Ci sono giochi che non hanno semplicemente fatto la storia del videogioco: l’hanno scolpita, pixel dopo pixel, nelle memorie di intere generazioni. Lemmings, con il suo puzzle gameplay strategico, ha insegnato a riflettere prima di agire, trasformando l’apparente semplicità in un esercizio di ingegno. Pac-Man, con il suo labirinto ipnotico e l’iconica forma a pizzico, è diventato simbolo universale di un’era, capace di trascendere console e culture. Questi titoli – insieme a tanti altri che hanno popolato gli anni ’80 e ’90 – rappresentano un’epoca di sperimentazione feroce, in cui la tecnologia limitata non era ostacolo ma stimolo creativo. La loro giocabilità era spesso istantanea ma profonda, l’accessibilità un valore, il design grafico ridotto all’osso ma incredibilmente memorabile. In quei mondi digitali minimali si celava una narrativa implicita, fatta di rischi, regole e ritmo. Un linguaggio comune che ha avvicinato milioni di giocatori, lasciando un’impronta indelebile.
Tra le glorie del passato che hanno saputo costruirsi un’identità unica nel panorama videoludico, il brand Worms occupa un posto di tutto rispetto. Nato nel 1995 per opera di Team17, il gioco seppe immediatamente imporsi grazie a una formula tanto semplice quanto geniale: uno strategico a turni dalla fisica imprevedibile, con protagonisti vermi antropomorfi armati fino ai denti e un’ironia dissacrante che ne costituiva il marchio di fabbrica. Il debutto fu accolto calorosamente da pubblico e critica, che ne lodarono la giocabilità immediata, la forte componente tattica e uno stile audiovisivo inconfondibile. Da lì in poi, il franchise conobbe anni di costante crescita, arricchendosi di numerosi capitoli come Worms Armageddon e Worms World Party, considerati da molti il vertice della serie. Tuttavia, con l’avvento di una nuova generazione di giocatori e l’evoluzione dell’industria verso modelli più cinematografici, multiplayer persistenti e produzioni ad alto budget, la serie ha iniziato a perdere parte del suo slancio. In un mercato dominato da grafica fotorealistica, open world narrativi e microtransazioni pervasive, Worms ha faticato a ritagliarsi uno spazio stabile, pur tentando rinnovamenti più o meno riusciti. Eppure, per molti, resta un emblema di un’epoca in cui bastavano una mappa destrutturabile, una Holy Hand Grenade e qualche battuta ben piazzata per fare la storia.
Worms Armageddon: Anniversary Edition si presenta come una vera e propria lettera d’amore ai fan della saga, offrendo una celebrazione curata e ricchissima del celebre strategico a turni. Al cuore della raccolta troviamo il leggendario Worms Armageddon, riproposto nella sua veste classica ma con aggiornamenti moderni sul fronte grafico e funzionale. Accanto a questo, l’edizione include anche Worms World Party in versione Game Boy Advance, oltre ai capitoli a 16-bit per Super NES e Genesis/Mega Drive, tutti accessibili da un unico hub retro-centrico. Tra le aggiunte spiccano il codice segreto “Boggy B”, che sblocca l’intero contenuto sin dall’inizio, e una modalità documentario interattiva con tanto di timeline museale, perfetta per i nostalgici e i curiosi. La modalità Deathmatch single player, la campagna con oltre 40 missioni, i cinque percorsi di allenamento e le più di 55 armi stravaganti completano il pacchetto, arricchito ulteriormente da feature multiplayer storiche come Allied Teams, Worms Disease e Handicapping.
Su Nintendo Switch, Worms Armageddon: Anniversary Edition si difende con dignità, ma non riesce a nascondere del tutto i limiti di un progetto che guarda più al passato che al presente. Pur trattandosi di un titolo dallo stile grafico semplice, i miglioramenti apportati per gli schermi moderni appaiono minimali, quasi timorosi di intervenire davvero sull’impianto estetico originario. Il framerate resta stabile sia in modalità dock che portatile, ma si notano piccole incertezze nei caricamenti e qualche esitazione nelle transizioni tra menu e partite. L’interfaccia è funzionale ma piuttosto spartana, e non sono presenti implementazioni pensate ad hoc per le peculiarità della console, come touch screen o motion control. In compenso, la retrocompatibilità con controller e l’adattamento fullscreen sono apprezzabili. Nel complesso, un lavoro tecnico che fa il minimo sindacale per garantire la giocabilità, ma non osa e non sorprende.
La recensione
Worms Armageddon: Anniversary Edition è un’operazione celebrativa che guarda al passato con affetto, offrendo contenuti storici e modalità classiche in una veste aggiornata quel tanto che basta per risultare funzionale su Switch. La giocabilità rimane solida, ma l’impatto tecnico e le novità scarseggiano. Un omaggio discreto, più pensato per i nostalgici che per conquistare nuovi fan.
…..Ormai ho Un gioco worms per ogni piattaforma….
per forza!