Monster Hunter Rise: Sunbreak: la recensione

La caccia è riaperta e questa volta le minacce sono ancora più insidiose: siete pronti a imbracciare le vostre armi, cacciatori?

Capcom, Nintendo e Monster Hunter: un trittico che ormai sin dai tempi del Wii è sinonimo di grande progettualità terze parti sui diversi hardware della casa di Kyoto, spostando spesso gli equilibri di mercato per quanto concerne il territorio giapponese, ma segnando anche una notevole espansione del titolo action presso gli appassionati della grande N nei lidi occidentali. Una collaborazione fortemente voluta dai vertici di Capcom di fronte all’enorme successo sia di Wii prima che di 3DS poi (soprattutto nel paese del Sol Levante), ma anche dal compianto Iwata, che proprio in questa saga aveva identificato la chiave giusta per scardinare le ultime resistenze di pubblico e critica verso il nuovo approccio tecnologico fortemente impresso proprio dalla sua guida ormai tre lustri addietro. Una partnership che, dopo l’annuncio e il successo di Monster Hunter World era stata messa in discussione da molti, salvo poi tornare prepotentemente con l’ambizioso progetto Rise, premiato da tutti in seguito al suo rilascio. Ottime valutazioni dalla stampa specializzata, ma anche enormi vendite sui mercati di tutto il mondo, tanto da diventare con la versione Switch il gioco “singolo” più venduto nella storia della casa di sviluppo di Street Fighter. Un progetto che, dopo aver deliziato milioni di appassionati anche su PC, torna ora con un nuovo carico di contenuti, grazie all’espansione denominata Sunbreak. Per cui imbracciate le vostre armi preferite e preparatevi: si torna a cacciare, da soli o in compagnia!

Dal punto di vista narrativo, Sunbreak si comporta come molte delle classiche versioni “G” del franchise, introducendo un nuovo arco narrativo fortemente innestato su quello del gioco base, introducendo nuove minacce di livello più altro e, pertanto, un livello di sfida maggiore. Le vicende, in particolare, ci guideranno verso l’avamposto di Elgado, già intravisto in alcuni dialoghi di Rise, dove (in maniera piuttosto classica e prevedibile) una misteriosa calamità sta sconvolgendo l’area in questione. Trattasi in particolare delle scorribande di un drago antico, ma i dettagli saranno tutti da scoprire progredendo lungo il canovaccio studiato dagli sviluppatori. Un canovaccio come sempre in Monster Hunter piuttosto scarno, essendo il racconto prevalentemente un pretesto per poter scendere in campo e sfogarsi in combattimenti mozzafiato (a meno che non si stia parlando della sotto-saga Stories, ovviamente!), ma che rispetto al gioco di base presenta evidentemente alcune migliorie. Lo si era in qualche modo già intuito da tutti i trailer rilasciati nei mesi antecedenti l’uscita di Sunbreak, ma le scene animate, gli intermezzi dialogati e, più in generale, l’impostazione narrativa sono più presenti all’interno dell’avventura, pronte a inframmezzare in maniera più frequente e maggiormente coinvolgente le varie sfide che vi attendono, nonché particolarmente curate anche a livello di regia. Non è un’esagerazione pensare di essere davanti al pacchetto diegetico meglio confezionato da Capcom, all’interno di questa già meravigliosa saga action.

Dal punto di vista strutturale, per poter accedere ai nuovi contenuti dovrete aver completato la Missione base di caccia di livello 7 stelle (denominata Dea del Tuono, in italiano), in modo da attivare il nuovo arco del racconto. Una scelta comprensibile, trattandosi a tutti gli effetti di una espansione dedicata a chi abbia già spolpato i contenuti della versione base del gioco, con un livello di sfida più elevato del normale e, pertanto, riservata se non agli esperti, senza dubbio ai cacciatori più avvezzi e già impratichiti. Una scelta che in qualche modo ci risulta però ancora un po’ troppo ancorata al passato, mentre forse sarebbe stato il caso di poter pensare un pacchetto di contenuti fruibile anche in maniera più immediata ed accessibile, quantomeno per espandere ulteriormente il bacino di utenza di un franchise che, senza dubbio, poggia le fondamenta del suo successo anche sull’interazione con un’ampia base di appassionati. Vero è, d’altra parte, che proprio la “fanbase” più datata apprezza da sempre quel senso di sfida e, in qualche modo, esclusività proprio delle missioni di livello “G”, per cui in fondo non ci sentiamo di biasimare Capcom più di tanto, per aver optato per una soluzione piuttosto classica, nella gestione dell’espansione. Non temete, comunque: anche chi non si sentisse ancora pronto ad affrontare i mostri più ardui, proprio nella community online troverà un grande aiuto, essendo il gioco ancora molto attivo, per quanto concerne le sfide multiplayer online (tanto più in questi giorni, proprio grazie al lancio di Sunbreak).

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