Skábma – Snowfall: la recensione

Incontra il ritmo nascosto della natura, in questa avventura poetica ma intrigante

L’elemento più riuscito del titolo qui analizzato risiede nella capacità di ricreare le atmosfere di queste regioni e, soprattutto, il senso di immedesimazione all’interno delle dinamiche di questo viaggio conoscitivo. Per farlo, il team di sviluppo ha ideato diversi stratagemmi, come precedentemente accennato, legando il fulcro della propria narrazione agli stilemi dell’opera stessa. Ecco così che le scene d’intermezzo assumono un valore doppio, legato tanto al contenuto del canovaccio quanto ai suoi aspetti di coinvolgimento: esse sono infatti interamente doppiate nella lingua originale e svolgeranno un ruolo fondamentale nel sentirsi parte dell’avventura narrativa qui proposta. Allo stesso modo, le ambientazioni risultano varie, ma sempre verosimili, offrendo al colpo d’occhio tanto foreste e boschi, quanto distese innevate, passando anche attraverso corsi d’acqua o zone meno rigogliose, testimoniando lo studio ravvicinato eseguito dal team in fase di ideazione delle scenografie che popolano lo sfondo di questo percorso. E, come per la flora, anche la fauna è protagonista interattivo, accanto alle gesta di Ailu: animali dal comportamento sempre piuttosto realistico, fatta eccezione per gli interventi mistici sparsi sapientemente qua e là lungo la trama diegetica tessuta dalla sceneggiatura, si mostreranno per poi sparire, salvo ricomparire seguendo un proprio schema comportamentale, influenzato in negativo dall’afflizione e in positivo dal progressivamente ritrovato legame tra il vostro avatar e i valori antichi della tradizione del popolo Sami. Un ultimo aspetto comunque molto importante sotto questo punto di vista è poi quello della palette di colori utilizzata per dare vita a scenari e attori: un senso di matericità legnosa e di opacità pittorica accompagnano tutta l’opera, quasi ci trovassimo davanti a pittogrammi disegnati con materiali naturali sulla pietra, all’interno di una delle caverne in cui la trib§ era solita rifugiarsi durante i periodi più freddi dell’anno, quando capanne di legno ricoperte di pelli d’animale non erano più sufficienti a garantire la sopravvivenza.

Spiace doverlo sottolineare, visto l’evidente sforzo profuso dal team di sviluppo, sospinto dalla volontà di raggiungere il più ampio pubblico possibile insistendo con diverse conversioni del proprio titolo, contrariamente a quanto troppo spesso fatto anche da publisher molto più grandi ed importanti e supportarti da budget senza dubbio più ambiziosi rispetto a questa produzione, che resta piccola e di stampo indipendente, nonostante lo slancio tentato dal gruppo di programmazione, ma i limiti tecnici evidenziati dalla versione Switch ne compromettono la fruizione. Il colpo d’occhio d’insieme fa intuire la buona direzione artistica e apprezzare le scelte stilistiche effettuate dal team di programmazione, ma i colori risultano fin troppo slavati; le texture fin troppo spalmante; i contorni di tutti gli elementi fin troppo sbiaditi. L’effetto finale è piuttosto impastato, privo di risoluzione adeguata sia in modalità TV che sul piccolo schermo della console (anche in versione OLED), con una mole poligonale semplice, afflitta da compenetrazioni percettive dovute proprio alla mancanza di sufficiente pulizia grafica. Anche le animazioni risultano piuttosto scattose e l’esperienza complessiva poco fluida, afflitta anche da tempi di caricamento piuttosto significativi. Un vero peccato, vista la scintilla che brucia sotto le braci di quest’opera senza dubbio ispirata e ambiziosa, ma non sorretta adeguatamente dal budget, dal know-how o dalla forza necessaria per programmarla a livelli sufficienti anche su Nintendo Switch.

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La recensione

6 Il voto

Purtroppo lo sforzo encomiabile del team di sviluppo nel ricreare un'avventura dal respiro ampio e dalla narrazione intrigante cozza in maniera evidente con i limiti tecnici della rappresentazione su Nintendo Switch: colori slavati, texture sbiadite, rallentamenti zoppicanti e animazioni fin troppo rigide spezzano il senso di sospensione dell'incredulità che sarebbe fondamentale per riuscire a immergersi davvero fino in fondo nei panni di Ailu.

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