Restless Soul: la recensione

Andiam, andiam, andiam a...resuscitar!

Il bianco e il nero; i pixel ben visibili; gli assi di movimento semplificati; le dinamiche ludiche di movimento e sparo. A volte, a pensarci bene, l’estrema ricchezza e complessità dei prodotti videoludici nasconde ancora, sotto la superficie di poligonli e texture, fisica e AI, alcune semplici direttive cardine, che costituiscono lo scheletro essenziale dei un’esperienza interattiva il cui scopo sia quello di intrattenere i nostri occhi, i nostri riflessi e la nostra attenzione. Produzioni di questa caratura così ermetica trovano libero sfogo ovviamente sui lidi dorati degli store digitali, tra i quali senza dubbio l’eShop è assurto a ruolo di icona e simbolo: vero e proprio Eldorado anche per prodotti espressione della creatività intimista di un singolo individuo, come nel caso di Restless Soul. Pronti a ridere…da morti?

L’opera qui presa in esame è la fatica di programmazione di un gruppo di lavoro contenuto, che ha voluto esprimere tutta la semplicità di un’avventura divertente, nonostante sia ambientata nell’Aldilà. Trapassati a miglior vita, vestiremo i succinti panni di un fantasmino che, arrivato alla corte della fantomatica Signora con la falce, non gradirà più di tanto la nuova prospettiva e, incuriosito dalla possibilità di poterlo fare…proverà a fuggire dal regno dei morti, per tornare in vita. Grazie anche alla complicità e all’aiuto del saggio cane parlante defunto, di nome “Woof”. Che, per chi non lo sapesse, è l’onomatopea di lingua inglese che rappresenta l’abbaio del cane; in pratica, l’equivalente del nostro “Bau”. Il titolo svela sin dalle primissime battute le proprie premesse, fatte di poche pretese e di un coinvolgimento leggero, ma non per questo spiacevole: il contesto gioca continuamente tra ironia e rimandi alla quarta parte, muovendosi in un metalinguaggio e un metadialogo tra il fruitore e l’utente, tra l’avatar e il programmatore, in un continuo spostamento del focus narrativo capace di strappare più di un sorriso, in diverse occasioni. Preparatevi quindi a fraintendimenti tra il protagonista e la voce narrante, battibecchi con i vari NPC, prese in giro nei confronti dello stesso giocatore, ma a tratti anche del medium videoludico tutto: nulla in Restless Soul è da prendersi sul serio, e soltanto così sarete in grado di godervelo appieno.

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