Monster Hunter Stories 2: Wings of Ruin: la recensione

Poche storie: Capcom ci riprova e fa centro con la serie spin-off RPG a base di mostri.

Ma questa rappresenta solo un quarto del vostro potere offensivo. Nella maggior parte dei casi siete infatti accompagnati da un alleato (e quindi siamo a due unità), ognuno affiancato a sua volte da un monstie (e arriviamo a quattro), ovvero dei mostri addomesticati. Noi possiamo controllare direttamente solo le abilità speciali dei monstie, che altrimenti selezioneranno il loro attacco sempre secondo la loro natura intrinseca (potenza, tecnica, velocità). Nel caso però la vostra tipologia di attacco sia identica a quella di un altro monstie alleato e che uno dei due entri in un testa a testa contro un avversario, allora si scatena un attacco doppio ancora più forte. Quando si riempie la barra legame (in maniera differente a seconda dell’arma utilizzata), possiamo decidere persino di salire in sella al nostro monstie.

Oltre a far recuperare energia ad entrambi, ciò consente di sferrare attacchi come una sola unità. Bisogna però fare attenzione: se perdiamo troppi testa a testa, verremo disarcionati. Ciò è particolarmente rischioso nel caso il mostro avversario s’infuri ed entri in uno stato di collera che lo porta a variare in maniera imprevedibile i suoi attacchi, rendendo più complicata la vittoria dei testa a testa. Può allora tornare utile un attacco speciale potente, accompagnato da una bella animazione specifica per ogni monstie. L’attacco potrà essere reso più forte vincendo dei testa a testa mentre in sella, con il rischio però di venire disarcionati. E se poi anche il nostro alleato attiva il potere nello stesso turno, si scatena un attacco devastante capace di infliggere moltissimi danni al nemico.

Come avrete capito, il sistema di combattimento è molto ricco e sfaccettato, quindi è impossibile riassumere in poche righe tutte le possibilità a nostra disposizione: probabilmente nessun elemento è rivoluzionario preso per sé, ma è l’accostamento di queste diverse meccaniche a rendere il tutto estremamente stimolante e poco ripetitivo anche sul lungo termine. Anche perché il combattimento è solo metà del gameplay, fortemente incentrato anche sull’esplorazione. In qualsiasi momento possiamo salire in sella ad uno dei monstie presenti nella nostra squadra, considerando che ognuno di essi ha abilità particolari da tenere presente quando creiamo il nostro team: possibilità di accedere ad aree e forzieri difficili da raggiungere, localizzare risorse da raccogliere, possibilità di spaventare i mostri o rendersi invisibili, e molte altre ancora.

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Diventa quindi fondamentale ottenere quante più specie possibili di monstie. Per far ciò, dobbiamo esplorare una delle tante tane di mostri disseminate un po’ ovunque nella mappa principale: si tratta di mini-dungeon più o meno arzigogolati al termine del quale troviamo un nido da cui attingere uova. Se però le città e i paesaggi che visiteremo sono abbastanza variegati e forniscono un buon colpo d’occhio, non si può però dire lo stesso sulle tane, che invece appaiono più ripetitive. In ogni caso, ogni mostro ha uno schema di colori e forme differenti, così come ogni uovo ha peso e odore diversi: più pesante e più puzzolente l’uovo, migliori le statistiche del mostro (futuro monstie) al suo interno. Il problema è che non sappiamo mai quale uovo troveremo nelle tane e stare troppo tempo a ravanare nel nido potrebbe essere un problema, visto che ad un certo punto il suo legittimo proprietario potrebbe farsi vivo o svegliarsi, a seconda dei casi. Se però siamo alla caccia di un determinato monstie (ce ne sono più di 100 da collezionare!), la Mostropedia ci dà alcuni suggerimenti su come stimolare la ritirata del mostro nella sua tana, ad esempio distruggendo determinate parti del corpo oppure utilizzando una palla-pittura.

Un po’ come avviene per i Pokémon, una volta catturati i nostri mostri, bisogna anche potenziarli. Oltre ai classici punti esperienza conquistati tramite le battaglie, possiamo sfruttare i rituali sciamanici, tramite cui fondere monstie diversi e modificarne il DNA. Rappresentato da una griglia 3×3, le varie caselle che lo compongono sono occupati da diversi geni, ognuno a determinare abilità e attacchi speciali, e caratterizzato da tipologia (attacco, tecnica, velocità) ed elemento. Tramite i rituali possiamo decidere se iper-specializzare un monsite, grazie anche ai bonus ottenibili facendo tris di geni con le stesse caratteristiche, oppure diversificarne le abilità e renderlo adatto in più occasioni. Anche perché se vogliamo fare bella figura nelle partite online, sia in co-op che in battaglie con altri giocatori, è meglio avere una squadra competitiva.

La recensione

8.5 Il voto

Probabilmente non erano in molti a scommettere su un seguito per Monster Hunter Stories, eppure Capcom non solo scommette su questo spin-off, ma riesce a confezionare un RPG di ottima fattura. Poteva essere fatto di meglio per la stabilità del frame rate, ma un sistema di combattimento al contempo ricco e accessibile, unito a una direzione artistica particolarmente ispirata, rendono MHS2 un ottimo gioco per i fan storici della serie, ma anche un perfetto punto di partenza per i neofiti.

Valutazione

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Commenti 2

  1. Nuas82 says:

    Ci sto giocando anche io e ammetto che mi sta piacendo davvero molto. Peccato per la pessima ottimizzazione del frame rate, l’avrei gestita diversamente anche a discapito dell’enorme qualità visiva che invece il prodotto finale ha. Giocabilità semplice ma non banale, estetica sopraffina, bella colonna sonora e trama interessante. Non mi vergogno a dire che sto giocando di più a questo che a Rise.

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