The Longest Road on Earth: la recensione

Un gioco-non-gioco che vi farà emozionare è disponibile ora su Switch

Ci sono titoli che non rientrano propriamente nella classica dicitura di videogioco, ma che riescono comunque a farsi strada tra le pieghe della vostra attenzione, suscitando emozioni e toccando corde che fanno parte della vostra anima, o comunque di un mondo interiore che difficilmente riesce a emergere durante un’adrenalinica esperienza interattiva fatta di avventura e riflessi. Le possibilità creative, ma anche di auto pubblicazione e ampia diffusione offerte dall’espansione continua degli store digitali hanno dato respiro, nel corso degli anni, anche a progetti di questa tipologia. Atipica, ma pur sempre affascinante. In particolare, l’eShop di Nintendo Switch, con il suo enorme successo ma anche con un posizionamento di pubblico particolare, grazie all’approccio a sua volta peculiare da sempre caratteristica della casa di Kyoto, è ricco di questi tagli interpretativi al medium videoludico e, tra le diverse produzioni che rientrano in questa categoria, un posto speciale può occuparlo senza dubbio The Longest Road on Earth.

The Longest Road on Earth: annunciata la nuova avventura grafica

Il titolo qui preso in esame è una collezione di diverse storie, espresse sempre senza alcuna parola né dialogo, capaci di esplorare le vite quotidiane di ogni giorno di quattro personaggi, accompagnati in maniera costante da una splendida colonna sonora. Personaggi particolari, protagonisti di una produzione particolare, proprio perché assolutamente comuni, e pertanto eccezionali. La narrativa e i significati profondi di questi racconti vengono, pertanto, lasciati costantemente all’interpretazione che ciascun fruitore darà loro, a seconda della propria inclinazione caratteriale e della propria sensibilità. Gli sviluppatori stessi descrivono l’esperienza di gioco al pari di una tranquilla passeggiata in una calda giornata di primavera, come un viaggio lungo il viale dei ricordi: tutto quello che il “giocatore” dovrà fare sarà sedersi, rilassarsi e perdersi nella meravigliosa, ma sempre malinconica, musica di quest’opera unica.

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