Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons: la recensione

Preparati a fare a pugni in stile Double Dragon in questa nuova aggiunta all'iconico franchise picchiaduro.

Nell’industria videoludica odierna si respira un’aria di continuo dialogo con il passato, in cui grandi classici vengono riproposti sotto nuove forme, talvolta attraverso remake fedeli, altre volte tramite reinterpretazioni che ne aggiornano lo stile grafico, la resa tecnica e persino alcune scelte ludiche. Non sempre queste operazioni riescono a colpire nel segno, ma il meglio si ottiene quando gli sviluppatori riescono a trovare un punto di equilibrio tra le radici e l’innovazione, ripulendo e rinfrescando elementi che oggi possono sembrare agé senza però disperdere la personalità originale del prodotto. È proprio in questo sottile confine che spesso si gioca il successo delle rivisitazioni, capaci di restituire il fascino delle esperienze storiche a un pubblico contemporaneo che, pur con abitudini e aspettative mutate, continua a riconoscere valore nel DNA dei titoli che hanno segnato intere epoche.

Tra i marchi più riconoscibili della storia dei picchiaduro a scorrimento, Double Dragon occupa un posto speciale, incarnando l’essenza dell’epoca d’oro delle sale giochi. Nato nel 1987 grazie a Technōs Japan, il primo capitolo fu una vera rivoluzione: ambientazione urbana, cooperativa a due giocatori e un sistema di combattimento immediato ma ricco per l’epoca lo resero un successo planetario, destinato a dettare le regole del genere. A questo seguirono titoli altrettanto iconici come Double Dragon II: The Revenge (1988), che affinò la formula con nuove mosse e scenari, e Double Dragon 3: The Rosetta Stone (1990), che provò ad ampliare l’avventura con toni più ambiziosi. Il brand conobbe anche trasposizioni casalinghe di enorme popolarità su NES e altre piattaforme, rafforzandone il mito presso una generazione di giocatori. Tuttavia, con l’inizio degli anni ’90 e l’arrivo di rivali come Final Fight e soprattutto Streets of Rage, il marchio iniziò un lento declino, incapace di rinnovarsi davvero. Pur con spin-off, remake e apparizioni sporadiche, Double Dragon ha faticato a mantenere la centralità che lo aveva reso leggenda, rimanendo più un ricordo luminoso che un protagonista attuale della scena.

Con Double Dragon Gaiden: Rise of the Dragons, il leggendario franchise è tornato a nuova vita in chiave moderna, senza dimenticare le proprie radici. Lanciato nel 2023 su console e PC, il progetto ha segnato un ritorno convincente, capace di riportare in auge il fascino del picchiaduro a scorrimento grazie a un mix di pixel art curata e meccaniche cooperative aggiornate. Pur non privo di qualche limite nella varietà e nella progressione, il titolo ha ricevuto una buona accoglienza da parte della critica, che ne ha lodato l’equilibrio tra nostalgia e rinnovamento, e un discreto riscontro commerciale, alimentato dal traino del nome storico e dal genere tornato a respirare nuova linfa. Oggi il percorso del gioco non si arresta: Double Dragon Gaiden si espande infatti con nuovi contenuti scaricabili, pronti ad arricchire l’esperienza di base con ulteriori personaggi giocabili, nemici inediti e boss aggiuntivi. Un aggiornamento che promette di ravvivare ulteriormente l’avventura, offrendo nuove sfide e spunti per chi non ha mai abbandonato Billy e Jimmy Lee.

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