LEGO Bricktales: la recensione

Risolviamo questi rompicapo, un mattoncino alla volta!

Se all’interno di ogni ambientazione sarà possibile esplorare le aree per scovare i tesori nascosti, piuttosto che interagire con alcuni elementi ambientali tramite piccole azioni più dirette e in tempo reale, la stragrande maggioranza del tempo verrà però trascorsa sul piano di lavoro. Questa particolare schermata si aprirà ogni qual volta incontrerete le icone di “costruzione” sparse per i diversi scenari (ogni diorama ne presenta sempre una certa pluralità): a questo punto, la visualizzazione diverrà come quella sottostante, come a simulare un piano di appoggio per i mattoncini, sul quale dovrete andare a costruire ogni volta oggetti differenti, con i pezzi messi a vostra disposizione dall’AI. L’immagine è proprio quella di una sorta di simulazione di “building set“, con il piano a perni a fare da appoggio e un insieme di pezzi disposti su di esso, per poter procedere con la nostra opera, per un insieme che richiama da vicino quello visto e rivisto sulle pagine delle istruzioni dei giocattoli LEGO, per guidarci alla costruzione dei diversi set acquistati, per noi o per i nostri figli. La differenza sostanziale risiede nel fatto che spesso (quantomeno nelle fasi iniziali) vi troverete a dover completare un set parzialmente già costruito, restando all’interno di un’area di progettazione, delimitata da linee bianche tratteggiate all’esterno delle quali non sarà possibile fissare tra loro gli elementi costituitivi della costruzione. All’interno di questo volume, invece, dovrete trascinare il singolo pezzo di LEGO selezionato, ruotarlo, alzarlo, muoverlo e infine posizionarlo, affinché resti agganciato o a un altro mattoncino, o alla base di lavoro; in ogni momento potrete anche attivare una simulazione del passaggio del vostro amico robottino, per verificare di aver realizzato una struttura solida e adeguata a consentire l’utilizzo per cui l’oggetto da costruire. La sensazione sarà esattamente quella di avere a che fare con un nuovo pacchetto giocattolo tutto da scoprire, scatenando sia la nostra fantasia (perché non esiste un solo modo corretto per assemblare i vari pezzi della costruzione) che il nostro ingegno (stando sempre attenti alla stabilità di colonne e sostegni, per realizzare un’opera che sia funzionale, oltre che esteticamente appagante).

Tutto molto bello, ma purtroppo dobbiamo riscontrare alcuni difetti piuttosto importanti, poiché legati proprio alle funzione centrali di questa opera e a elementi costituenti della sua stessa natura: se le performance della versione Switch non soddisfano appieno (tra caricamenti piuttosto snervanti e una certa mancanza di fluidità nella gestione della telecamera), ma allo stesso tempo sono già state parzialmente migliorate da una patch rilasciata subito al lancio (con un ulteriore pacchetto di aggiornamenti migliorativi di questa specifica versione già in fase di elaborazione presso il team di sviluppo); dall’altro lato l’interfaccia di gestione dei pezzi e della loro assemblabilità risulta piuttosto macchinosa. Riuscire a gestire un corretto punto di vista sul nostro lavoro in ambiente tridimensionale non sarà facile, vuoi per una scattosità di fondo della camera, vuoi per alcuni suoi limiti di spostamento all’interno dell’area di gioco; i vari mattoncini tendono poi spesso a sfuggire fuori posizione, spostandosi in modo inaspettato e inspiegabile di diverse file di agganci, anche a fronte della semplice e delicata pressione della levetta per metterli in posizione precisa; la manovrabilità dei vari assi poi (tra orizzontale e verticale, tra profondità e spessore) a tratti sfocia nella frustrazione, per la difficoltà di gestire tutto tramite il cursore a schermo attraverso le levette analogiche. Purtroppo, i medesimi problemi si riscontrano poi anche nella modalità portatile, dove è possibile sfruttare il touch screen per questo tipo di operazioni, ma se da una parte è nettamente migliorata l’esperienza di selezione dei vari pezzi, dall’altro è forse persino più difficile azzeccarne il posizionamento in fase di aggancio con il resto del corpo costruito. Un vero peccato: immaginiamo che il tutto funzioni al meglio in ambite PC, tramite mouse e tastiera, ma l’esperienza di controlli sulla console ibrida di Nintendo lascia un po’ interdetti.

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La recensione

7 Il voto

Il videogioco più LEGO di sempre arriva finalmente tra le nostre mani, libero dai vincoli contrattuali che per più di un decennio hanno ingabbiato la creatività di intrattenimento digitale a licenza mattoncini. Alcune difficoltà di performance nella versione Switch parzialmente migliorate dalla prima patch e una generale macchinosità dell'interfaccia proprio nelle fasi di costruzione gli tarpano un po' le ali, senza impedirgli di trasmettere almeno in parte il suo potenziale.

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