Se ti piacciono i city builder ma non hai voglia di gestire tasse, traffico e cittadini in rivolta, Islanders: New Shores potrebbe essere il rifugio ideale. Sviluppato da The Station e pubblicato da Coatsink, arriva su Switch 2 con un intento chiaro: proporre un’alternativa più leggera, essenziale e visivamente rilassante rispetto ai classici del genere. Niente bilanci, niente crisi da contenere — solo tu, un’isola e una manciata di edifici da piazzare con un minimo di logica. Eppure, pur nella sua semplicità, riesce a stimolare più di quanto ci si aspetterebbe.
Il funzionamento è diretto e senza fronzoli: ricevi una serie di edifici, ognuno dei quali assegna punti in base alla vicinanza ad altri elementi. Una casa vicino a un mercato va bene, un tempio accanto a un campo di grano va meglio! Guadagni abbastanza punti, sblocchi nuove strutture e puoi decidere di rimanere oppure passare a una nuova isola. Non c’è una “vittoria finale” né obiettivi rigidi: è un gioco che si rigenera da solo, alimentato dall’idea di fare sempre un po’ meglio. Non serve alcuna competenza gestionale: basta spirito d’osservazione, voglia di incastrare oggetti in modo efficace e un pizzico di pazienza. Non ci sono penalità gravi, ma se riesci a sfruttare bene lo spazio, vieni ricompensato. La sensazione è quella di un puzzle lento, silenzioso, dove ogni elemento trova il suo posto. Ed è proprio questo ritmo a renderlo così piacevole.
Rispetto al primo Islanders, questa versione espande parecchio la formula. Le isole non sono più semplici distese astratte, ma ambienti veri e propri, ognuno con forma e sfida diversa. Alcune sono strette e oblunghe, altre piene di scogli o interrotte da fiumi di lava! Cambia completamente il modo di ragionare sul posizionamento: non basta più trovare “il posto giusto”, ma anche fare i conti con limiti fisici più articolati. Il catalogo di edifici è ben più ampio, con oltre quaranta strutture diverse, alcune complementari tra loro, altre da tenere il più lontano possibile. Le sei ambientazioni disponibili, che spaziano da foreste verdeggianti a deserti caldi e silenziosi, hanno palette di colori modificabili che aggiungono quel tocco personale per ogni costruzione. La varietà visiva aiuta, anche se non nasconde del tutto una certa ripetitività nelle meccaniche: dopo qualche ora, il loop può sembrare un po’ prevedibile, soprattutto se affronti più isole in una singola sessione. Il pacchetto è completato da due modalità distinte: un sandbox, dove puoi piazzare edifici senza preoccuparti dei punti, e una modalità “punteggio”, dove l’obiettivo è ottimizzare al massimo. Nessuna delle due è frenetica, ma danno direzioni diverse a chi preferisce giocare con più libertà o inseguire un record personale.
A livello visivo, il gioco è praticamente un diorama digitale. Le isole sembrano modellini in scala, con colori pastello e geometrie essenziali. Niente animazioni caotiche o effetti speciali accecanti: qui l’estetica è funzionale e rilassante. Anche la parte sonora segue la stessa filosofia: brani delicati, quasi trasparenti, che lasciano spazio ai tuoi pensieri. È il gioco perfetto da accendere dopo cena o quando vuoi staccare il cervello, magari con un podcast in sottofondo.
E giunti alla conclusione, va proprio detto: Islanders: New Shores non è adatto a chi cerca un gestionale profondo, articolato e complesso. Ma per chi ama costruire per il piacere di farlo, magari anche solo per vedere un’isola prendere forma in modo armonioso, è una proposta azzeccata. Ottimo per chi apprezza ordine, simmetria e piccole soddisfazioni visive!
La recensione
In sintesi, Islanders: New Shores su Switch 2 è un titolo che fa poche cose, ma le fa bene. Non punta a stupire con effetti speciali o meccaniche complesse, ma riesce comunque a catturare grazie alla sua formula semplice e ben eseguita. Se cerchi un gestionale profondo, con grafici, statistiche e crisi da risolvere, questo non fa per te. Ma se ti piace costruire per il gusto di farlo, trovare l’incastro perfetto tra una torre e un campo di fiori, allora potrebbe diventare il tuo passatempo preferito.