Nel vasto mondo dei giochi di ruolo a turni, i due idraulici baffuti più famosi del mondo si sono sempre contraddistinti per il loro approccio iconico e divertente. La serie affonda le sue radici nell’ormai lontano 2003, quando Mario & Luigi: Superstar Saga fece il suo debutto su Game Boy Advance. Da allora, i due idraulici hanno continuato a portare sui nostri schermi una serie di avventure sempre contraddistinte dall’umorismo e dalla spensieratezza, ormai marchi di fabbrica del duo, a maggior ragione nella loro interpretazione RPG. La saga ha continuato a evolversi, mescolando il tradizionale gameplay ruolistico a turni con una serie di innovazioni sia dal punto di vista dei combattimenti che da quello delle possibili interazioni fra i due, da utilizzarsi per superare piccoli ostacoli ambientali ed enigmi. Seguì nel 2006 Fratelli nel Tempo, con la sua bizzarra interpretazione dei viaggi temporali; Viaggio al Centro di Bowser, del 2009, introdusse per la prima volta la possibilità di controllare anche il cattivo per eccellenza del mondo Mario in alcune sezioni del gioco, ampliando le possibilità narrative e di gameplay; seguirono in tempi più recenti Dream Team Bros e Paper Jam Bros rispettivamente con esplorazioni avventurose nel mondo dei sogni e nell’universo di Paper Mario. Pur con normali alti e bassi a livello qualitativo, è stata sempre mantenuta una formula vincente di esplorazione, battaglie strategiche e momenti comici. Ad ogni modo con Fraternauti alla Carica viene colmata un’assenza che ormai si faceva sentire da diverso tempo, ossia quella di avere un’avventura RPG dei due idraulici nativa per Switch. Come noto dietro la serie Mario & Luigi c’è stato, sino ad oggi, il team di sviluppo AlphaDream, studio giapponese che ha avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione della saga, avendone curato lo sviluppo per quanto riguarda tutti i titoli sopra ricordati. Purtroppo, la software house ha dovuto chiudere i battenti nel 2019, motivo tra gli altri, per il quale abbiamo dovuto attendere così tanto prima di vedere il rilancio del brand. Nintendo ha quindi deciso saggiamente di continuare a supportare la saga, affidando il prosieguo della stessa a Nintendo EPD, costola della casa di Kyoto che ha già dato vita a numerosi titoli vicini a Mario, come Super Mario Odyssey ma anche The Legend of Zelda: Breath of the Wild. Sappiamo dunque di essere in ottime mani. Vediamo quindi se, nonostante il cambio di sviluppatori, Fraternauti alla Carica riesce a mantenere intatto lo spirito insito in Mario&Luigi.
Una sequenza animata ci introduce nel pieno dell’azione con Luigi, un po’ svampito come da prassi, inseguito da uno sciame di api, nei pressi del Castello della Principessa Peach, l’idraulico verde cade così in un burrone ma viene salvato dal provvidenziale intervento del fratello. In quel mentre, la mano sinistra di Mario e la mano destra di Luigi cominciano misteriosamente a brillare, facendo apparire un portale che li teletrasporta in un nuovo mondo, che scopriremo chiamarsi Elettria. Scopriremo presto che Elettria era una volta un unico continente unito dal Centralbero, un enorme albero appunto, in grado di raccogliere e convogliare tutta l’energia del continente in ogni angolo del regno. Purtroppo, una catastrofe ha distrutto Centralbero e ridotto l’arcipelago ad una moltitudine di isolette sparpagliandole (o meglio appunto, isolate) per il mare, trasformandolo in un’arcipelago. Spetta ovviamente a Mario e Luigi ricollegare le isole tra loro, dare vita ad un nuovo Centralbero e ripristinare il flusso energetico tanto caro agli abitanti di Elettria. Il tutto mentre, accompagnati da nuovi alleati, dovranno viaggiare sull’Isola Solcamari per esplorare le isole di Elettria e trovare il modo di tornare a casa. Questa ambientazione per così dire marittima, ci ha ricordato in qualcosina, Zelda Phantom Hourglass, per lo meno nei momenti di esplorazione per mare alla ricerca di nuove isolette da scoprire. Come vedremo non è l’unico aspetto in grado di rievocarci alla memoria le avventure di Link.
Dal punto di vista grafico, il gioco presenta uno stile cartoonesco che mescola l’animazione 2D con scenari tridimensionali. In particolare, durante alcuni brevi intermezzi animati emerge con chiarezza l’impronta cartoon che si è voluta dare al gioco, non nascondendo in alcuni frangenti un mood parecchio “alla Zelda” con riferimento in particolare ai titoli precedenti Breath of the Wild. Lo stile fumettoso/cartoon si rivela funzionale all’avventura, grazie ad una direzione artistica molto colorata e divertente, in grado di personalizzare characters e ambientazioni. Queste ultime risultano variegate, le diverse isolette da “de-isolare” rappresentano credibilmente differenti biomi, dalla rigogliosa foresta a quelle più desertiche, ed hanno ognuna una propria personalità riconoscibile, anche nella caratterizzazione degli abitanti. È notevole l’attenzione ai dettagli, anche per quanto riguarda i personaggi, sempre ben definiti, con espressioni facciali che fanno sorridere e situazioni che si adattano perfettamente alla comicità del gioco. La riuscita dal punto di vista visivo è coerente con l’atmosfera generale, mai troppo seria, ma sempre colorata e divertente. La parte del leone la fanno come ovvio, e non potrebbe essere altrimenti, il duo baffuto, con il loro caratteristico linguaggio che ormai ben conosciamo (mamma mia! Lets a go! Ok!).