Milano’s Odd Job Collection: la recensione

Otto lavori, zero stress: l’estate perfetta di Milano arriva su Switch.

C’è un vecchio detto che recita più o meno così: scegli un lavoro che ami e non lavorerai un solo giorno in tutta la tua vita. Una massima diventata proverbiale, spesso abusata nei meme motivazionali, ma che trova un’ironia particolare nel caso di Milano’s Odd Job Collection, il gioco oggetto di questa recensione. Infatti in questo titolo la giovane protagonista passa l’estate saltando da un mestiere all’altro con un entusiasmo tale da far sembrare ogni impiego non solo leggero, ma addirittura divertente. E in effetti l’intera esperienza ruota intorno a questo: trasformare lavori diversissimi in una sequenza di minigiochi immediati e spesso volutamente assurdi, costruendo una routine estiva dove il concetto stesso di “lavoro” assume un tono giocoso e teneramente stralunato. È un incipit che chiarisce subito l’anima del gioco: non un simulatore profondo, non una storia drammatica, ma una piccola avventura fatta di giornate tutte diverse, scandite da micro-attività che alternano impegno, riposo e qualche stravaganza. Milano’s Odd Job Collection arriva su Nintendo Switch come un piccolo frammento di un’epoca videoludica passata, recuperato dagli archivi del periodo a 32 bit e riportato alla luce grazie al lavoro di emulazione di Implicit Conversions e alla pubblicazione di XSEED Games. Prima di addentrarci ulteriormente nell’analisi del gioco dissipiamo il campo dal quesito: perchè “Milano”? La protagonista del gioco infatti porta il nome del capoluogo lombardo, ma non esiste nelle fonti ufficiali alcuna spiegazione del perché si chiami proprio così. Non è legato alla città italiana, né viene spiegato in-game; è semplicemente un nome scelto dagli autori dell’opera originale giapponese, probabilmente per il suono particolare e per un gusto “esotico” tipico di molte produzioni nipponiche degli anni ’90 e 2000. La sensazione entrando nel mondo estivo di Milano è quella di riaffacciarsi su un tipo di game design quasi dimenticato, dove semplicità, spontaneità e micro-routine quotidiane dettano il ritmo dell’esperienza. Parliamo di una operazione di recupero di un gioco di nicchia che non aveva mai raggiunto l’Occidente e che oggi viene proposto con un’attenzione bilanciata tra preservazione dell’identità originale e aggiornamenti mirati per un pubblico moderno.

Il lavoro di Implicit Conversions non stravolge il materiale di partenza. Non si tratta di un remake, né di una remaster tradizionale; è un porting curato che lavora sull’emulazione, sulle risoluzioni moderne, sull’interfaccia, sui caricamenti e su una serie di migliorie qualitative. Funzioni come save state, rewind, testi localizzati, caricamenti quasi istantanei e trofei/achievements permettono di avvicinarsi al gioco con un comfort attuale senza perdere quella struttura un po’ datata che costituisce parte del suo fascino. Il punto chiave è proprio questo equilibrio: intervenire troppo avrebbe snaturato lo spirito originale; intervenire troppo poco lo avrebbe reso antiquato. Nel complesso, l’operazione riesce con sorprendente naturalezza. La storia parte da un presupposto semplice: la madre di Milano ha bisogno di un ricovero ospedaliero e la bambina viene mandata dallo zio per passare l’estate. Peccato che lo zio sia a sua volta partito in vacanza, lasciandola sola in una casa che deve imparare a gestire da sé. Lungi dall’essere un dramma, sebbene varie associazioni potrebbero dissentire questa situazione diventa l’occasione per affrontare lavori temporanei in giro per la città, guadagnare qualche soldo e riempire quei quaranta giorni estivi con un mix di attività, riposo e una delicata quotidianità. Il cuore ludico è rappresentato da otto mestieri, ciascuno declinato come un minigioco distinto. Si passa dalla consegna delle pizze alla cura dei pazienti, dal raccogliere frutta cadente alla mungitura di mucche volanti, con una naturalezza che abbraccia volutamente sia il quotidiano sia l’assurdo. Ogni minigioco ha regole semplici, durata breve e obiettivi chiari, costruiti per essere ripetuti. La progressione non arriva tanto dalle attività in sé, quanto dai miglioramenti delle abilità di Milano nelle ore serali, che permettono di sbloccare livelli di difficoltà più elevati e guadagni maggiori. È un ritmo dolce, privo di stress, che invita più a “vivere” il gioco che a dominarlo.

La parte serale offre un contrappunto interessante. Finito il lavoro, Milano può migliorare la casa dello zio acquistando mobili e decorazioni, osservare il cielo notturno dalla sua stanza, interagire con il gatto o semplicemente riposare. Questo semigestionale non aspira a essere profondo, ma crea una sensazione di vita quotidiana che dà ritmo e identità all’esperienza. Ogni giorno diventa così un piccolo ciclo di lavoro, riposo e sviluppo personale, un flusso rilassante che ricorda certi giochi slice-of-life senza però copiarne le strutture complesse. Sul piano estetico, la pixel art originale è il vero fulcro dell’identità del titolo. Non troviamo reinterpretazioni moderne né filtri elaborati: il gioco preserva la sua matrice da produzione 32 bit con sprite semplici, animazioni essenziali e colori morbidi. Su Switch risulta sorprendentemente leggibile grazie all’adattamento alle risoluzioni moderne, mantenendo intatto quel fascino rétro che oggi appare quasi artigianale. Chi apprezza la pixel art “autentica” e non quella ricostruita secondo gli stilemi moderni troverà un’estetica sincera, mai ricostruita artificialmente. Il sonoro segue la stessa filosofia. Melodie brevi, cicliche, delicate, perfette per un’estate virtuale che scorre senza pressioni. La presenza del dual-audio, con doppiaggio inglese aggiunto per la nuova edizione, permette di scegliere il tono preferito. Il risultato non è memorabile in termini assoluti, ma coerente con l’impianto complessivo e funzionale al tipo di esperienza proposta.

PUBBLICITÀ

Il gioco come si sarà intuito non punta alla profondità . La varietà dei minigiochi sicuramente non è sterminata e non è esente da una sensazione di stanca e di mancanza; la gestione della casa è più estetica che strategica, aggiunge in realtà poco all’esperienza di gioco; È una questione di aspettative più che di qualità intrinseca, arrivati a un certo punto sarà lecito chiedersi “e poi?”, dato che appunto ci mancherà qualcosa. Tra i pregi spiccano la coerenza del tono, la cura con cui il gioco originale viene riproposto, la piacevolezza delle routine quotidiane e la naturale compatibilità con la fruizione portatile della Switch. È un titolo che si presta perfettamente a sessioni brevi, magari una giornata alla volta, creando un ritmo personale. Tuttavia tra i difetti, oltre quelli già accennati, emerge la ripetitività, inevitabile data la struttura; alcuni minigiochi con meno verve degli altri; e una progressione che, se affrontata in lunghe sessioni, può perdere freschezza. Nel complesso, Milano’s Odd Job Collection è una operazione di recupero che trova senso proprio nella sua leggerezza, nel suo spirito spensierato e nella sua autenticità rétro. Non pretende di essere altro da ciò che è: una finestra su un’estate alternativa fatta di lavoretti improbabili, routine lente e un’atmosfera che oggi risulta quasi terapeutica. Tuttavia, è bene chiarirlo una volta ancora, Milano e le sue avventure trovano una ragione d’essere prima di tutto tra gli estimatori di un’epoca andata, al giorno d’oggi alcune dinamiche e alcune strutture crediamo possano fare una certa fatica ad imporsi.

La recensione

6 Il voto

Milano’s Odd Job Collection è una piccola operazione di recupero dal tono leggero e affettuoso, ideale per chi cerca brevi sessioni rilassate più che profondità o varietà strutturale. I minigiochi mostrano sono divertenti ma prestano troppo presto il fianco a una certa mancanza di varietà. Rimane però intatta la cura nella riproposizione del materiale originale e una certa piacevolezza quotidiana che si adatta bene alla portabilità della Switch. Un tuffo rétro gradevole, consigliato soprattutto ai nostalgici.

Valutazione

  • Il voto 0
PUBBLICITÀ

ARTICOLI CORRELATI

Prossimo articolo

Lascia un commento

VIDEO

Ben tornato!

Effettua l'accesso

Crea un account!

Compila i seguenti campi per registrarti

Recupera password

Per favore, inserisci il tuo Username o la tua Email per recuperare la password.

Crea nuova Playlist