Quasi inaspettatamente, per un titolo crossgen nato sulla precedente generazione hardware e travagliato da anni di stop&go in ambito di programazione, Metroid Prime 4 Beyond eccelle però sotto svariati punti di vista tecnici. Metroid Prime 4: Beyond sfrutta in modo mirato le nuove possibilità di Switch 2, sia in ambito di interfaccia che di resa a schermo. Il sistema di controllo resta ancorato al modello moderno introdotto dal remaster del primo Prime: dual stick completi, mira rapida e un lock-on rivisto che rende più fluide le schivate laterali. A questo si aggiunge un uso calibrato del giroscopio, utile per micro-aggiustamenti di precisione, ma sempre opzionale per non disorientare chi preferisce la configurazione tradizionale. Altro elemento distintivo è l’integrazione dei controlli in stile “mouse mode” di Switch 2, sfruttata principalmente nello scanning e in alcuni puzzle a puntamento fine: funzionalità interessante, pienamente convincente anche in ambito di mira e combattimento. Nel complesso, un set di controlli solido e moderno, con un’ottima adozione delle feature avanzate proprie della Nintendo Switch 2. L’interfaccia riprende quella storica dei visori, arricchita da indicatori tridimensionali più chiari e una lettura più immediata dei log, valorizzando l’ampio LCD della console ma anche e soprattutto la funzione HDR su schermi TV. Sul piano tecnico, Metroid Prime 4: Beyond rappresenta uno dei titoli Switch 2 più ambiziosi, pur mostrando un approccio meno muscolare di altre produzioni tripla A. L’immagine è resa tramite upscaling avanzato, con risultati molto nitidi in TV e un aspetto eccezionalmente definito in portatile grazie all’elevata densità dello schermo. La risoluzione nativa oscilla nei contesti più complessi, ma raramente scende sotto soglie percepibili, mantenendo un’impressione generale di pulizia impeccabile. Il frame rate si assesta sempre sui 60 fps, raggiunti con buona costanza nei dungeon e nelle aree chiuse — veri showcase del motore — mentre l’overworld di Sol Valley rimane più incostante, ma il gioco permette anche di abbassare la risoluzione dai 4K raggiungibili su TV a 1080p, elevando però le performance addirittura a 120fps, per una resa assolutamente fluidissima del tutto. Le luci volumetriche, gli shader dei materiali organici e metallici e la nuova gestione delle superfici liquide mostrano un salto tecnico netto rispetto all’era Switch 1, anche se l’acqua non raggiunge la complessità vista su hardware più potenti. Tempi di caricamento molto rapidi e una gestione termica equilibrata chiudono un quadro generalmente eccellente, pur con margini di miglioramento nelle aree aperte e, ovviamente, in ambito di mole poligonale, ancora figlia delle origini old gen del titolo.

Pur nella sua imponenza produttiva, Metroid Prime 4: Beyond mostra talvolta una certa indecisione di direzione, oscillando fra due anime che non sempre si fondono in modo perfettamente organico. Da un lato, l’intento di rinfrescare la formula porta verso un’esplorazione più lineare, sezioni action più marcate e un semi–open world utilizzato come cerniera tra le macro–aree; dall’altro, il gioco resta fortemente ancorato alle radici della serie, con il suo ritmo immersivo, il backtracking ragionato e un sistema di combattimento che conserva le dinamiche classiche dei Prime. Questo dualismo, sebbene interessante, lascia talvolta la sensazione di un’opera che non osa fino in fondo sul versante innovativo, senza però raggiungere la perfetta compattezza dei capolavori più coesi. Eppure, grazie alle qualità endemiche della saga — ancora oggi rare nel panorama videoludico — e all’incredibile abilità tecnica e soprattutto artistica di Retro Studios, il livello qualitativo rimane altissimo. Le musiche evocative, i dettagli ambientali minuziosi, la cura dei particolari e un’atmosfera che trasuda identità e isolamento siderale rendono difficile staccarsi dallo schermo. Terminare la campagna richiede una dozzina abbondante di ore, ma la durata può facilmente salire verso la ventina per chi desidera scovare ogni segreto, potenziare l’arsenale e approfondire ogni frammento di narrativa ambientale. In definitiva, un’esperienza magnetica, pur con qualche esitazione strutturale.
La recensione
Metroid Prime 4: Beyond non è forse il capitolo perfetto né quello più audace della serie, ma resta un ritorno di enorme spessore. Le esitazioni tra tradizione e innovazione ne limitano l’impatto complessivo, ma l’atmosfera, la direzione artistica, la cura maniacale dei dettagli e la solidità del gameplay in prima persona confermano la forza unica del filone Prime. Un’esperienza intensa, affascinante, tecnicamente solida su Switch 2 e capace di ricordare — ancora una volta — perché il nome Metroid continua a essere sinonimo di qualità e identità.











dopo una recensione che loda così tanto il gioco…”solo” 8?
a questo punto mi nasce il sospetto che si abbia quasi vergogna di dare voti un pochino più alti quasi a non volersi compromettere rispetto a tutti gli altri voti/testate. ma se il gioco è piaciuto senza (quasi) remore che male c’è?
è davvero un male essere un gioco “nel solco della tradizione” in cui funziona pressocchè tutto, che è un ottimo esponente della serie solo perchè appunto non rivoluziona tutto e non rappresenta il momento “botw” della saga? abbiamo letto pure commenti di chi metteva in discussione il tipico backtracking che è poi il fulcro del genere a cui metroid contribuisce a dare il nome…insomma cosa doveva fare questo giocopiù di così? doveva abbandonare ogni velleità di innovazione e fare un gioco tale e quale a metroid prime per NGC solo con la grafica meglio o innovare completamente abbandonando gran parte delle caratteristiche tipiche della serie? immagino che in entrambi i casi sarebbe stato criticato. la sensazione è che infatti venga sia criticato perchè troppo legato alla tradizione sia perchè osa fare qualcosa di diverso.
non è una critica al recensore. è un tentativo di capire perchè i recensori in generale si sono tenuti “così bassi” coi voti quando di giochi che non rivoluzionano niente e che sono semplicemente degli ottimi (io questo capisco dalla recensione) esponenti della serie…ne escono a iosa.
forse paga l’attesa di tutti questi anni? le aspettative erano troppo alte? lo si aspettava al varco per mettergli i voti col freno a mano tirato?
i voti sono buoni eh per carità. ma è davvero così inferiore ai precedenti per beccarsi 10 punti in meno minimo su metacritic? è una domanda non retorica. vorrei capire sul serio…perchè dalla recensione sembra un gioco da 9.5 XD