che scandiscono un flusso di azioni rapidissimo. La fisica accentua la sensazione di potenza, con personaggi scagliati tra montagne che esplodono e onde energetiche capaci di frantumare lo scenario. Pur mantenendo un’impostazione accessibile — perfetta per chi vuole “entrare e combattere” — il sistema nasconde una profondità sorprendente, fatta di vanishing attack precisi, perfect guard millimetrici e beam struggle che premiano il tempismo. Una formula che alterna immediatezza e tecnica, restituendo l’essenza stessa della “power fantasy” di Dragon Ball.

Come accennato in apertura di articolo, però, la versione Switch 2 di Sparking! Zero mostra fin da subito i limiti di un port sviluppato come estensione diretta dell’edizione Switch 1, più che come adattamento nativo per il nuovo hardware. Il gioco opera stabilmente a 30 fps, senza alcuna opzione per i 60 fps, una scelta che stona con la capacità della console di gestire titoli ben più complessi a frame rate superiori. Anche la risoluzione in modalità docked non raggiunge valori nativi e si affida a un upscaling tramite FSR1: l’immagine resta pulita e leggibile, ma non rende giustizia al potenziale grafico della macchina e resta distante dalla chiarezza offerta da PS5 e Xbox Series, forse anche per una mancata o comunque non ottimale implementazione dell’HDR. Gli effetti particellari e la densità degli elementi su schermo migliorano rispetto alla versione Switch 1, ma l’impressione generale è che Switch 2 potesse offrire molto di più, se non fosse stata vincolata da un porting ereditato quasi integralmente dalla generazione precedente.

Nonostante i compromessi tecnici, Sparking! Zero resta un titolo di enorme valore anche in ambiente Nintendo, quantomeno per i (non pochi) appassionati sfegatati del brand creato dal compianto Akira Toriyama. Il gameplay recupera con precisione chirurgica tutto ciò che ha reso leggendaria la serie Tenkaichi; il roster, semplicemente titanico, offre decine di ore di sperimentazione, mentre la campagna — ampia, ramificata e colma di momenti iconici — garantisce un’elevata rigiocabilità. La struttura accessibile lo rende perfetto sia per i fan storici sia per chi cerca un picchiaduro immediato, senza barriere d’ingresso.

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La recensione

7.5 Il voto

Sparking! Zero arriva su Switch 2 con un porting lontano dal pieno potenziale tecnico della console, ma resta comunque un’esperienza Dragon Ball ricca, divertente e capace di restituire la magia dei Tenkaichi originali. Il gameplay esplosivo, il roster immenso e la campagna generosa compensano in parte il limite dei 30 fps e della risoluzione non nativa. È un capitolo importante per i fan Nintendo, che amplia l’accessibilità della saga e conferma l’interesse di Bandai Namco per l’ecosistema Switch. Peccato per l’occasione mancata sul fronte tecnico, ma il cuore del gioco rimane potente e appassionante, in attesa che il nuovo hardware Nintendo entri pienamente nella pipeline di sviluppo del grande publisher giapponese.

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