Switch 2: Metroid Prime 4 Beyond: la recensione

Samus Aran, la migliore cacciatrice di taglie della galassia, deve esplorare il misterioso pianeta Viewros, sfruttando nuove abilità psichiche per trovare un modo per tornare a casa

Metroid Prime 4: Beyond arriva sulle spalle di uno dei lasciti più importanti dell’intera storia Nintendo. La serie Metroid, nata nel 1986, ha definito un modo di intendere l’esplorazione e la progressione non lineare, tanto da generare un genere — il “metroidvania” — che ancora oggi rappresenta un punto di riferimento per migliaia di produzioni. All’interno di questa tradizione, la sotto-serie Prime, sviluppata da Retro Studios, ha avuto un ruolo ancora più determinante: portare quel DNA in prima persona, trasformandolo in un’esperienza immersiva e atmosferica che nel 2002 rivoluzionò tanto l’FPS quanto il genere avventuroso su console, lasciando il segno in maniera così profonda che anche la recente Remaster del primo, storico episodio ha saputo impressionare pubblico e critica. Per questo motivo, l’attesa di Metroid Prime 4 è stata lunga, rumorosa e carica di aspettative. Annunciato per la prima volta nel 2017, il progetto è diventato in breve tempo una sorta di oggetto mitico per i fan: un seguito che avrebbe dovuto raccogliere l’eredità di Prime 1–3 e riportare Samus Aran al centro della scena con una produzione moderna e tecnologicamente all’avanguardia. Dopo un reboot dello sviluppo e un silenzio durato anni, Beyond approda ora su Nintendo Switch 2 come uno dei titoli simbolo della nuova generazione della casa di Kyoto: non solo un ritorno attesissimo, ma anche la dichiarazione di continuità di una delle saghe più prestigiose nel catalogo Nintendo.

La genesi di Metroid Prime 4: Beyond è ormai parte integrante della sua identità. Annunciato all’E3 2017 con un semplice logo — senza immagini, senza trailer, con l’unica promessa di un ritorno della saga Prime — il progetto nasceva inizialmente presso un team esterno a Retro Studios, con indicazioni credibili che puntavano verso una collaborazione con Bandai Namco Studios Singapore. La scelta appariva coerente con la volontà di Nintendo di accelerare la produzione interna esternalizzando parti dello sviluppo, ma il risultato non si avvicinava alla qualità e alla visione necessarie per proseguire il lascito della trilogia Prime. A gennaio 2019 arriva il momento decisivo: in modo raro e sorprendentemente trasparente, Nintendo annuncia ufficialmente il restart totale del progetto. Kensuke Tanabe, storico produttore della serie Prime, dichiara che la qualità non era soddisfacente e che il gioco sarebbe ripartito da zero, tornando nelle mani di Retro Studios. Una decisione drastica ma profondamente rassicurante per i fan: Retro, responsabile dell’intera trilogia originale, rappresentava la scelta naturale per dare forma a un nuovo episodio all’altezza della sua eredità. Seguono anni di silenzio quasi assoluto: nuove assunzioni di personale di alto profilo, aggiornamenti sporadici sui social dello studio, indizi su un progetto tecnicamente ambizioso, compatibile con l’idea di un titolo destinato alla futura console Nintendo. Solo nel 2024–2025 Metroid Prime 4 riemerge finalmente come Metroid Prime 4: Beyond, trasformandosi da mito irraggiungibile a realtà concreta. Sette anni di attesa, una ripartenza integrale e un team riportato “a casa”: tutto ciò carica Beyond di un peso enorme, ma anche di un’aspettativa che raramente si vede nel panorama videoludico. Un fardello forse persino eccessivo, che rischia di minare la percezione del prodotto reale che, finalmente, abbiamo ora tra le mani.

Metroid Prime 4: Beyond porta Samus Aran in un nuovo sistema stellare, con un’avventura che si apre sul misterioso pianeta Viewros, un mondo denso di biomi contrapposti, strutture aliene e insediamenti abbandonati che suggeriscono una catastrofe ancora in atto. Il cuore della missione ruota attorno al Sol Valley, un hub centrale che funge da base operativa e punto di diramazione verso le diverse regioni esplorabili. Qui Samus riceve dati, aggiorna equipaggiamento e, soprattutto, raccoglie indizi sui movimenti di un nemico che da anni aleggia sulle storie della serie: Sylux. Già introdotto come figura misteriosa nei finali della trilogia Prime e poi riproposto in Metroid Prime: Federation Force, Sylux assume qui un ruolo antagonista più strutturato, muovendosi nell’ombra per sabotare Samus e ostacolarne la missione. A lui si affiancano nuove minacce biologiche e meccaniche legate all’ecosistema di Viewros, insieme alla ricomparsa di elementi iconici come la fauna mutata e antiche tecnologie aliene. La narrazione mantiene l’approccio tipico del filone Prime: storytelling ambientale, logbook approfonditi e un forte senso di isolamento, pur integrando cinematiche più curate e una progressione meno frammentaria. La struttura geografica rimane quella di un overworld interconnesso, ma ciascuna macro-area assume una verticalità e complessità quasi da dungeon, enfatizzando la natura di “regioni puzzle” più che di semplici mappe aperte. Il tono è quello classico della serie: solitudine, scoperta, inquietudine, ma con un taglio più dinamico per sostenere il ritmo moderno dell’esplorazione e degli scontri. Beyond si presenta così come un ritorno alle radici, senza rinunciare a un graduale rinnovamento della formula Prime, complice un ruolo più presente e senza dubbio meglio integrato da parte di diversi NPC facenti parte della Federazione Galattica.

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