Monument Valley 3: la recensione

Guida Noor, un'apprendista guardiana della luce, attraverso monumenti impossibili, paesaggi mutevoli e tranquilli paesaggi marini per scoprire la Luce Sacra e salvare la sua casa.

Monument Valley 3 appartiene al genere dei puzzle game tridimensionali basati sulla percezione e sull’illusione ottica, un filone che la serie stessa ha contribuito a rilanciare e definire, grazie all’intuizione di fondere ispirazioni architettoniche escheriane con meccaniche di gioco semplici ma ingegnose. Il loop di gioco si basa sull’interazione con ambienti mobili e dinamici, da ruotare, sollevare o ribaltare per aprire nuovi percorsi e condurre il personaggio da un punto all’altro dello scenario. Gli enigmi si fanno progressivamente più complessi, ma non frustranti, mantenendo una filosofia accessibile e contemplativa. Tuttavia, giunti al terzo episodio, emerge una certa ripetitività di fondo: le soluzioni si fondano spesso su logiche già sperimentate nei precedenti capitoli, e il rischio di déjà vu è concreto per chi conosce bene la saga. Nonostante l’inserimento di nuove meccaniche legate all’acqua e alla luce, il cuore dell’esperienza resta fedele alla formula originaria, risultando tanto rassicurante quanto, a tratti, prevedibile.

Monument Valley 3 su Nintendo Switch sfoggia un’eleganza visiva senza compromessi, incarnando uno stile ispirato all’arte impossibile di Escher con colori pastello delicati e ambienti pensati come piccole opere d’arte cinetica. La grafica minimalista è coerente con l’anima meditativa del brand: modelli leggeri, geometrie pulite e un colpo d’occhio mai banale anche in portatile. L’esperienza rimane fluida su tutte le modalità, senza cadute rilevanti o rallentamenti, pur con momenti in oceani aperti che mettono leggermente alla prova il sistema – su Switch 2 sono quasi del tutto superati tali limiti. I caricamenti sono rapidi e discreti, mai invasivi. Importante: non è disponibile il supporto al touch screen su Switch: questo rappresenta un difetto non da poco, visto che la serie è nata su dispositivi touch, e l’interfaccia a stick richiede spesso una precisione meno immediata rispetto ai tap intuitivi. Nonostante tutto, il design del cursore circolare e le opzioni di sensibilità temperano in parte questa mancanza, ma la sua assenza resta un limite evidente. Nel complesso, il prodotto mantiene alto il livello qualitativo su Switch, soprattutto grazie al suo approccio stilistico.

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La recensione

7.5 Il voto

Monument Valley 3 conferma la raffinatezza stilistica e la cura minimalista della serie, offrendo su Switch un’esperienza visivamente suggestiva e fluida, capace di valorizzare la natura ibrida della console. Nonostante l’assenza del supporto touch rappresenti una pecca non trascurabile, l’adattamento resta solido, piacevole da fruire e coerente con l’identità contemplativa e rilassante che ha sempre contraddistinto il brand. Un puzzle game di grande eleganza.

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