Switch 2: Yakuza Kiwami: la recensione

L'origine del drago

Yakuza Kiwami e Yakuza Kiwami 2 sono proposti ai possessori di Nintendo Switch 2 sia in versione singola che in bundle, per un’offerta senza dubbio interessante in termini di rapporto tra qualità, quantità e prezzo: la nostra redazione ha avuto la fortuna di poter mettere le mani su entrambi i titoli, dopo il già convincente esordio della serie sul nuovo hardware della casa di Kyoto avvenuto al lancio con Yakuza Kiwami 0, e abbiamo deciso di proporvi un’analisi separata per ciascun capitolo. Detto questo, il voto numerico di fine articolo rispecchia la valutazione complessiva dell’odierna offerta, prendendo in esame l’ipotesi molto attraente dell’acquisto combinato della collection.

Se sei uno di quelli che ha sempre guardato la saga di Yakuza con curiosità ma non ha mai avuto la pazienza di recuperarla, ora non hai più scuse! Kiwami è arrivato sulla nuova console Nintendo e lo fa in grande stile. Dopo la recensione del capitolo Kiwami 0, quella recentissima di Kiwami 2, eccoci infatti alle prese con il primo capitolo capostipite della saga. Un’avventura che, a onor del vero, avevamo già avuto la fortuna di assaporare lo scorso anno, soltanto in versione Nintendo Switch. Ma cosa ne pensiamo della sua riproposizione in salsa next gen? Ebbene, mettetevi comodi: partiamo con la visita guidata di Kamurocho, su Nintendo Switch 2!

Per chi non lo sapesse, Kiwami è il remake del primo Yakuza, uscito nel 2006 su PlayStation 2, e racconta le origini del leggendario Kazuma Kiryu, il Dragone di Dojima. La storia parte con Kiryu che, a soli ventisette anni, è già un pezzo grosso del Clan Tojo. La sua vita prende però una piega drammatica quando decide di sacrificarsi per proteggere la sua famiglia adottiva e finisce in prigione per dieci anni. Al suo ritorno, il mondo della yakuza è cambiato, e lui deve ricostruire la propria identità mentre cerca di proteggere Haruka, una bambina che diventa il fulcro emotivo della trama. È un racconto di lealtà, tradimenti e seconde possibilità, che ancora oggi riesce a tenerci incollati allo schermo!

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Ma veniamo al gameplay, da sempre il vero cuore dell’esperienza. Yakuza Kiwami non è un picchiaduro classico, ma nemmeno un RPG puro: è un ibrido narrativo con combattimenti in tempo reale. Possiamo muoverci liberamente per le strade di Kamurocho, parlare con gli NPC, immergerci nella trama principale e nelle missioni secondarie. Quando la tensione sale, qualcuno ti provoca o la storia avanza, si passa direttamente al combattimento: nessuna schermata di caricamento, nessun passaggio artificiale, Kiryu si mette in posizione e parte la rissa.

Il sistema di lotta è basato su combo, schivate e mosse speciali, attivabili quando la barra sullo schermo si riempie. Avremo a disposizione quattro stili di combattimento, ciascuno con un feeling diverso: equilibrato, veloce, brutale e quello legato alla crescita narrativa del protagonista. I combattimenti sono coreografati, spettacolari e soprattutto divertenti: non troppo tecnici, ma nemmeno banali. Ti tengono sempre attivo e ti premiano se impari a leggere i movimenti degli avversari tra schivate e mosse speciali.

E non finisce qui! Kamurocho è piena di attività secondarie che spezzano il ritmo e ti fanno respirare tra un colpo di scena e l’altro. Puoi cantare al karaoke, giocare a mahjong, partecipare alle corse con le macchinine Pocket Circuit o semplicemente aiutare passanti in situazioni assurde. Tutte queste attività contribuiscono a rendere il mondo più vivo e credibile. A rendere tutto ancora più imprevedibile c’è il sistema “Majima Everywhere”, una trovata brillante: Goro Majima, il rivale più folle di Kiryu, può comparire in qualsiasi momento per sfidarti, costringendoti a migliorare il tuo stile di combattimento e a stare sempre all’erta.

La progressione è semplice ma efficace: accumuli esperienza, sblocchi nuove mosse, potenzi le statistiche e ti senti sempre più padrone della città. Certo, alcune meccaniche tradiscono le origini PS2 e non hanno la freschezza dei capitoli più recenti, ma se sei nuovo della saga questo è il punto di partenza perfetto.

Dal punto di vista tecnico, Switch 2 regge benissimo il peso del gioco. Non aspettarti miracoli grafici rispetto alle versioni PS4 o PC, ma il porting è fluido e stabile. Il vero plus è la possibilità di giocarlo ovunque: portarsi Kamurocho in tasca e perdersi tra karaoke, combattimenti da strada e minigiochi assurdi è un lusso che solo la nuova console Nintendo può offrire. Un altro punto a favore è la localizzazione: per la prima volta i testi sono tradotti in italiano. Non è un dettaglio da poco: la saga di Yakuza vive di dialoghi, sfumature culturali e ironia che rischiavano di perdersi senza una traduzione curata. Ora invece possiamo goderci appieno le conversazioni tra Kiryu e i vari personaggi, senza dover decifrare l’inglese o il giapponese!

La recensione

8 Il voto

Yakuza Kiwami su Switch 2 è molto più di un remake: è il ponte ideale tra passato e presente, un’occasione per scoprire (o riscoprire) Kazuma Kiryu con la comodità della portabilità e la forza di una localizzazione finalmente accessibile. Kamurocho resta un palcoscenico irresistibile di storie e follie, mentre il gameplay continua a sorprendere e divertire. Per i nuovi giocatori è l’ingresso perfetto nella saga, per i veterani un ritorno nostalgico che conserva intatta la sua potenza. In poche parole: pugni, cuore e follia, sempre al tuo fianco!

Valutazione

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