Super Crazy Rhythm Castle: la recensione

Tenere il ritmo non vi basterà per superare i tranelli architettati dal re pazzo, meglio portarsi dietro qualche amico.

Nel libro culto “Alta fedeltà” Nick Hornby scrive “La musica ha un grande potere: ti riporta indietro nel momento stesso in cui ti porta avanti, così che provi, contemporaneamente, nostalgia e speranza’’. Davvero difficile dargli torto, la musica, anche e soprattutto quella della nostra giovinezza, è in grado di aprire una sorta di varco spazio-temporale e di riportarci ad un determinato periodo della nostra vita, facendocelo ricordare e ri-vivere. Una magia simile riesce sicuramente a farla i nostri videogiochi preferiti e dunque, a maggior ragione, anche quelli a tema musicale. Personalmente sono piuttosto legato al genere dei rhythm game, a partire dal divertentissimo Parappa the Rapper per PS1, fino ad arrivare a tempi più moderni con i vari Guitar Hero (su tutti la versione Metallica) ed al mio preferito in assoluto, un must delle sale giochi, Taiko no Tatsujin, il frenetico simulatore di tamburi giapponesi. Questo breve excursus per far presente come l’arrivo di un nuovo titolo all’interno di questo macro genere sia stato da noi accolto con una certa curiosità, vista soprattutto la premessa/promessa da parte degli sviluppatori di un gameplay in grado di rivoluzionare i classici Rhythm Games. Parliamo di Super Crazy Rhythm Castle, titolo sviluppato dal piccolo studio inglese Second Impact Games, da Brighton. È bene dire subito che non dobbiamo aspettarci il classico gioco nel quale dovremo riprodurre una sequenza di brani simulando l’utilizzo di uno strumento musicale, questo titolo è anche altro, un ibrido, una scommessa. A differenza dei giochi musicali tradizionali, in Super Crazy Rhythm Castle non avremo infatti la consueta schermata juke box, con una selezione di brani tra cui scegliere in base al livello di difficoltà ed al nostro gusto musicale, bensì il gameplay prenderà le forme di action adventure nel quale dovremo esplorare un bizzarro castello, esplorazione che ovviamente gira intorno alla musica.

La scommessa di questo titolo sta appunto nel non focalizzarsi esclusivamente sulla classica interpretazione del rhythm game, bensì di utilizzarlo come espediente per superare livelli nei quali le influenze platform e action sono ben distinguibili. Nei panni di uno dei quattro personaggi selezionabili (è possibile infatti condividere l’avventura in multiplayer con altri tre amici) dovremo attraversare il castello e superare gli enigmi proposti di volta in volta dal padrone del castello, il fantomatico Re Ferdinando. Il sovrano, sull’orlo della pazzia, ci proporrà infatti non solo di tenere il ritmo tramite la corretta combinazione di tasti (quanti tasti dipenderà dal livello di difficoltà da noi scelto), ma anche di risolvere enigmi, liberare stanze da una serie di oggetti di intralcio, sconfiggere nemici robotici, sfoltire piante carnivore e molto altro. Il tutto è condito, sia graficamente che a livello testuale da una sottile ironia che permea tutta l’avventura, e che pur non lanciandosi in particolari sfoggi narrativi riesce comunque a strapparci più di un sorriso grazie anche a qualche non-sense.

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