Slaycation Paradise: la recensione

Una vacanza da bollino...rosso sangue!

Al di là di un’esplorazione a base di massacro operato con le vostre stesse mani, atto ad eliminare tutti le creature mostruose che popolano un livello, sopravvivendo allo stesso, il titolo non lesina però ulteriori varianti sul tema, capaci di cadenzare il ritmo di gioco in maniera più che discreta, evitando l’eccesso di ripetitività che porterebbe altrimenti il fruitore alla noia. Da un lato, spesso e volentieri vi capiterà l’opportunità di mettere all’opera anche armi ambientali, come torrette o trappole di varia natura, capaci di mietere un numero considerevole di vittime alla volta; dall’altro sarà anche fondamentale capire in quali momenti sia meglio procedere all’assalto, magari lanciandosi con le armi spianate verso nemici singoli o raccolti in piccoli gruppi, laddove in altri momenti per non soccombere sarà imprescindibile interpretare al meglio i riparti che le diverse location sanno offrire, per ripararsi dall’assalto di un’orda di avversari. A quel punto, sotto un certo punto di vista, il gioco passa dal genere shooter a quello tower defense, dovendo voi recuperare materiali sparsi lungo i diversi livelli per metterli assieme e creare piccole, temporanee ma solide fortezze, dietro cui barricarvi sperando che resistano sufficientemente a lungo per consentirvi di uccidere qualunque mostro si pari sul vostro cammino e, conseguentemente, sopravvivere al livello. In aggiunta, non vanno poi disdegnate le piccole missioni secondarie (legate per esempio al salvataggio di alcuni sporadici superstiti in questi luoghi alternativi dimenticati da Dio) che, pur non costituendo una impalcatura narrativa vera e propria, senza dubbio offrono ulteriori piccoli spunti di varietà e, in fin dei conti, divertimento, aumentando il senso di coinvolgimento all’interno dell’universo finzionale messo in scena dagli sviluppatori.

Dal punto di viste tecnico e strutturale, il gioco propone una telecamera isometrica presa di tre/quarti dall’alto, offrendo una buona visuale sulla zona di gioco, garantendo possibilità di lettura dell’area circostante il nostro personaggio più che affidabili. Lo stile è sostanzialmente realistico, con la resa materica dei diversi ambienti piuttosto ben riuscita, tra asfalto e elementi naturali, a seconda delle mete geografiche scelte per i nostri particolarissimi viaggetti fuori mano. I modelli poligonali sono semplici, ma come ci si potrebbe aspettare da un titolo con questa impostazione, mentre a tratti sorprendono positivamente gli effetti di luce e rifrazione. Purtroppo, quantomeno nella versione Switch soffre un po’ il comparto legato al frame rate che, né in modalità portatile né fruito tramite dock station sullo schermo TV, riesce a garantire un’esperienza di gioco sempre fluida e costante. Buono invece il sistema di controllo, anche a JoyCon separati, tramite utilizzo sapientemente mappato di analogici e dorsali.

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La recensione

6.5 Il voto

Frame rate a tratti fastidioso e una sostanzialmente assenza totale di infrastruttura narrativa limitano a tratti la fruibilità del prodotto, altrimenti divertente sia per la giocabilità varia che per l'ironia fuori dagli schemi.

Valutazione

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