Nel panorama contemporaneo del videogioco, dove i grandi budget tendono a livellare le esperienze e a uniformarne le dinamiche, l’energia più imprevedibile e genuina arriva ancora dal mondo indipendente. È lì che nascono le idee più folli, i progetti meno convenzionali, quelli che non cercano di imitare ma di sorprendere. Rise of Rana appartiene proprio a questa categoria: un sandbox d’azione e avventura caotico, volutamente sopra le righe, che mescola libertà totale, ironia e sperimentazione. Lontano dai binari della produzione tradizionale, il titolo propone oltre duecento missioni, più di settecento veicoli, decine di armi e un mondo in cui la fisica è più un suggerimento che una regola. È un progetto che punta tutto sul divertimento anarchico, sul lasciare il giocatore libero di distruggere, esplorare o semplicemente ridere di fronte all’assurdità della propria creatura. Una lettera d’amore all’imprevedibilità del medium.
Rise of Rana non racconta una storia nel senso tradizionale del termine: piuttosto, costruisce un mondo che vive di assurdità, ironia e caos controllato. Il tono è quello di una parodia dell’action moderno, dove ogni cliché viene ribaltato con una risata e un’esplosione. L’universo di gioco è un enorme parco giochi urbano e rurale, abitato da personaggi grotteschi e missioni al limite del demenziale — tra risse clandestine, prove di volo su veicoli improvvisati e catastrofi generate da un semplice starnuto tossico. L’umorismo è spinto, a tratti slapstick, ma mai fine a sé stesso: diventa linguaggio di design, una chiave per interpretare la libertà e la follia del gameplay. Ogni azione, anche la più banale, può degenerare in una catena di eventi imprevedibili, tra tornado evocati per errore, buchi neri in mezzo alla città e cani-compagni di viaggio più intelligenti del protagonista. Un universo surreale, dove il caos è la regola e la risata, la ricompensa.
Rise of Rana si struttura come un sandbox d’azione in terza persona, costruito attorno a un loop di gioco volutamente caotico, dove la sperimentazione è il motore di ogni scoperta. Dopo un tutorial che più che introdurre, travolge — tra spiegazioni volutamente surreali e missioni che scivolano presto nel nonsense — il giocatore viene catapultato in un mondo dove la libertà è totale. Oltre 200 missioni, spesso brevi ma sempre diversissime, spaziano dall’inseguimento rocambolesco alla sfida di abilità più delirante. Rana può evocare tornado, creare buchi neri o sfruttare il potere del famigerato “toxic fart”, una mossa tanto ridicola quanto devastante. Il gameplay alterna momenti di pura azione esplosiva a situazioni più sperimentali, come la gestione dei companion (animali o alleati improvvisati) o il combattimento corpo a corpo nelle arene sotterranee. A completare il tutto, un arsenale di decine di armi e oltre 700 veicoli tra cui scegliere, ciascuno con fisiche improbabili ma perfettamente coerenti con l’anima dissacrante del progetto. Il risultato è un ciclo ludico imprevedibile, dove il caos diventa regola e il divertimento nasce dal fallimento creativo tanto quanto dal successo.
Questo bizzarro progetto sorprende per la vastità di contenuti e modalità, che si intrecciano in un mondo aperto dove ogni follia è possibile. Oltre alla campagna principale, composta da missioni strutturate ma volutamente deliranti, troviamo attività collaterali come gare su veicoli improbabili, sfide di sopravvivenza, tornei di MMA sotterranei e incarichi da mercenario. Il giocatore può esplorare liberamente la mappa, passando da aree urbane a deserti o prigioni, scoprendo segreti e oggetti nascosti. Il negozio in-game consente di acquistare e potenziare armi, veicoli e gadget: dalle katane ai lanciarazzi, fino a strumenti assurdi come i “bubble guns” o i droni-lama. Non manca un sistema di personalizzazione estetica, che consente di modificare abbigliamento, accessori e persino abilità speciali, rendendo ogni partita unica. I compagni – animali, robot o alleati umani – offrono supporto e comicità, reagendo in modo spesso imprevedibile. L’esplorazione diventa così un’esperienza continua di scoperta e sperimentazione, dove il piacere del caos si sposa con la libertà d’azione.
Su Nintendo Switch, Rise of Rana mostra chiaramente i limiti di un progetto tanto ambizioso quanto caotico anche in fase di programmazione. Il motore di gioco fatica a reggere l’enorme quantità di elementi a schermo: frame rate spesso instabile, texture che si caricano in ritardo e pop-in frequenti minano la fluidità dell’esperienza. Gli effetti particellari – come esplosioni o i poteri speciali più esagerati – riducono sensibilmente le prestazioni, soprattutto in modalità portatile, dove la risoluzione cala visibilmente. Anche i caricamenti, piuttosto lunghi, contrastano con il ritmo frenetico del gameplay. L’audio mantiene una discreta qualità, ma alcune tracce risultano ripetitive e la sincronizzazione labiale dei personaggi è approssimativa. È evidente che il team abbia dovuto operare compromessi pesanti per adattare un sandbox così vasto al limitato hardware della console. Gli sviluppatori hanno però già confermato l’intenzione di lavorare a una versione ottimizzata per Switch 2, che possa finalmente rendere giustizia alla visione tecnica e alla portata “esplosiva” di un progetto che potrebbe essere definito come l’Earth Defense Force d’occidente.
La recensione
Rise of Rana è un titolo che conquista più per la sua follia che per i suoi meriti tecnici. Caotico, rozzo e palesemente limitato dal punto di vista produttivo, riesce comunque a strappare un sorriso grazie all’umorismo demenziale e alla libertà d’azione senza freni. È un progetto che si regge sul suo spirito dissacrante e sulla voglia di stupire, pur tra bug, rallentamenti e tante ingenuità. Un’esperienza tanto imperfetta quanto sinceramente curiosa: difficile consigliarla, ma altrettanto difficile dimenticarla del tutto.