Un giudizio forse sorprendentemente positivo, grazie anche a diverse accortezze messe in capo dagli sviluppatori. Diversi, infatti, sono gli elementi ritoccati per rendere il titolo appetibile anche al pubblico del 2025: innanzitutto, ovviamente la grafica in HD, che presenta il gioco in una risoluzione migliorata, con la possibilità di scegliere tra formato widescreen 16:9 e l’originale 4:3. Ma non solo: troviamo infatti anche controlli modernizzati, che si affiancano a quelli “tank” classici, rendendo disponibile un’opzione di controllo analogico a 360 gradi, offrendo un’esperienza di gioco più fluida. E ancora: la modalità “Hell”, che consta di una nuova difficoltà estrema in cui il protagonista muore con un solo colpo, pensata per i giocatori più esperti e, chissà, amanti dei souls-like, mentre per noi comuni mortali sono stati introdotti anche funzionalità aggiuntive come il salvataggio automatico, il cambio rapido delle armi, e la possibilità di attivare manualmente la trasformazione in Onimusha, andando a completare un quadro di migliorie QoL non indifferente. Per finire, ecco anche i contenuti bonus: l’accesso immediato a minigiochi come “The Man in Black”, “Team Oni” e “Puzzle Phantom Realm”, oltre a una galleria con oltre 100 schizzi del designer Keita Amemiya e una selezione musicale con 43 tracce originali. Davvero un’edizione da collezionisti, sotto un certo punto di vista.
Essendo una semplice remaster e non un remake, Onimusha 2: Samurai’s Destiny conserva integralmente l’impianto tecnico originale dell’epoca PS2, con ritocchi minimi a livello di risoluzione e pulizia dell’immagine. Questo comporta una resa visiva che, pur migliorata, tradisce le origini di un’era poligonale ancora acerba, con modelli rigidi e animazioni essenziali. Eppure, grazie a una direzione artistica sopra la media, il comparto grafico mantiene un fascino particolare: i personaggi, dal design deciso, e gli ambienti ispirati a un Giappone feudale corrotto da influssi oscuri, funzionano ancora oggi sul piano visivo. Le migliorie QoL, come i caricamenti rapidi, il salvataggio automatico e i controlli aggiornati, alleggeriscono l’esperienza e ne rendono la fruizione più moderna. In più, la natura ibrida di Nintendo Switch consente di apprezzare il gioco anche in modalità portatile, dove i limiti tecnici si percepiscono meno e l’immersione resta sorprendentemente efficace.
La recensione
Questa remaster di Onimusha 2 convince solo in parte: i limiti tecnici dell’epoca restano evidenti, nonostante i piccoli ritocchi e le migliorie QoL. Tuttavia, l’ottima direzione artistica e la solidità del gameplay originale rendono l’esperienza ancora godibile, specie in portabilità. Più che un ritorno trionfale, è un’operazione interlocutoria, che fa ben sperare per un rilancio più ambizioso e moderno previsto per il prossimo anno.