Bomb Rush Cyberfunk: la recensione

I fasti di una volta, interpretati in maniera così moderna da risultare persino capaci di superare il maestro e l'originaria fonte di ispirazione

Le fasi che più coinvolgono il giocatore, vuoi anche per l’evidente richiamo al famoso brand di SEGA, sono quelle di “traversing” acrobatico in cui, forti dei nostri pattini o del nostro skate, dovremo interpretare ogni marciapiede, ogni ringhiera, ogni scivolo, ogni cornicione e via discorrendo come veri e propri elementi da skate park, sfruttandone le inclinazioni, il grip, il grind e ogni altro aspetto di possibile interazione come pretesto per lanciarci in trick mozzafiato al limite dell’irrealismo, in termini di leggi della fisica, sfruttando ogni appiglio e ogni appoggio per un adrenalinico e continuo movimento. Il risultato è piuttosto frizzante, solo a tratti straniante anche grazie a un buon sistema di controllo, a tempi di risposta e di latenza indulgenti seppur verosimili, a un level design intelligente e capace di porre sempre a portata di salto (o doppio salto!) un ulteriore punto di sostegno per continuare quelle che, a tutti gli effetti (con tanto di conteggio dei punti incrementale) si rivelano essere vere e proprie combo, derivanti dalle continue e continuative sequenze di trick messe in atto in maniera corretta da parte dell’avatar controllato dal giocatore. Il tutto arricchito da alcune novità più acrobatiche e meno verosimili, come il doppio salto o il jetpack pronto a darvi un ulteriore boost in fase di planata o sorpasso degli ostacoli più elevati, capaci però di offrire un ulteriore strato di interazione free style all’esplorazione delle ambientazioni realizzate dal team di sviluppo, offrendo davvero un parco giochi ricco di trick per i polpastrelli degli appassionati. Meno riusciti forse i momenti di platform più classico o gli scontri fisici, seppur sempre a suon di acrobazie, gli uni destinati a far da filler tra un momento di parkour e l’altro, gli altri leggermente caotici e, conseguentemente, a tratti frustranti, al contrario invece del semplice ma efficace sistema di “pittura”, pensato per dar vita alle vostre opere d’arte graffittare. Per motivi di storyline nonché luldici, infatti, buona parte del titolo ruoterà attorno alla conquista dei diversi distretti cittadini da parte della vostra crew, sbloccando le diverse fasi narrative e interattive a partire dalla realizzazione di punti derivanti dalla capacità di coprire le superfici urbane con le vostre tag. Come da definizione, il graffito infatti è quell’opera visiva muraria realizzata con bombolette spray, dipingendo i propri simboli variamente stilizzati sulle pareti esterne dei mezzi pubblici, sui muri esterni di edifici o altre superfici urbane, conquistandosi il titolo di writer in faccia agli altri membri delle diverse gang: in termini puramente videoludici, una volta individuata un’area interattiva potremo entrare in modalità “artista da strada” attivando una semplice ma efficace interfaccia a punti, da unire con rapidi movimenti dello stick analogico per realizzare diverse tag, di complessità e risultato estetico variabili a seconda della nostra capacità di unire i diversi spazi disegnabili secondo linee cromatiche differenti. Completata l’opera muraria, otterremo punti che a loro volta ci apriranno le porte dei diversi snodi, esplorativi e narrativi, presenti lungo l’arco principale dello scheletro del gioco stesso, affidando a questo piccolo ma ben radicato minigioco un grande valore ludico, senza lasciarlo come appendice secondaria ed opzionale.

Ricordando a tutti che il gioco è disponibile anche in edizione fisica dal 5 dicembre 2023, mentre l’edizione esclusiva iam8bit verrà distribuita a fine 2023 e il vinile a inizio 2024, passiamo ora ad analizzare le prestazione tecniche, di questa accattivante opera d’ingegno: l’elemento che sovrasta tutti gli altri è ovviamente quello della direzione artistica, finemente studiata dai suoi autori per rimandare in maniera inequivocabile alla fonte di ispirazione primaria del famoso titolo SEGA del passato, reinterpretandone alcuni elementi in chiave più (steam)punk, con un connubio di stili che riescono ad amalgamare in maniera coerente la spigolosità di un futuro distopico con i colori psichedelici della street art più contemporanea. Una personalità sgargiante, sorretta anche da un linguaggio idoneo, tanto nei testi quanto, soprattutto, nell’ottico accompagnamento sonoro, grazie a suoni e canzoni da strada ricche di carisma, per quanto fortemente indirizzate su tematiche e gusti piuttosto particolari. Un’opera non per tutti, quindi, ma imperdibile invece per gli amanti del parkour anche musicale. Sotto il versante puramente tecnico, spiazza in maniera positiva come il team sia riuscito a mantenere l’originalità e la freschezza di una produzione indie, pur trasportandola con buoni risultati anche in ambienti di gioco puramente tridimensionali, con arene non enormi ma piuttosto grandi e pregne di elementi interattivi, con dinamiche non open world, ma capaci di mantenere il feeling free roaming imprescindibile per il DNA di questo gioco, con modelli poligonali sapientemente, furbescamente e volutamente taglienti, nascondendo una estrema semplicità di fondo sotto alla patina stilistica. La fluidità non è sempre ottimale, ma nel complesso il tutto risulta pienamente giocabile e godibile, sia in modalità portatile che su schermo TV.

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La recensione

7.5 Il voto

Quando un gioco è capace di superare il maestro sotto tutti i punti di vista a esclusione, ovviamente, del bagaglio di innovazione e originalità, significa che il lavoro svolto è davvero ben fatto. Per tutti i nostalgici ma in realtà adatto anche ai neofiti del genere, Bomb Rush Cyberfunk saprà conquistarvi, a patto di avere dentro di voi uno spirito street da liberare, almeno in ambiente virtuale

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