Vi ricordate quei platform vecchio stile, pieni di pixel colorati e con quell’atmosfera da cabinato anni ’90? È proprio questa la sensazione che si ha all’avvio di Fiz and the Rainbow Planet su Switch. Niente fronzoli o cinematiche elaborate: si parte subito con un breve filmato in pixel art che introduce la trama e il mondo di gioco. È una sequenza semplice e diretta, ma riesce a creare subito un’atmosfera un po’ fiabesca. Attenzione però: non è il solito indie che si affida solo alla nostalgia. Ha le sue trovate, le sue stranezze, e soprattutto un sistema di gioco che ti costringe a ragionare prima di saltare da una piattaforma all’altra.
La storia prende il via da un sogno, o meglio, da un incubo! Fiz, un giovane drago che vive sul pianeta Longa, sogna un mondo spento, in bianco e nero, dove tutto è immobile e privo di vita. Al risveglio, scopre che non si tratta solo di una visione inquietante: è una vera e propria profezia. A rivelarglielo è Taonga, un drago antico e saggio, che lo mette di fronte a una scelta: restare a guardare o cercare di cambiare il destino. Da qui parte un viaggio che lo porterà a incontrare altri cinque draghi, ciascuno con poteri diversi, per proteggere le sfere sacre sparse nei vari mondi.
Un obiettivo molto chiaro che si traduce in un gameplay abbastanza semplice. Ci troviamo davanti a un platform 2D a scorrimento con controlli essenziali: tre pulsanti basilari bastano sostanzialmente per muoversi, saltare e attaccare. Questa semplicità lo rende di certo subito accessibile, ma non per questo privo di sfide. Fiz non è solo nel suo viaggio: durante l’avventura si uniscono a lui altri cinque draghi, ognuno con abilità uniche. C’è chi scava nel terreno, chi plana su lunghe distanze, chi nuota agilmente, e così via. A seconda del livello, sarà necessario cambiare personaggio in tempo reale, sfruttando le sue abilità specifiche per superare ostacoli o risolvere piccoli enigmi ambientali. Questa meccanica di “switch” strategico è il fulcro del gameplay, l’approccio tattico giusto sarà fondamentale per risolvere il livello!
Troveremo quindi sezioni che richiedono tempismo, altre una buona coordinazione tra i personaggi. Non mancano momenti più frenetici, come fughe a tempo o combattimenti contro nemici più resistenti. A essere sinceri, alcuni avversari risultano un po’ generici, senza grande caratterizzazione, ma nel complesso il ritmo è ben gestito e il gioco sa quando cambiare marcia per mantenere alta l’attenzione.
Il cuore dell’avventura è l’esplorazione di sette mondi, ciascuno con un’identità visiva distinta. Ogni ambiente ha i suoi segreti, spesso ben nascosti, che vi inviteranno a tornare indietro con nuovi draghi per scoprire passaggi alternativi o collezionabili. Come per i nemici, non tutti i livelli sono memorabili, ma la varietà è sufficiente a mantenere viva la curiosità e proseguire il gioco. Una delle trovate più originali è l’introduzione dei Santuari dimensionali, aree speciali dove il gioco cambia prospettiva, passando dal classico 2D a una sorta di 3D simulato. Questi momenti, seppur rari, aggiungono freschezza e spezzano il ritmo in modo davvero efficace.
Parlando infine del comparto visivo, Fiz and the Rainbow Planet punta tutto su una pixel art 2.5D colorata e fluida, sia negli scenari che nei personaggi. Gli ambienti sono curati, il passaggio tra le dimensioni è ben gestito e il tutto è accompagnato da una scelta stilistica particolare: il gioco è in formato 4:3, proprio come i vecchi arcade. Su Switch può sembrare insolito, ma non disturba affatto. Anzi, contribuisce a dare al titolo quell’aria retrò che si sposa perfettamente con il suo stile e la sua atmosfera.
La recensione
In conclusione, Fiz and the Rainbow Planet è un platform colorato e ben realizzato, che sfrutta con intelligenza l’effetto nostalgia sul piano visivo, arricchendolo con dinamiche moderne. La pixel art, brillante e curata, si adatta perfettamente alla tipologia di gioco e contribuisce a creare l’atmosfera retrò. Il sistema di gioco, essenziale ma efficace, si integra bene con la varietà offerta dai personaggi, rendendo l’avventura sempre vivace. Certo, non mancano momenti meno ispirati, ma nel complesso resta un platform solido e sorprendentemente strategico, capace di intrattenere e di offrire una buona esperienza anche in sessioni brevi.