Skábma – Snowfall: la recensione

Incontra il ritmo nascosto della natura, in questa avventura poetica ma intrigante

Ci sono volte in cui il videogame è utilizzato soprattutto per trasmettere un messaggio, sia esso sociale, politico piuttosto che individuale o antropologico. Certo, per farlo bisogna spesso è volentieri nasconderlo, sotto dinamiche di gioco o elementi estetici di vasto profilo o ampio respiro, per riuscire comunque ad attirare un pubblico di massa, affinché tale messaggio possa quantomeno venire ascoltato, anche è magari non condiviso. E altre volte ancora dove, al contrario, tutto risulti esplicito sin dal principio, facendo in modo che gli stessi cardini concettuali diventino gli stilemi del prodotto, nonché della sua comunicazione e promozione. Operazione forse più facile nel panorama indipendente, come nel caso del qui recensito Skábma – Snowfall.

Come si evince sin dal titolo stesso dell’opera, il prodotto esaminato si concentrato sulla messa in scena del popolo Sami, portando avanti una narrazione individuale (quella di Ailu) approfittandone in realtà per illustrare ambienti, cultura, lingua e tradizioni dell’intero popolo di appartenenza del ragazzo protagonista. Questa popolazione, che viene superficialmente spesso definita come lappone, nel nostro paese, è una popolazione indigena stanziata nella parte settentrionale della Fennoscandia, in un’area da loro chiamata Sápmi, che si estende dalla penisola di Kola fino alla Norvegia centrale includendo anche le regioni più settentrionali della Finlandia e Svezia, nella regione della Lapponia. I sami hanno la loro storia, lingua, cultura, attività professionali, modo di vivere e identità. Le stime sul numero totale di sami vanno dalle 50.000 alle 100.000 persone e il Sápmi è diviso dalle frontiere di quattro stati: Norvegia (oltre 40.000 sami), Svezia (oltre 20.000 sami), Finlandia (circa 7.000 sami) e Russia (circa 2.000 sami). Una piccola parte di Sami è emigrata tra il XIX e il XX secolo nel nord dell’Islanda e in Alaska. Un excursus dovuto, vista la relativa ignoranza che circonda loro e i loro tratti socio-culturali a livello di cultura generale, necessaria anche per capire fino in fondo l’opera qui affrontata, non a caso lanciato il 9 agosto scorso, Giornata Internazionale delle Popolazioni Indigene di tutto il Mondo.

Il gioco vi metterà infatti nei panni di un giovane allevatore di questa tribù, all’inseguimento di uno dei cervi scappato dal recinto della famiglia: questa fuga lo porterà a esplorare i grandi territori che si estendono attorno all’accampamento del suo villaggio, recentemente afflitto da una strana malattia che sta corrompendo tutto l’ambiente circostante, colpendo piante, animali e ovviamente esseri umani. Un morbo misterioso, legato probabilmente all’allontanamento tra uomo e natura, con tradizioni calpestate dal presunto percorso del progresso che sta avendo, come unica conseguenza, l’indebolimento della mistica relazione tra tutti gli elementi naturali, precedentemente in equilibrio. L’avventura di Ailu lo porterà presto a scoprire i motivi reali dietro questa afflizione, soprattutto dopo il suo incontro con un vecchio tamburo incantanto noto come Goavddis: tramite l’antica aura mistica che lo pervade, il protagonista riuscirà piano piano a capire la necessità di ritrovare i vecchi spiriti tutelari della regione, ristabilendo il contatto tra uomo e natura che i pozzi di catrame stanno recidendo alla radice, cercando di risalire all’origine del malessere che pervade questa regione geografica attraverso un racconto legato a doppio filo con le tradizione della popolazione indigena più a nord d’Europa. Sarà quindi fondamentale per il proseguo della trama riuscire a ritrovare Skuolfi (il gufo), Guovža (l’orso), Čámsa (la trota) e Rieban (la volpe): ciascuno di loro possiede infatti poteri unici, in grado di influenzare le vostre movenze e la vostra abilità di attenuare la diffusione della malattia nelle terre dei sámi. Servendovi quindi del tamburo e del potere degli spiriti tutelari potrete aumentare le vostre capacità di traversing di queste lande selvagge, per svelare gli elementi invisibili della natura artica, piegandoli alla vostra volontà, ricercando lungo i sentieri i diversi oggetti collezionabili, spiriti ed alberi in grado di aiutarvi a superare qualsiasi ostacolo e rompicapo ambientale nei quali vi imbatterete lungo il viaggio.

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