Nintendo Switch 2: analizziamo i nuovi JoyCon

Vecchie, nuove periferiche made in Kyoto

Nel panorama videoludico, Nintendo ha sempre avuto un ruolo pionieristico nel campo degli accessori e, in particolare, dei controller. Dal D-Pad brevettato con il NES, passando per l’introduzione dell’analogico con il Nintendo 64, fino al sensore di movimento della Wii, la casa di Kyoto ha più volte riscritto le regole del “come si gioca”. Ogni generazione ha visto soluzioni che, nel bene o nel male, hanno fatto scuola, ispirando anche la concorrenza. L’arrivo di Switch ha rappresentato un ulteriore passo in questa direzione, condensando decenni di sperimentazione in un’unica proposta modulare: i Joy-Con. Nati per garantire massima versatilità, si sono imposti come simbolo della filosofia ibrida della console, tra portabilità, multiplayer istantaneo e funzionalità avanzate. Una summa di tecnologie e intuizioni, con quel tocco di eccentricità e freschezza che da sempre caratterizza l’approccio Nintendo.

I Joy-Con della prima Nintendo Switch sono stati, sin dal debutto nel 2017, uno degli elementi distintivi dell’intera piattaforma. Due controller indipendenti, agganciabili ai lati della console in modalità portatile, oppure utilizzabili separatamente per sessioni in multiplayer immediato, incarnavano al meglio la visione ibrida di Nintendo. Ogni Joy-Con era dotato di stick analogico, pulsanti dedicati, sensori di movimento e una sorprendente quantità di tecnologia in un formato ultra compatto. Il sensore infrarossi del Joy-Con destro, così come l’HD Rumble di entrambi, garantivano esperienze ludiche uniche, mentre la possibilità di usarli in orizzontale, a mo’ di mini gamepad, rendeva ogni console un set pronto per il gioco a due. L’idea di base era chiara: offrire una piattaforma flessibile, sociale e accessibile, pronta a trasformarsi a seconda del contesto. Un concept potente, capace di ridefinire l’interazione tra hardware e gameplay.

I nuovi Joy-Con di Switch 2 mantengono l’identità modulare e il design compatto della generazione precedente, ma introducono una serie di migliorie sostanziali che ne elevano sensibilmente l’esperienza d’uso. A cominciare dal sistema di aggancio: abbandonata la slitta a binario, ora i controller si collegano alla console tramite magneti rinforzati, garantendo una presa solida, intuitiva e più rapida. Il risultato è una connessione laterale più stabile, meno soggetta all’usura meccanica e molto più comoda da gestire, soprattutto in fase di passaggio tra modalità portatile e docked. Anche i grilletti dorsali beneficiano di un’importante revisione ergonomica: più morbidi alla pressione, meglio sagomati e reattivi, restituiscono un feeling più preciso durante le sessioni d’azione o guida. Gli stick analogici, punto dolente della generazione precedente, risultano ora più affidabili e fluidi, con una resistenza calibrata per una risposta più naturale. L’HD Rumble è stato ulteriormente affinato, offrendo una vibrazione meno rumorosa e più dettagliata, capace di restituire feedback tattili sofisticati. Infine, i sensori di movimento confermano un tracking preciso e stabile, in linea con quanto già apprezzato su Switch, ponendosi come solida base per giochi che sfruttano gesture e inclinazioni del controller. Un’evoluzione misurata ma significativa.

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La vera rivoluzione dei nuovi Joy-Con di Switch 2 risiede nell’inedita modalità mouse, una funzionalità che amplia sensibilmente le possibilità d’interazione e controllo. Già testata su alcuni titoli presenti al lancio, questa modalità si dimostra straordinariamente precisa e reattiva, offrendo un controllo puntuale e fluido che nulla ha da invidiare ai mouse tradizionali. La comodità d’uso sorprende non solo su una classica superficie da scrivania, ma anche in contesti più informali e improvvisati, come un divano o persino sulle proprie gambe: un plus non da poco per una console nata sotto il segno della versatilità. La promessa è quella di una nuova frontiera di accessibilità, anche per generi storicamente meno a loro agio su console. Se combinata con i giroscopi e gli stick analogici, questa modalità potrebbe rappresentare la sintesi perfetta per gli FPS in ambito portatile e ibrido. Il banco di prova definitivo sarà probabilmente Metroid Prime 4, ma le premesse lasciano ben sperare.

I nuovi JoyCon della Switch 2 convincono su tutta la linea: mantengono la versatilità dei predecessori ma la arricchiscono con migliorie tecniche ed ergonomiche tangibili. L’aggancio magnetico è solido e comodo, gli analogici più fluidi, i grilletti meglio sagomati. L’HD Rumble è più preciso e la nuova modalità mouse sorprende per precisione e utilità. Un controller davvero moderno e completo.

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