Switch 2: RAIDOU Remastered: The Mystery of the Soulless Army: la recensione

Diventa Raidou Kuzunoha e collabora con i tuoi alleati demoniaci per svelare i misteri che ti ostacolano sul cammino. Quella che era inizialmente la scomparsa di una persona si trasforma ben presto in un complotto che sconvolgerà non solo la capitale, ma anche l'intera nazione.

Atlus è oggi un nome sinonimo di Persona, con la sua estetica accattivante, le ambientazioni scolastiche metropolitane e il mix irresistibile tra social sim e dungeon crawling. Ma per i fan più navigati, l’anima della software house giapponese affonda le radici nella saga madre: Shin Megami Tensei. Oscura, filosofica, disturbante, la serie SMT esplora mondi post-apocalittici, scontri tra ideologie metafisiche e invocazioni demoniache in un Giappone spesso devastato, dove l’umanità è sospesa tra caos e ordine, tra divinità e abissi interiori. Da questo tronco principale sono germogliati molti rami, come gli spin-off Devil Summoner, Strange Journey o Soul Hackers, tutti accomunati dal legame con il pantheon demoniaco e da un tono molto più cupo e rigoroso rispetto alla pop-art di Persona. In questo contesto si inserisce Raidou Kuzunoha, una sotto-serie che mescola Tokyo Taisho e indagini esoteriche, con uno stile unico a metà tra noir investigativo, pulp giapponese e combattimenti in tempo reale.

La serie Raidou Kuzunoha nasce come spin-off della saga Shin Megami Tensei: Devil Summoner, a sua volta costola alternativa al filone principale di Shin Megami Tensei. Ambientata in una versione alternativa del Giappone degli anni ’30, durante l’era Taisho, la duologia dedicata a Raidou mescola investigazione paranormale, atmosfere retrò e un forte immaginario noir nipponico, dove rituali sciamanici e crimini occulti si fondono in un’estetica unica nel panorama JRPG. A differenza dei titoli mainline a turni, Raidou Kuzunoha vs. The Soulless Army e il suo seguito vs. King Abaddon propongono un combat system in tempo reale, con meccaniche d’azione ibride e la possibilità di evocare demoni da affiancare al protagonista sul campo. Il giocatore controlla direttamente Raidou in battaglia, mentre le creature evocate lo supportano con magie, status e abilità specifiche, tutte personalizzabili e legate a un sistema di fusione più accessibile ma comunque profondo. I due episodi uscirono rispettivamente nel 2006 e 2009 su PlayStation 2, riscuotendo un moderato successo di critica ma rimanendo di nicchia sul piano commerciale, oscurati da altri titoli Atlus e da una scena JRPG in piena evoluzione. Eppure, proprio per la loro unicità e l’alone cult che hanno sviluppato nel tempo, queste due avventure meritavano una seconda chance: quella che oggi arriva, finalmente, con la Raidou Remaster.

Nel primo episodio della saga, The Mystery of the Soulless Army, il giocatore veste i panni del diciottesimo discendente del leggendario clan Kuzunoha, un gruppo di occultisti incaricati di mantenere l’equilibrio tra il mondo umano e quello dei demoni. Raidou, giovane ma già investito di questo importante titolo, opera sotto copertura come apprendista presso l’agenzia investigativa Narumi, guidata dal cinico ma affascinante detective Shouhei Narumi, una sorta di mentore e figura fraterna. A completare il cast principale troviamo Gouto, un demone custode reincarnato in un misterioso gatto nero parlante, guida e coscienza morale del protagonista. L’avventura prende le mosse quando una giovane donna, Kaya Daidouji, chiede all’agenzia di essere uccisa, per poi sparire improvvisamente, dando il via a un’indagine che si complica tra apparizioni sovrannaturali, cospirazioni militari e misteriose macchine senz’anima: le Soulless Army, automi demoniaci creati da una fazione segreta all’interno dell’esercito giapponese, guidata dal Generale Munakata. Tra antagonisti inquietanti, evocazioni rituali e forze in bilico tra scienza e occultismo, Raidou si troverà a fronteggiare eventi che minacciano l’intera capitale, la Taisho 20s Tokyo, una metropoli alternativa vibrante e misteriosa. Il gioco è fortemente caratterizzato da dialoghi raffinati, comprimari ricorrenti (come la giornalista Tae Asakura), e un tono narrativo che mescola pulp, folclore e mitologia, offrendo una cornice affascinante e stratificata.

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