Ogni volta che un nuovo videogioco italiano riesce a guadagnare spazio nel turbolento mare dei titoli disponibili per la nostra amata console, non possiamo che essere entusiasti. Negli ultimi anni, il panorama dello sviluppo videoludico italiano ha dimostrato di saper produrre titoli sempre più ambiziosi e competitivi, capaci di andare oltre i confini della produzione “di nicchia” per abbracciare un pubblico più vasto. Trident’s Tale è l’ultimo esempio in ordine di tempo di questa maturazione: sviluppato da 3DClouds, studio con sede a Milano, nato nel 2016, e già noto per la lavorazione di IP importanti come Transformers: Galactic Trials, Hot Wheels e Paw Patrol World, questo nuovo titolo rappresenta un passo importante. È infatti un progetto completamente originale, autopubblicato e autofinanziato, con cui lo studio dimostra una fiducia concreta nella propria visione creativa. In questo contesto, Trident’s Tale è un titolo che nasce con una vocazione chiara: unire il fascino classico dell’avventura piratesca alla struttura moderna dell’action-adventure in terza persona, con una forte impronta narrativa e un gameplay accessibile ma stratificato. Il tutto arricchito da un’estetica che si ispira ai film d’animazione anni ‘80/’90, con colori vivaci, personaggi stilizzati ma espressivi e un mondo che sprizza carisma. Al centro di Trident’s Tale c’è Ocean, una giovane e determinata capitana che si imbarca in un viaggio per mare alla ricerca del Tridente della Tempesta, un artefatto leggendario capace di controllare gli elementi e cambiare le sorti del mondo. Il tono è quello dell’avventura epica classica, dove il viaggio esteriore si intreccia con quello interiore. Ocean, infatti, non è soltanto un’eroina che insegue un oggetto magico, ma una figura in evoluzione, che costruisce la propria identità attraverso l’incontro con altri personaggi, la scoperta di isole misteriose, e le scelte che il giocatore compie lungo il cammino.
La narrazione è guidata ma non oppressiva. Ci sono dialoghi doppiati, missioni principali che spingono la storia in avanti, ma anche numerosi contenuti secondari che arricchiscono il mondo e offrono scorci sulla vita quotidiana di marinai, mercanti e abitanti delle isole. Le atmosfere ricordano un po’ quelle di The Legend of Zelda: Wind Waker, ma con una sensibilità tutta europea, più narrativa e meno fiabesca. Impossibile inoltre non citare qualche rimando, anche involontario, ad un altro must quando si parla di pirati, ossia la saga di Monkey Island. Le isole da visitare sono molteplici, ciascuna con una propria identità visiva e tematica, e spesso celano dungeon, enigmi ambientali, reliquie perdute e segreti da decifrare. Dal punto di vista del gameplay, Trident’s Tale si presenta come un action-adventure in terza persona con due anime distinte ma integrate: l’esplorazione terrestre e il combattimento navale. Il sistema di controllo è intuitivo e ben progettato, pensato per essere accessibile anche a chi non è esperto del genere, ma offre comunque sufficiente profondità da tenere impegnato il giocatore più attento. A terra, il gioco alterna fasi di combattimento, esplorazione libera e risoluzione di puzzle ambientali. Ocean può combattere con spada e pistola, ma anche con abilità magiche che si ottengono man mano che si progredisce nella storia. Il combat system è orientato più all’azione che alla tecnica: non ci sono combo complesse né un sistema di parate elaborate, ma è possibile concatenare attacchi, schivate e poteri speciali in modo fluido. L’intelligenza artificiale dei nemici è funzionale ma non brillante, e l’attenzione è più rivolta al ritmo e alla varietà dei combattimenti che alla sfida pura.
Le fasi navali, invece, rappresentano un vero punto di forza. La gestione della nave è semplice ma gratificante: si può navigare liberamente, decidere quando attaccare, utilizzare i cannoni per affrontare pirati rivali o mostri marini come il Kraken. È anche possibile personalizzare la nave con potenziamenti, sia estetici che funzionali, ottenuti attraverso il crafting o le ricompense delle missioni. Il mare non è solo un “hub” tra una missione e l’altra, ma uno spazio di gioco vivo, con cambiamenti meteo in tempo reale, passaggio tra giorno e notte, e minacce dinamiche che possono costringere a deviazioni impreviste. La progressione è legata anche alla costruzione di un equipaggio personalizzabile: ogni personaggio reclutabile ha abilità uniche che possono influenzare il combattimento, il crafting o l’interazione con l’ambiente. Questo sistema introduce una dimensione gestionale che, pur non troppo profonda, aggiunge varietà e un pizzico di strategia. Graficamente, Trident’s Tale punta su uno stile cartoon/low-poly ben rifinito, che valorizza la leggibilità e la coerenza stilistica. Il mondo è coloratissimo, le animazioni principali sono fluide e l’interfaccia è pulita. Su Nintendo Switch il titolo si comporta dignitosamente, anche se si notano alcune ovvie limitazioni tecniche rispetto alle versioni per PC o console maggiori: in particolare, la risoluzione scende in modalità portatile, alcuni effetti visivi sono semplificati, e si verificano occasionali cali di frame nelle aree più complesse o durante le battaglie navali più caotiche.
Il comparto audio fa il suo dovere senza eccellere: le musiche sono piacevoli, con brani orchestrali leggeri nei momenti di esplorazione e più epici durante gli scontri. Il doppiaggio è discreto (in inglese), e i testi sono disponibili in italiano con una buona localizzazione. Il sound design è funzionale, ma talvolta manca un po’ di impatto nei colpi o nelle esplosioni, soprattutto durante le battaglie in mare. Tra gli aspetti più riusciti di Trident’s Tale spicca senza dubbio il mondo di gioco, ricco di atmosfera e animato da isole ben caratterizzate, ciascuna con una propria identità visiva e tematica. Le meccaniche di navigazione e combattimento navale risultano tra le più divertenti dell’intera esperienza, regalando momenti adrenalinici e un vero senso di avventura. C’è inoltre una buona integrazione tra narrazione, gameplay e sistema di progressione, che rende l’esperienza fluida e coerente. Il comparto grafico, con il suo stile accattivante e colorato, risulta accessibile e piacevole per un pubblico ampio, mentre il progetto nel suo insieme rappresenta un’espressione convincente del talento emergente del team italiano di 3DClouds. D’altro canto, il gioco non è privo di difetti. Il sistema di combattimento a terra, pur funzionale, appare piuttosto basilare e poco profondo, mancando di quella varietà che avrebbe potuto renderlo più coinvolgente sul lungo termine. Su Nintendo Switch si riscontrano alcune limitazioni tecniche, come cali di frame rate e texture semplificate, che penalizzano parzialmente l’impatto visivo complessivo. Anche le boss fight, pur ben coreografate, non sempre riescono a lasciare il segno, risultando in alcuni casi prevedibili o poco ispirate. Infine, gli enigmi ambientali, sebbene presenti con regolarità, tendono a essere troppo semplici o poco originali, e raramente offrono una vera sfida.
La recensione
Trident’s Tale è un titolo che riesce a farsi amare pur senza rivoluzionare il genere. È un gioco realizzato con passione, pensato per offrire un’avventura accessibile ma coinvolgente, adatta sia ai più giovani che ai giocatori in cerca di una pausa dai titoli più intensi. Il vero merito di 3DClouds è aver costruito un universo coerente e godibile, capace di trasmettere senso di scoperta e meraviglia, pur con qualche imperfezione. Se amate le atmosfere piratesche, le storie di crescita e i mondi colorati da esplorare con curiosità e meraviglia, Trident’s Tale è una tappa che merita una sosta.