Inkulinati: la recensione

Un gioco di strategia basato sulle figure miniate dei frati amanuensi, dove l'inchiostro prende vita, grazie alla vostra fantasia, disegnando un ponte immaginifico tra i manoscritti medioevali e la vostra console: semplicemente meraviglioso!

Sono ormai anni che il nostro sito si batte per affermare l’enorme importanza del panorama indipendente all’interno dell’industria dei videogiochi, sostenendone tanto gli aspetti prettamente creativi, quanto quelli legati a business model differenti e lontani dalle (insostenibili?) dinamiche di massimizzazione e accentramento dei grandi conglomerati di programmazione. Realtà ormai più che affermate, in grado di rimpolpare l’altrimenti esiguo numero di nuove produzioni dai grandi budget capaci di arrivare sugli scaffali (dei negozi o virtuali) con sempre meno frequenza, baluardi ed emblemi di forza creativa ma anche di soluzioni di mercato concrete e non immaginarie o campate per aria. E alzi la mano chi fra di voi pensa che, senza gli odierni mezzi di espressione tecnica, programmazione, auto pubblicazione o promozione via social, potremmo avere l’enorme varietà d’offerta cui possiamo invece accedere sugli store digitali di tutte le piattaforme, perché ai nostri occhi appare lapalissiano ed evidente il vantaggio competitivo e d’intrattenimento che proprio noi appassionati per primi possiamo ricavare dall’apparentemente infinito serbatoio delle produzioni indipendenti. E anche qualora determinate certezze iniziassero a scemare, a fronte delle grandi produzioni cui tutti, volenti o nolenti, spesso aneliamo per rinforzare la nostra sete di videogame, ecco arrivare un progetto come quello analizzato oggi per voi dalla nostra redazione, a rimettere tutto in ordine e a ricordarci una lezione importante: le piccole gemme si nascondo spesso al di fuori dei sentieri più battuti.

Inkulinati ha senza dubbio un nome poco fortunato, nella nostra cara e amata lingua italiana, anche se immaginiamo che gli sviluppatori non lo sappiamo: la cosa un po’ stupisce, visto l’evidente studio di un periodo storico (quello medievale) che senza dubbio affonda le sue radici culturali anche e soprattutto nel verbo latino, da cui proprio il nostro idioma trae la sua stessa origine. Ma, al di là di semplici e superficiali battute, si pone agli occhi degli appassionati come una vera e propria chicca, molto ricercata sotto il versante stilistico, ma anche strutturale, senza dimenticare di riporre cura ed attenzione anche a un aspetto spesso fin troppo sottovalutato, come quello di una sceneggiatura scanzonata ma ironica, per un quadro complessivo che si pone alla nostra attenzione per tanti e diversificati punti di forza. Lanciato originariamente su PC e Xbox in accesso anticipato, questa produzione indipendente fa ora capolino su Nintendo Switch che, per molti aspetti, potrebbe rivelarsi la sua casa ideale: il titolo, infatti, punta più su giocabilità e divertimento che su grandi valori di produzione cinematografica; proporne una giocabilità adatta anche alle dinamiche portatili e saprà presumibilmente entrare in risonanza con tanti possessori dell’hardware ibrido della casa di Kyoto anche grazie al genere di appartenenza, senza dubbio tanto amato su questi lidi. Ma vediamo il perchè!

Si tratta infatti di uno strategico a turni, seppur profondamente diverso sotto molti punti di vista, rispetto a un Fire Emblem o a un prossimo Unicorn Overlord: in quest’opera di ingegno e fantasia infatti tutto ruota intorno alla capacità di alcuni scribi amanuensi di dare vita, tramite il magico inchiostro, alle creature disegnate come miniature dei famosi manoscritti dell’epoca. Questi bizzarri personaggi diventeranno i soldati di veri e propri eserciti di carta, visto che gli scontri con altri scribi avverranno ovviamente sulle pagine dei medesimi tomi: a partire dall’illustrazione del magister, cardine e fulcro dei “punti vita” del fruitore, sarà infatti possibile disegnare (al costo di alcune gocce di inchiostro appunto) le diverse tipologie di esseri fantasiosi che i programmatori hanno ingegnosamente reinterpretato a partire da reali manoscritti di epoca medievale: ecco così che avremo asini in armatura e conigli-cavalieri accanto e levrieri-arcieri e lumache corazzate, ciascuno pronto a sfoggiare le sue proprie caratteristiche di battaglia. Starà a noi inserirli sulla pagina nelle posizioni strategicamente più vantaggiose rispetto alle schiere nemiche, tenendo sempre presente tanto le caratteristiche di ciascuno dei nostri inusuali guerrieri quanto quelle dei nemici, nostri avversari. Le relazioni tra le unità pronte a darsi battaglia sul terreno di gioco, infatti, sono al centro delle dinamiche ludiche come in ogni strategico che si rispetti, tra attacchi in mischia o dalla distanza contrapposti ad armi da taglio e maglie di cotta, ma con un pizzico non banale di fantasia e novità. Nel dettaglio, potremo infatti ricorrere a particolari tecniche (inizialmente limitate dalle nostre abilità, ma in grado di aumentare per forza e varietà, progredendo lungo l’arco narrativo del gioco) legate anche al nostro avatar principale (il personaggio umano al comando delle schiere di creature zoomorfe), in grado per altro di bucare la quarta parete o comunque di dialogare in maniera ironica a livello meta-testuale: durante quelle che potrebbero essere definite super-mosse, infatti, capiterà non di rado di veder comparire a schermo la mano (guantata o meno) di noi stessi, cavalier Godfrey del caso, con in pugno il pennino a inchiostro con il quale stiamo “realmente” disegnando l’esito della battaglia, anche solo per scaraventare una delle creature avversarie letteralmente fuori dalla “pagina” di gioco. Soluzioni divertenti e inaspettate, giustificate a livello di coerenza diegetica e, per altro, portatrici non solo di simpatici sorrisi, ma anche di profondi valori di interazione ludica, all’interno di una cornice strategica non particolarmente difficile, ma non per questo minimale o semplicistica.

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Commenti 2

  1. MezzaSwitch says:

    Recensione veramene ottima!
    Aggiungo solo che da quanto avevo letto giro, i creatori erano consapevoli del “gioco di parole Italiano” ma hanno preferito di lasciarlo cosi.
    Che poi non ho ben capito come hanno scelto il nome …. Avevano detto che era il mix di due parole : INK e ILLUMINATI . Ma guardandole con attenzione si fa fatica a capire la scelta fatta ..soprattutto da un NON Italiano 😉 …io Avrei optato per INKUMINATI .
    Cmq lo prendero’ di sicuro…..appena scende un po’ di prezzo ;).

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