Nel panorama videoludico contemporaneo, uno dei fenomeni più significativi è rappresentato dalla progressiva dissoluzione dei confini tra piattaforme tradizionalmente concorrenti. Un tempo rigidamente separati da strategie esclusive, i principali attori del settore stanno ora abbracciando una visione più fluida e trasversale, dove la diffusione delle proprie IP prevale spesso sulla difesa delle barriere hardware. Questa tendenza non è più episodica, ma strutturale: da semplici eccezioni si è passati a veri e propri orientamenti di mercato. Se Microsoft ha assunto un ruolo guida in questo processo, promuovendo un ecosistema cross-platform che include PC, console e cloud, anche Sony – storicamente più conservativa – ha iniziato ad aprirsi con decisione a nuovi contesti distributivi. Il mondo PC è diventato una seconda casa per molte sue proprietà, ma negli ultimi anni è evidente anche un crescente interesse verso una sinergia con l’ecosistema Nintendo, in particolare attraverso la sempre più diffusa presenza di contenuti su Switch.
Questa apertura strategica si riflette in una serie di casi emblematici, che evidenziano come le logiche dell’industria stiano evolvendo verso una maggiore interoperabilità tra ecosistemi storicamente rivali. Il caso di MLB: The Show – sviluppato da uno studio first party Sony ma disponibile anche su Xbox e Switch – rappresenta un segnale forte: la spinta della Major League Baseball verso una distribuzione multipiattaforma ha reso inevitabile un cambio di rotta, rivelando quanto la licenza possa trascendere le logiche di esclusività. Diversa ma altrettanto significativa è la vicenda di LEGO Horizon Adventures, dove il brand LEGO, unito a una delle IP di punta di Sony, incontra il target perfetto sulla console Nintendo: un pubblico giovane, ma trasversale e attento al family gaming. A questo si affianca il recente annuncio del remaster di Freedom Wars, titolo originariamente pensato per un’utenza portatile come quella PS Vita, che trova oggi nuova vita proprio grazie all’hardware ibrido di Switch. Infine, il ritorno della serie Hot Shots Golf – da sempre fortissima in Giappone – conferma l’interesse di Sony verso una fascia di pubblico più ampia, sportiva e familiare, sempre più strategica su Nintendo. In questo contesto si inserisce perfettamente anche il ritorno di Patapon, esempio ideale di sinergia e rilancio.
Patapon rappresenta uno dei casi più emblematici di sperimentazione ludica targata PSP: nato tra il 2007 e il 2008, ha unito rhythm game, strategia e narrazione mitica in un mix unico. Il protagonista (“Mighty Patapon”) guida un esercito di piccoli guerrieri occhio-unico su quattro tamburi: Pata, Pon, Don e Chaka, che impartiscono comandi come avanzare, attaccare, difendere, ritirarsi o evocare miracoli. Il gameplay semplice da apprendere, ma difficile da padroneggiare, ha fatto breccia nella critica e nel pubblico, conquistando targhe come la BAFTA nomination e il titolo di Miglior Gioco PSP da IGN, nei tempi andati. La versione 1+2 Replay unisce i primi due capitoli rimasterizzati con tante migliorie: grafica HD, framerate fisso a 60 fps, tre livelli di difficoltà, rewind (per correggere un ritmo sbagliato) e guide opzionali sullo schermo. La campagna comprende 33 missioni nel primo e 37 nel secondo, per un totale di 40+ ore di gioco complessive, per un’offerta senza dubbio anche quantitativa. Oltre che qualitativa.