Samurai Warriors 5: la recensione

I 5 samurai, pugni d'acciaio! Ma in salsa Koei-Tecmo, per trucidare centinaia di nemici alla volta!

L’aspetto che però balza maggiormente all’occhio in questa operazione di rilancio della pluriennale saga dì Koei-Tecmo è senza dubbio quello dello stile scelto per mettere in scena le tradizionali battaglie del Giappone feudale, da sempre al centro della saga Warriors in salsa samurai. Complice l’abbraccio totale al pubblico di Switch, il team di sviluppo ha provato a strizzare l’occhio alla storica direzione artistica delle opere pittoriche del Sol Levante, cambiando completamente sia il character design, che la resa complessiva a schermo. Abbandonando il fotorealismo, il titolo si presenta con una paletta cromatica molto più variopinta, linee cinetiche evidenziate a schermo come pennellate di inchiostro su tela, e un toon shading molto ispirato ed evidente sia per i personaggi che per diversi elementi contestuali. Il risultato è un mondo assai più vibrante che in passato, molto più carico di personalità e capace di trasmettere un senso autoriale mai assaporato prima nei capitolo di questa saga o delle altre “cugine”, come Dinasty o Orochi. Discostandosi dalla tradizione, Samurai Warriors 5 trova innegabilmente una propria identità più definita, grazie a una direzione artistica coraggiosa, ma senza dubbio non soltanto fresca, ma davvero riuscita.

Samurai Warriors 5 | GameStopZing Italia

Il comparto tecnico programmato da Omega Force riesce per altro a supportare in maniera degna tutto l’ottimo lavoro messo in campo per ottenere l’impatto scenico sopra descritto. Da sempre la saga, capace per natura e ambizione di mettere a schermo un numero altissimo di elementi interattivi (da cui il claim promozionale di “1 vs 1000”) ha sofferto di poca pulizia di immagine e/o cali di fluidità, fintanto che (proprio con l’opera esclusiva Fire Emblem Warriors, nata dalla collaborazione tra Koei-Tecmo e Nintendo agli albori di Switch) non è stata resa disponibile persino la possibilità di scegliere tra modalità Performance o Quality. In questo caso, il gruppo è stato in grado di trovare un buon compromesso di base tra i 30fps e la nitidezza dell’immagine, due elementi altrettanto importanti per riuscire a preservare nelle fasi di gioco quella visione artistica che ha guidato Omega Force nella realizzazione di questa nuova interpretazione visiva della classica epopea made in Musou. Un versante tecnico discreto, quindi, rispetto alle capacità grafiche di Switch, non sempre a suo agio con questo approccio ludico, come abbiamo potuto osservare anche in Age of Calamity. Un plauso, quindi, agli sviluppatori che sono riusciti nel delicato compito loro affidato dalla casa madre.

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La recensione

7.5 Il voto

Se la formula resta sostanzialmente invariata, seppur arricchita da qualche trovata ulteriormente divertente nella gestione di super mosse di distruzione di massa, in questo nuovo capitolo dell'action giapponese non si può non premiare la voglia di cambiare stile, sia estetico che narrativo.

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