THE OUTER WORLD – Benvenuti a un nuovo appuntamento dedicato alla nostra rubrica intitolata “The Outer World”, una finestra nuova per Switchitalia, con vista sui mondi videoludici che si espandono fuori dalle consuete e familiari mura dell’universo Nintendo. Se volete più dettagli sulla nostra iniziativa, vi rimandiamo all’articolo introduttivo con cui ve la presentiamo, sospinti dalla curiosità esplorativa tipica degli amanti dei videogiochi. Oggi facciamo un salto a Barcellona, in compagnia di un vecchio amico..?
Hotel Barcelona nasce dalla collaborazione tra due figure ormai cult dell’industria giapponese: Goichi “Suda51” Suda (famoso per No More Heroes, Lollipop Chainsaw, Killer7) e Hidetaka “Swery” Suehiro (celebre per Deadly Premonition, The Good Life, D4: Dark Dreams Don’t Die). Il progetto è sviluppato da White Owls Inc., lo studio fondato da Swery, in partnership con Cult Games come editore. La sinergia qui è esplicitamente volta a combinare i tratti eccentrici, surreali, spesso grotteschi tipici di Suda51, con le atmosfere oniriche, misteriose, quasi deliranti che Swery ha costruito lungo la sua carriera. A livello estetico, il team punta a un “grindhouse horror” in forme parodiche e splatter, una visione che mischia l’amore per gli slashers anni Ottanta e Novanta con riferimenti visivi da VHS, film cult di serie B, shock visivi, sangue, jump scare, e una certa dose di “incubo febbrile”. Il risultato atteso è quello di un’esperienza volutamente esagerata, che non si prende sempre sul serio ma che pretende dal giocatore una dose di tolleranza al grottesco e al grafico.
Nel titolo interpretiamo Justine, una giovane U.S. Marshal, la cui vita viene sconvolta da un incidente d’auto che la catapulta letteralmente all’inferno: un lussuoso hotel che si rivela essere una casa di stampo infernale per serial killer provenienti da ogni angolo degli Stati Uniti. La protagonista porta con sé un segreto terribile: dentro di lei dimora un’antica entità, Dr. Carnival, psicopatico mostro seriale che insidia la sua mente, pronto a emergere. L’hotel è strutturato su sette piani / aree, ciascuna dedicata a un sottogenere horror differente (slasher, zombie, “summer camp cult”, horror bovini/granny style, ecc.), con un boss killer da affrontare al termine di ogni piano. Oltre alla minaccia esterna dei killer, il tema dell’identità, della follia interiore, della dualità mente/carne emerge costantemente: Justine deve combattere non solo contro mostri esterni, ma anche contro l’oscurità dentro di sé, una lotta che si riflette nelle meccaniche (come la trasformazione, il “blood gauge” che premia l’aggressività) e negli effetti visivi che distorcono realtà e percezione.