Bramble: The Mountain King: la recensione

Una fiaba dark di ispirazione nordica ci trascina in incubo fatto di troll, streghe e minacce incombenti. Riuscirà un piccolo bambino armato di tanto coraggio a salvare la sorellina dispersa?

Un po’ tutti noi siamo cresciuti con le fiabe animate create da Walt Disney, mondi zuccherosi pieni di buoni sentimenti e dall’immancabile lieto fine. Tuttavia, non tutti sanno che personaggi che abbiamo amato come Biancaneve, Cenerentola, Hansel e Gretel, Raperonzolo o Cappuccetto Rosso, nella versione originale hanno vissuto storie ai limiti dell’horror, con episodi sanguinosi che si è ben pensato di oscurare negli adattamenti censurati che hanno poi raggiunto i più piccoli, diventando poi la versione ufficiale. La penna dei celebri fratelli Grimm partorì infatti in origine delle fiabe ben più truci e violente di quelle edulcorate pervenuteci in epoca moderna. È in questo solco che va ad inserirsi Bramble: the mountain king, fiaba dark di ispirazione nordica, a tinte davvero molto sanguinose ed orrorifiche.

Il titolo, pubblicato da Merge Games e sviluppato da Dimfrost Studios, prende spunto proprio dal folklore nordico e dal mondo fiabesco ispirato dalle versioni originali degli scritti dei fratelli Grimm, portandoci in una storia ricca di amore fraterno e coraggio ma anche tanta disperazione, rancore e pericolo.  Viviamo questa fiaba nera nei panni di Olle, un bambino coraggioso, chiamato dal destino ad affrontare un’avventura terribile pur di salvare sua sorella dalle grinfie dei mostri che l’hanno rapita. L’universo che Olle si troverà ad attraversare è opprimente non solo nel generale senso di angoscia che lo permea, ma anche per le dimensioni stesse dei nemici e dei pericoli, che sembrano sovrastare Olle in tutto e per tutto. Il viaggio del nostro piccolo eroe consta di sezioni esplorative, in realtà quasi totalmente scriptate e senza possibilità (né necessità) alcuna di uscire dai binari programmati, e di sezioni platform, più interattive e meglio congegnate dal punto di vista squisitamente ludico. L’impianto è un pò quello che abbiamo imparato a conoscere ed amare negli episodi di Little Nightmares o prima ancora in Limbo, anche l’angoscia che proveremo è molto simile.

La direzione artistica è volutamente cupa, talvolta nebbiosa e non immediatamente intelligibile, proprio a rendere quel senso di spaesamento che dovrebbe provare Olle. I molteplici mostri che dovremo affrontare (perlopiù fuggendo ma non solo) si rifanno ad un immaginario ben consolidato in noi giocatori, andando a pescare anche nella cinematografia di genere, dall’immancabile bambina di The Ring, ai colossali mostri di Troll Jaeger e Attack on Titan ma anche al gigante buono di Sette minuti dopo mezzanotte. Cinematografiche sono anche le scelte registiche in grado di fare un sapiente uso dei primi piani e dell’effetto Bokeh, dei movimenti di camera che seguiranno Olle negli inseguimenti al cardiopalma ma anche nei rari momenti di calma. Il comparto grafico è, nella versione provata, non esente da pecche, avendo riscontrato alcuni tentennamenti nei caricamenti delle ambientazioni di più largo respiro, nonché qualche fastidioso effetto pop-up. Tali elementi dovrebbero tuttavia essere in fase di risoluzione già con una patch disponibile al lancio.

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