Ghost Trick Detective Fantasma: la recensione

La morte è solo l'inizio di una fantastica indagine in Ghost Trick Detective Fantasma.

A circa 13 anni dal suo lancio per DS torna, in versione remaster, uno dei puzzle adventure più bizzarri ed innovativi della sua generazione. Capcom ci propone infatti Ghost Trick Phantom Detective (Detective Fantasma da noi), gradito ritorno delle avventure del detective Sissel, a metà tra il mondo dei vivi ed il mondo dei morti. Per coloro che non conoscessero il titolo originale, quella che abbiamo tra le mani è una avventura di investigazione ad enigmi che parte da un assunto alquanto bizzarro: siamo morti e dobbiamo indagare sugli accadimenti che ci hanno mandato all’altro mondo. Ci risvegliamo, o meglio, la nostra anima si risveglia, pochi minuti dopo gli eventi che hanno portato alla nostra morte e con una lampada di nome Light (!) a spiegarci i primi rudimenti dei Ghost Trick, appunto gli scherzetti da fantasma che ci consentiranno di interagire con il mondo dei vivi, cambiandone il destino. La prima urgenza è quella di salvare Lynne, una ragazza che sembra essere l’unica testimone del nostro omicidio, dalla minaccia del killer Jeego, l’artefice della nostra morte. Lynne sembra attrarre come una calamita eventi potenzialmente mortali, spetterà a noi dunque tenerla in vita in modo da ottenere quanti più indizi possibili nel tempo limitato messoci a disposizione. All’alba infatti la nostra anima si dissolverà per sempre, non c’è tempo da perdere. Da questo punto in poi si dipanerà un intrigo molto interessante, in grado di tenerci incollati allo schermo grazie a colpi di scena e ad una trama ben articolata e che ancora oggi si fa ricordare tra coloro che hanno giocato la versione DS.

Al pari della storia anche il gameplay di Ghost Trick regge motlo bene ancora oggi, grazie a scelte sempre divertenti e stimolanti. Sissel scopre di poter scansionare il mondo circostante e di poter possedere con la sua anima determinati oggetti, e talvolta anche certi esseri viventi. Saltando da un oggetto all’altro potremo muoverci sullo schermo di gioco, sfruttando il fatto che in questi frangenti il tempo, nel mondo dei vivi, sarà fermo. Per ogni oggetto posseduto è possibile interagire con un trick (ad esempio far partire un frullatore, aprire lo sportello di un armadio, suonare un campanello, far cadere oggetti pesanti e tantissimo altro), ossia con i tipici scherzetti da fantasmi. Interagire con gli oggetti avrà delle conseguenze anche con i personaggi nei dintorni. Ad esempio far cadere una ciambella dal tavolo farà arrivare un topolino a rosicchiarla, oppure far partire un carillon farà arrivare la proprietaria a controllare cosa succede. Combinare i trick nella sequenza logica corretta ci consentirà di plasmare il presente ed il futuro a nostro piacimento, portandoci tassello dopo tassello in direzione della soluzione del nostro enigma. Uno degli aspetti davvero belli dell’approccio scelto dagli sviluppatori sta nel fatto che per arrivare a una determinata soluzione le strade sono molteplici, spingendo quindi ogni giocatore a trovare un approccio personale all’enigma. Tutto questo è possibile riavvolgendo il tempo fino ai quattro minuti precedenti il momento clou sul quale vogliamo agire, con l’aiuto talvolta di compagni piuttosto bizzarri, come un volpino casinista ma coraggioso. Questi companion saranno anche in grado di darci ottimi suggerimenti qualora ci trovassimo bloccati. Col progredire dell’avventura gli enigmi diventeranno sempre più complicati ed in grado di coinvolgere un buon numero di oggetti da possedere. Il trial & error diventerà quindi parte integrande del gioco, in quanto sarà necessario per ogni oggetto vedere quale interazione è possibile e quale la conseguenza sugli eventi a schermo.

Lo stile grafico è piuttosto inconfondibile ed è difficile non notarvi dietro la mano di Shu Takumi, il designer che ha firmato tra l’altro la saga Ace Attorney. Il taglio grafico dei character, ma anche quello degli scenari ed il modo di interagire con essi ricordano spesso e piacevolmente il capolavoro avvocatesco. Proprio dal punto di vista grafico troviamo una delle migliorie più evidenti di questa remaster. La risoluzione grafica ed il frame rate sono stati infatti migliorati di molto e adattati alle console di nuova generazione, così come l’interfaccia giocatore è stata implementata in una singola schermata (anziché in due come era nella versione DS). Il risultato finale rimane coerente con la versione originale ma molto più fresca ed attuale. Anche il comparto audio è stato pesantemente rinnovato, con le 37 tracce originali che sono state rimasterizzate per l’occasione, più una bonus track, il tutto sotto la sapiente supervisione del compositore Yasumasa Kitagawa, firma della sound track di Ace Attorney. La fruibilità del gioco trae enorme giovamento dall’introduzione dell’italiano tra le lingue giocabili, pur essendo vero che i testi non richiedevano grande sforzo di traduzione già nella versione DS, averlo già nella nostra lingua lo rende molto più immediato e godibile. Per i collezionisti sono state aggiunte delle funzionalità che consentono, con il progredire dell’avventura, di sbloccare scketch, scenari, artworks e tracce audio

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La recensione

7.5 Il voto

Ci sono giochi che, anche a distanza di molti anni dal loro lancio, riescono a ripresentarsi ai giorni nostri in forma smagliante, grazie ad un gameplay ancora stimolante ed attuale e ad una storia davvero difficile da dimenticare. Ghost Trick è senza dubbio uno di questi, il passaggio da DS a Switch è stato gestito preservando quanto di buono era presente nella versione di 13 anni fa e mettendo invece giustamente mano al comparto audio e grafico. Per chi non ci avesse già giocato è un must assoluto da recuperare, per gli altri è comunque un piccolo capolavoro da rigiocare volentieri.

Valutazione

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