Hitman Absolution: la recensione

L’Agente 47 ritorna su Switch in una versione rinnovata e più fluida che mai.

La natura di Absolution si divide tra segmenti molto controllati e aree maggiormente aperte che richiamano lo spirito originario del franchise. Non c’è comunque il respiro ampio che caratterizza Blood Money o i titoli più recenti, ma esistono missioni che lasciano una certa libertà di esplorazione e sperimentazione. È interessante notare come questo equilibrio vari da livello a livello, creando un ritmo che alterna fasi stealth quasi da survival a momenti più vicini alla tradizione sandbox della serie. Rivisto oggi su Switch, questo approccio alternato funziona meglio di quanto si potrebbe ricordare, perché dà al gioco un carattere più episodico e variato. Sul fronte tecnico, la versione Switch fa un lavoro sorprendentemente accurato. La grafica, pur risalendo a un progetto di oltre dieci anni fa, mantiene una resa convincente grazie a un art direction che punta su atmosfere cupe, contrasti forti e una costruzione delle ambientazioni realistica e dettagliata. I volti e le animazioni non competono con gli standard dei titoli moderni, ma il porting resta stabile e ben ottimizzato. Le texture sono state adattate in modo da risultare pulite anche in modalità portatile, e il frame rate, pur non raggiungendo picchi impressionanti, rimane costante e non compromette la giocabilità. Le scene più complesse, spesso piene di NPC o effetti particellari, mostrano un lieve calo, ma niente che intacchi in modo serio l’esperienza. Considerando l’età del gioco, il risultato complessivo è più che valido.

Dove la versione Switch riesce davvero a dare qualcosa in più è nel comparto dei controlli e delle opzioni. Gli sviluppatori hanno dedicato un’attenzione particolare alla flessibilità, offrendo un set di impostazioni che permette di adattare l’esperienza a stili diversi. Le opzioni per la mira sono particolarmente complete: si può scegliere tra Auto Aim, Aim Assist, disattivarle del tutto, o combinarle con il Gyro Aiming, una funzione che si integra sorprendentemente bene nel ritmo del gioco e permette una precisione notevole, soprattutto in modalità portatile. Il Cover Control Enhancement offre due interpretazioni dello stesso schema di copertura, permettendo di scegliere se uscire dal riparo con un movimento del personaggio o premendo un tasto dedicato. È un’opzione semplice ma utile, specie in un gioco che spesso richiede precisione nel tempismo.

Guardando al futuro, è già stata confermata l’introduzione del Contracts Mode nella prima metà del 2026: una modalità storicamente apprezzata, che permette ai giocatori di creare missioni personalizzate e condividerle online. Il suo ritorno è molto più di una semplice aggiunta, perché rappresenta uno degli aspetti più divertenti e longevi delle esperienze Hitman, offrendo una dimensione creativa che arricchisce enormemente il valore complessivo del pacchetto. Passando al gameplay, Absolution rimane un titolo solido, più orientato allo stealth lineare che alla creatività estrema. Il sistema di travestimenti funziona bene, anche se meno raffinato rispetto ai capitoli successivi. Il sistema di copertura è fluido, il movimento di 47 è reattivo e le uccisioni silenziose sono animate con cura. L’Intuition, una meccanica introdotta proprio in questo capitolo, fornisce un aiuto visivo per tracciare i movimenti dei nemici e capire i loro stati d’allerta: un sistema che anticipa alcune idee poi sviluppate meglio nella trilogia succcessiva. Rivisto oggi, l’Intuition appare un po’ invasivo, ma viene compensato dalla possibilità di ridurne l’impatto nelle opzioni, quindi resta un elemento gestibile. Se c’è un limite evidente, è la minore profondità delle missioni rispetto ai migliori episodi della serie. Absolution non punta sulla grandezza degli spazi o sulla libertà totale, ma sulla precisione delle sequenze, e questo si traduce in un gameplay più rigido, seppur elegante. Non tutto è invecchiato allo stesso modo, ma la struttura a blocchi, con livelli molto diversi tra loro, mantiene un ritmo coinvolgente che su Switch funziona bene anche nelle sessioni brevi. In conclusione, Hitman Absolution su Nintendo Switch è un porting ben realizzato, fedele e ricco di opzioni che migliorano la qualità dell’esperienza senza snaturarla. Su Switch trova un suo spazio naturale: quello della riscoperta e della rivalutazione. Il gioco mostra i segni dell’età, certo, ma conserva un fascino noir e una direzione narrativa che ancora oggi lo rendono unico all’interno della serie.

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La recensione

7.5 Il voto

Hitman Absolution approda su Switch in una veste sorprendentemente curata, grazie al porting di Feral Interactive che ne valorizza atmosfera e fluidità. Il tono più narrativo e cinematografico resta distintivo, con un Agente 47 più umano e braccato del solito. Dal punto di vista tecnico l’edizione funziona bene, arricchita da controlli moderni e un set di opzioni che migliora l’esperienza originale. Le missioni rimangono più lineari rispetto ai capitoli più amati della serie, ma conservano un fascino noir tutto loro. Un ritorno solido e piacevole.

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