Thief Simulator Mastermind Edition: la recensione

Aspettate l'imbrunire, indossate il passamontagna e pronti a fare il colpo del secolo: torna Thief Simulator!

Ci sono giochi che nascono con ambizioni limitate ma finiscono per conquistare un pubblico proprio grazie a un’idea semplice e particolare, capace di intercettare un desiderio poco esplorato nel panorama videoludico. Thief Simulator, il prequel della Mastermind Edition oggetto della recensione di oggi, nasce con l’idea di inserirsi nel novero di questi giochi di nicchia, sviluppando l’idea intorno al concept di un simulatore di ladruncolo. Non è stato certo un titolo destinato a ridefinire il genere stealth, ma ha avuto il merito di proporre al giocatore un’esperienza diversa, incentrata esclusivamente sull’arte del furto. Nel 2018, con la versione PC, si impose come sorpresa indipendente: un simulatore che univa esplorazione libera, pianificazione e tensione costante. Da allora, tra porting e adattamenti, il gioco ha mantenuto una sua nicchia di appassionati. Oggi ritorna su Nintendo Switch con la Mastermind Edition, presentata come la versione definitiva, arricchita di contenuti e con l’ambizione di rilanciare e imbellettare la formula originale. Riuscirà davvero a convincere, soprattutto su una console come Switch dove i compromessi tecnici sono inevitabili? Lo sviluppo di questa edizione parte da una base già consolidata. L’originale è stato creato da Noble Muffins, mentre Forever Entertainment ha seguito le versioni console e continua a occuparsi della distribuzione su Switch. Non ci troviamo davanti a un seguito vero e proprio, quanto piuttosto a un’espansione organica. Il titolo include infatti il DLC Luxury Houses, due nuove mappe, tre veicoli inediti e quattro strumenti da scasso che aprono a possibilità mai viste prima. Il mondo di gioco è stato ampliato fino a cinque distretti, portando la varietà delle location oltre quella della versione standard. L’intento è chiaro: offrire ai nuovi arrivati un punto di ingresso completo e ai veterani un motivo per tornare a cimentarsi nei panni di un ladro professionista. Anche il prezzo è stato tarato in questa direzione, con uno sconto importante per chi possedeva già l’originale su Switch.

Il concept resta quello che aveva reso noto il titolo di partenza: impersonare un ladro e costruire la propria carriera criminale, partendo dai colpi più semplici fino alle effrazioni più rischiose e remunerative. Non c’è una trama nel senso tradizionale del termine: l’esperienza è un insieme di incarichi che permettono di accumulare denaro, acquistare nuovi strumenti, sbloccare aree inedite e salire di livello come criminale. Questa assenza di narrativa strutturata è al tempo stesso un pregio e un limite. Da un lato consente di immergersi subito nel loop di gioco senza interruzioni, lasciando che sia l’esperienza emergente a creare storie personali fatte di errori, fughe disperate e colpi perfetti. Dall’altro, però, rischia di lasciare un senso di vuoto e monotonia a chi cerca motivazioni più articolate oltre al semplice accumulo di bottino. Ogni colpo richiede preparazione: prima si esplorano i quartieri, si studiano le routine degli abitanti, si osservano le finestre illuminate e gli orari di uscita e rientro. Poi arriva il momento della pianificazione, in cui scegliere quali strumenti portare e quale approccio adottare. Infine c’è l’azione vera e propria, con l’infiltrazione, la ricerca degli oggetti di valore, l’eventuale apertura di casseforti o sistemi elettronici e infine la fuga con il bottino. È un ciclo che alterna osservazione lenta e tensione improvvisa, capace di regalare momenti di grande soddisfazione quando tutto fila liscio, ma anche di frustrazione quando un dettaglio sfugge e la polizia interviene. La Mastermind Edition amplia questo ciclo introducendo nuovi strumenti che rendono i colpi più complessi e creativi. La telecamera da infilare sotto le porte permette di ridurre il rischio di entrare alla cieca, il duplicatore di keycard apre possibilità nelle case più moderne, mentre il dispositivo di decifrazione consente di affrontare sistemi elettronici che prima non esistevano. Sono aggiunte intelligenti, che non stravolgono la formula ma la arricchiscono, evitando che dopo poche ore si abbia la sensazione di aver già visto tutto. Anche i veicoli da rubare aggiungono varietà: oltre al denaro ricavato, danno l’impressione di colpi più ambiziosi e cinematografici. In termini di ambientazioni e mappe, la novità più interessante è l’Agricultural District, che porta l’azione fuori dai quartieri residenziali e dentro fattorie, fienili e magazzini. Non è solo un cambio estetico, ma anche un’occasione per affrontare situazioni con routine e spazi diversi, meno prevedibili rispetto alle villette suburbane. Le Luxury Houses, dal canto loro, offrono scenari di lusso con impianti di sicurezza più sofisticati, richiedendo al giocatore un approccio più meticoloso. Questo insieme di contenuti extra contribuisce a mitigare una delle principali critiche rivolte all’originale: la ripetitività. Tuttavia, non la elimina del tutto. Dopo alcune ore, le dinamiche tendono comunque a ripetersi, e il rischio di trovarsi intrappolati in una routine di colpi simili resta concreto.

Purtroppo, i limiti tecnici pesano ancora molto. Su Switch la grafica appare datata, con texture sgranate, ambienti poco dettagliati e animazioni rigide. L’atmosfera notturna riesce in parte a mascherare queste mancanze, grazie a un sistema di illuminazione che accentua la tensione, ma nel complesso il colpo d’occhio non è certo dei più accattivanti. Ancora più problematiche sono le performance: i cali di framerate sono frequenti, soprattutto nelle aree più ampie, e non mancano glitch e bug che rischiano di compromettere l’immersione. Ci sono situazioni in cui un oggetto non risponde come dovrebbe o un personaggio si comporta in maniera non ineccepibile, spezzando la tensione accumulata. È evidente che il porting avrebbe avuto bisogno di maggiore rifinitura. Un altro tallone d’Achille è l’intelligenza artificiale. Gli abitanti delle case a volte sembrano un po’ tonti, non certo attenti a preservare la proprietà, permettendo intrusioni improbabili, mentre in altre occasioni reagiscono in modo eccessivamente rapido e preciso, senza coerenza. Questo comportamento altalenante genera frustrazione, perché fa percepire il successo o il fallimento non come conseguenze delle scelte del giocatore, ma come frutto di una logica incerta del sistema. In un gioco basato sulla pianificazione e sulla precisione, si tratta di un difetto tutt’altro che marginale. Il comparto sonoro svolge bene il suo ruolo, ma senza eccellere. Gli effetti dei passi, delle serrature scassinate o dei vetri infranti contribuiscono a creare tensione, e sono fondamentali per trasmettere il rischio costante di essere scoperti. La musica, invece, resta molto in secondo piano, quasi invisibile, scelta probabilmente voluta per non distrarre ma che contribuisce alla sensazione di un comparto audio povero di identità. In definitiva, Thief Simulator Mastermind Edition su Nintendo Switch è un titolo che riesce a intrattenere in alcuni momenti e che conserva un’idea originale e potenzialmente affascinante, ma che non riesce a compiere quel salto di qualità che servirebbe per renderlo davvero consigliabile. È la versione più ricca e completa mai uscita, ma resta confinata nei limiti strutturali e tecnici del progetto. Chi ha amato l’originale troverà qui motivi validi per tornare, ma chi si avvicina per la prima volta rischia di restare deluso dalle promesse non mantenute.

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La recensione

6 Il voto

Thief Simulator Mastermind Edition porta su Nintendo Switch la versione più completa del simulatore di furti, con nuove mappe, strumenti e il DLC Luxury Houses incluso. Il concept rimane affascinante, fatto di osservazione e colpi pianificati, ma i limiti tecnici del porting, l’IA incoerente e la ripetitività ne abbassano l’impatto. Nonostante i contenuti aggiuntivi, l’esperienza resta altalenante e segnata da bug e cali di framerate. Il risultato è un pacchetto curioso e originale, ma che non va oltre una sufficienza stiracchiata.

Valutazione

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