Switch 2: Assassin’s Creed Shadows: la recensione

Passa da un personaggio all'altro per adattare la tua strategia e vivi il Giappone feudale con due filosofie di gioco diametralmente opposte: furtività e potenza, ombre e acciaio.

Dopo un lungo periodo di sperimentazioni e reinvenzioni, la saga di Assassin’s Creed si presenta oggi come una delle proprietà più stratificate dell’intero panorama tripla-A. Dopo la parentesi RPG iniziata con Origins e culminata nell’enorme Valhalla, Ubisoft ha avviato una fase di “ri-centratura” creativa che ha già dato vita a Mirage — un ritorno alla furtività classica — e che con Assassin’s Creed Shadows tenta finalmente di fondere le due anime della serie: la libertà dell’open-world moderno e la precisione stealth delle origini. Ambientato nel Giappone feudale, uno dei setting più richiesti dai fan da oltre dieci anni, Shadows funge così da manifesto della nuova identità della saga: più mirata, più densa, ma ancora spettacolare. Il suo arrivo su Nintendo Switch 2 rappresenta peraltro un passaggio simbolico quanto storico: è la prima volta che un capitolo “full next-gen” della serie sbarca sull’hardware ibrido di Kyoto e lo fa a soli pochi mesi dal lancio originario (giusto il tempo tecnico di far uscire la console e finire una conversione non banale). Non un cloud game, non una versione ridotta, ma un porting completo, ottimizzato e dotato delle stesse funzionalità strutturali delle edizioni maggiori. Una decisione che segnala un chiaro cambio di strategia, sia per Ubisoft — ora più aperta alla presenza stabile su piattaforme Nintendo — sia per la nuova console, che dimostra fin da subito la volontà di ospitare produzioni blockbuster di ultima generazione. In questo contesto, Assassin’s Creed Shadows diventa quindi non solo un nuovo capitolo della saga, ma anche un banco di prova decisivo per misurare la maturità tecnica e commerciale di Switch 2, a sole poche settimane dal già lodato Star Wars Outlaws.

Ambientato nel Giappone feudale del XVI secolo, Assassin’s Creed Shadows costruisce la sua storia nel cuore di un’epoca segnata da tensioni politiche, guerre tra clan e un crescente scontro di ideali su cosa significhi davvero portare ordine in un paese lacerato dal caos. Tra castelli fortificati, villaggi agricoli, porti mercantili e templi immersi nella natura, il mondo di gioco si presenta come un mosaico dinamico in cui le fazioni competono per il controllo del territorio, mentre intrighi e tradimenti si intrecciano nello sfondo della brutale unificazione del Giappone. La narrazione ruota attorno a due protagonisti profondamente diversi, le cui storie si sviluppano in parallelo e spesso si incontrano per scontrarsi, compensarsi e infine intrecciarsi: Naoe, kunoichi del clan Iga, incarna l’anima stealth della serie. Agisce nell’ombra, sfrutta travestimenti, imboscate, strumenti ninja tradizionali e movimenti acrobatici per colpire rapidamente e scomparire senza lasciare traccia. La sua trama è costruita attorno a vendetta, lealtà e alla fragile sopravvivenza della sua comunità. Dall’altro lato troviamo Yasuke, storico samurai africano realmente esistito, a rappresentare invece l’anima action e militare del gioco. Dotato di forza devastante e di un’armatura pesante che gli permette di affrontare interi gruppi di nemici, offre una prospettiva narrativa inedita sul Giappone dell’epoca, tra discriminazione, diplomazia e battaglie aperte al servizio dei signori locali. La forza di Shadows risiede proprio nel continuo contrasto tra i due punti di vista: ombra e luce, silenzio e confronto diretto, tradizione e cambiamento. Una dualità che non è solo tematica, ma anche ludica, e che definisce l’intera costruzione del racconto.

Nel recuperare la doppia anima della serie storia — furtività e azione in open-world — Assassin’s Creed Shadows le fonde in un sistema più raffinato rispetto ai capitoli recenti. La struttura di gioco è caratterizzata da missioni aperte, infiltrazioni in basi nemiche, indagini, esplorazione libera e combattimenti che cambiano radicalmente a seconda del personaggio utilizzato. Con Naoe, il focus è sulla stealth classica: movimenti silenziosi, eliminazioni rapide, uso di shuriken, cerbottane, arco a lungo raggio, strumenti ninja e camuffamenti. Il parkour torna a essere centrale, potenziato da un nuovo rampino che permette arrampicate rapide, salti verticali e manovre acrobatiche che ricordano i capitoli più amati della saga. Infiltrarsi nei castelli, passare sui tetti, sabotare campi nemici e colpire senza farsi vedere sono il cuore del suo gameplay. Yasuke, invece, porta un approccio più frontale e brutale: katane pesanti, kanabō, parate perfette, schianti e colpi ad area lo rendono ideale per scontri diretti e per aprire brecce nelle difese avversarie. L’alternanza tra i due stili dà ritmo alla campagna e amplia notevolmente la varietà dell’esperienza. Una delle innovazioni più significative di Shadows è il mondo dinamico, dove stagioni, clima, illuminazione e rumore influenzano davvero il gameplay: la neve rallenta i movimenti, la pioggia attutisce i passi, l’erba alta d’estate facilita la fuga, mentre la notte amplifica i vantaggi di Naoe. L’open-world non è più solo un contenitore, ma un sistema reattivo che premia creatività e pianificazione.

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