Ruffy and the Riverside è una ventata d’aria fresca nel panorama dei platform 3D, un titolo che non cerca di camminare semplicemente sulle orme dei grandi classici, ma piuttosto di reinterpretarli con spirito indipendente e sorprendente sensibilità creativa. Nato dall’ingegno dello studio tedesco Zockrates Laboratories, una realtà piccola ma decisamente ambiziosa, e portato al pubblico grazie al supporto del publisher Phiphen Games, il gioco si presenta con uno stile visivo fuori dagli schemi, una narrazione leggera ma coinvolgente e un mondo che trabocca di colore, personalità e ironia. Riverside, il regno in cui si svolge l’avventura, non è solo uno sfondo pittoresco, ma una terra viva, attraversata da sette biomi unici e da creature buffe che accompagnano il giocatore in una progressione che alterna momenti di esplorazione spensierata ad altri di puro platforming. Ma è proprio all’interno di questa struttura familiare, con i suoi salti, i collezionabili, i personaggi strampalati e le missioni secondarie, che si innesta un’idea di gameplay sorprendentemente originale: la meccanica dello SWAP, un sistema che consente di copiare e incollare texture ambientali, trasformando radicalmente il modo in cui si interagisce con il mondo di gioco.
Il viaggio, come anticipato, attraversa il mondo di Riverside, un insieme di sette regioni esterne uniche, dalle colline soleggiate alle foreste rigogliose, passando per praterie, sotterranei e scenari acquatici. Ciascuna area è animata da personaggi memorabili – l’ape vivace Pip, la talpa avventurosa Sir Eddler, la saggia tartaruga Silja e una folla di altri comprimari – che conferiscono personalità al mondo e propongono missioni secondarie mai banali: consegne, gare su balle di paglia, piccole incursioni alla scoperta di creature chiamate “Etoi”, e interazioni che mantengono costante l’interesse. La struttura di gioco non è mai lineare: viene introdotta inizialmente in modalità guidata, ma ben presto lascia spazio a una progressione libera. Le fasi platform, gli enigmi SWAP e la transizione occasionale in livelli 2D, ispirati agli spin-off di Mario come Odyssey, si intrecciano con entusiasmo e ritmo. Questi passaggi dal 3D al 2D non sono meri intermezzi estetici, ma elementi funzionali al gameplay: richiedono di combinare swap ambientali e salti precisi, creando un’interazione dinamica tra mondi dimensionali. Il sistema di movimentazione del protagonista è appagante: salti calibrati, arrampicate fluide, spinte su casse e pattinaggi su balle di fieno o sezioni skateboard, con il supporto di Pip tutt’altro che decorativo, poiché fornisce boost aerei che aiutano tanto in termini di ritmo quanto in termini di strategia nei salti o nella esplorazione. La telecamera, pur con qualche problema marginale in poche circostanze, mantiene in generale una buona tenuta, evitando di ostacolare l’approccio al platformer classico e preservando l’attenzione su ciò che conta: la sperimentazione e l’inventiva. L’elemento estetico ruba la scena: ogni frame, edificio e personaggio sono stati disegnati a mano, e il protagonista Ruffy è rappresentato in oltre 600 pose per ciascuna delle otto angolazioni principali. Questo esercizio tecnico, restituisce un universo visivo che sembra uscito da un cartone animato, vibrante e pieno di dettagli, capace di emozionare grazie a una direzione artistica curatissima. La commistione tra sprite 2D e ambienti 3D rende ragione di una pop art di altissima qualità, in cui ogni pixel sembra pulsare di vita, dai riflessi delle texture ai gesti minuti di Ruffy.
La colonna sonora è allegra, adatta a livelli pieni di luce e scoperta, con effetti sonori buffi e ritmati, perfettamente integrati al tono rilassato ma vivace del gioco. Ogni swap è accompagnato da suoni curiosi che danno peso, quasi tangibile, al potere di trasformazione in atto. Dal punto di vista narrativo, la storia segue il clichè del salvataggio del mondo: Ruffy, selezionato come il “Prescelto”, è chiamato a difendere il mondo e i sette fiumi sacri dal malefico Groll che minaccia Riverside con caos e distruzione. Nonostante una trama lineare e prevedibile, gli NPC e i dialoghi infondono leggerezza, umorismo e un pizzico di empatia, sufficiente a creare un tono coerente con l’esperienza videoludica desiderata, senza però eccedere in drammaticità o profondità introspettiva. L’innovazione del gioco risiede interamente nella meccanica SWAP: uno strumento intuitivo, veloce e potente, accessibile fin da subito ma scalabile per complessità ed efficacia. Permette di utilizzare le texture ambientali in più modi: trasformare il sole in luna, far diventare pesci volanti pietre cadenti, o modificare strutture di mattoni in trappole. La versatilità del sistema è stata curata con attenzione: le fasi iniziali offrono soluzioni semplici, mentre crescendo, i livelli richiedono catene di swap in sequenza, capaci di stimolare il pensiero logico e creativo in modo stratificato. La longevità è garantita anche da un sistema di raccolta equilibrato: monete, farfalle, pietre oniriche (“dreamstones”), Etoi e altri collezionabili non invadono l’esperienza, ma rappresentano obiettivi secondari gratificanti per chi desidera completare l’avventura in profondità. Il bilanciamento tra esplorazione, azione, raccolta e puzzle resta in armonia, evitando sia la ripetitività che l’eccessiva dispersione. in Ruffy and the Riverside, copiare e incollare non è solo una scorciatoia da tastiera, ma la chiave per trasformare il mondo e risolvere enigmi con fantasia.. Elementi che compaiono sporadicamente, soprattutto nelle sezioni più dense visivamente, ma che perlopiù non interrompono il flusso di gioco. Nel corso delle fasi avanzate, alcuni enigmi SWAP possono lasciare un senso di déjà vu, poiché riutilizzano meccaniche già incontrate, pur variando contesto e ambientazione. Inoltre, alcune prove possono risultare criptiche, richiedendo tentativi e ripensamenti. Il sistema di checkpoint, pur essendo generalmente funzionale, non consente sempre un recupero immediato nei casi di errori di precisione, costringendo a restart non sempre gradevoli.
La recensione
Ruffy and the Riverside è un platform 3D che combina con equilibrio il sapore dei classici anni Novanta con un tocco di originalità grazie al sistema SWAP. Se da un lato l’idea del gioco è genuinamente divertente e stimolante, dall’altro il contorno artistico e sonoro confermano la volontà di puntare sull’emozione visiva e sulla gioia ludica. Benché le limitazioni tecniche e qualche fase meno ispirata siano presenti, non tolgono merito a un titolo che riesce a farsi amare per spirito creativo, brillantezza estetica e ritmo saggiamente calibrato. Il risultato è un’avventura spensierata, intelligente e colorata, capace di regalare momenti di sorpresa e divertimento a chiunque ami i platform classici reinventati con grazia e inventiva.