Curious Expedition 2: la recensione

Un po’ gioco di ruolo, un po’ punta & clicca, un po’ gioco da tavolo…questa spedizione è davvero…curiosa!

Per quanto ormai sia quasi una tradizione, nel corso di questa lunga estate abbiamo avuto modo di riscoprire in maniera ancor più convincente quanto l’odierno panorama videoludico tragga beneficio dal panorama di sviluppo indipendente, tanto sotto il profilo quantitativo che qualitativo, con un occhio particolare agli aspetti di creatività e diversificazione derivante dall’accessibilità tanto ai tool di creazione quanto alle realtà distributive da parte di numerosi team di lavoro, anche di piccole dimensioni. Un’ulteriore tassello che va a completare questo interessante se non addirittura entusiasmante quadro è senza dubbio Curious Expedition 2, ennesima opera difficilmente inquadrabile all’interno delle classiche categorizzazione di genere e che, pertanto, ci attira con grande…curiosità. Partiamo assieme per questa spedizione, e scopriamo dove ci porterà!

Il gioco in questione ci mette nei panni della curatrice dell’Esposizione Universale di fine ‘800 a Parigi, in una ambientazione però fantasiosa, come fosse una reinterpretazione mistica di quell’affascinante mondo di rivoluzioni e scoperte di oltre un secolo fa. Interazioni multiculturali, elementi magici e una forte impronta immaginifica potenziano il colpo d’occhio estetico che costituisce l’universo diegetico dell’opera, sia nella fasi “cittadine” e preparatorie alle vere e proprie spedizioni avventurose, che poi durante le stesse escursioni. Il nostro obiettivo sarà quello di racimolare e gestire le risorse, durante le fasi organizzative quasi manageriali, reclutando fondi grazie alla capacità di solleticare l’interesse di svariati possibili “sponsor”, per riuscire a rendere possibili i nostri viaggi verso terre misteriose, affascinanti e sconosciute, ma ricche di tesori, con lo scopo di soddisfare determinati requisiti necessari per sbloccare le missioni principali, fortemente imperniate attorno al macro arco narrativo dell’opera. Sia le fasi “manageriali” che quelle messe in scena durante le spedizioni narrative sono fedelmente programmate nei minimi dettagli da parte degli sviluppatori, al contrario invece delle avventure d’intermezzo, necessarie per riuscire a sbloccare e accedere a quegli snodi del racconto sopra citati: queste spedizioni randomiche, infatti, manterranno la caratteristica di essere generate proceduralmente, come nel primo capitolo della curiosa saga.

Una volta sbrigate le faccende preparatorie, quindi, il nostro gruppetto di eroi è pronto a partire all’avventura, sbarcando di volta in volta su diverse isole, come detto a volte completamente casuali, altre volte (cinque, per l’esattezza, tante quante il numero di capitoli narrativi presenti nell’opera) in luoghi invece propriamente studiati in termini di design dallo sviluppatore. Che siano avventure predeterminate o generate randomicamente, comunque, la giocabilità di base resta molto simile, se non propriamente la stessa: la fase esploratoria ricalca in qualche modo gioco da tavolo o di ruolo cartacei, con un setting di regole chiaramente ispirate ad essi, mentre quelle di combattimento richiamano fortemente i tipici GDR videoludici cui siamo tutti abituati. La prima fase ci vedrà infatti procedere selezionando la distanza da far percorrere al nostro gruppo, a scapito del consumo di energie pisco-fisiche limitate; avanzando, saremo in grado di svelare meglio la conformazione del territorio, scoprendo strade, scorciatoie, ma anche possibili nemici, trappole o agguati. Il tutto con l’obiettivo di completare le missioni indicate nella parte in basso a destra dello schermo, senza sapere esattamente dove e come queste terre incontaminate, affascinanti ma pericolose, debbano essere affrontate. Capiterà inoltre di giungere in determinati luoghi di ristoro, dove recuperare almeno parzialmente le risorse a nostra disposizione, o in aree di indagine, dove (quasi fossimo in una avventura grafica) selezionare determinate scelte, piuttosto che altre, per decidere come proseguire nella risoluzione di enigmi o problematiche di varia natura. Interessante come questa gestione sia affidata tanto al nostro libero arbitrio, quanto alle caratteristiche (di ingegno, forza, velocità, destrezza) dei nostri personaggi, tramite il lancio dei loro “dadi”: chiari riferimento ai gioco da tavolo o di ruolo cartacei, cui facevamo prima riferimento.

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