Persona 5 Royal: la recensione

Il capolavoro Atlus arriva finalmente anche su Switch: sarà ancora in grado di affascinare e stupire?

Atlus è da sempre sinonimo di giochi di ruolo di stampo giapponese, nei cuori degli appassionati da tempo immemore grazie sia alla giocabilità che alle atmosfere esoteriche della saga Shin Megami Tensei. Paradosso particolare, però, deriva dal vero successo commerciale per la casa in questione, trovato soltanto con lo sviluppo indipendente di una costola della serie primaria: un così detto spin off, caratterizzato dal mantenimento di alcune delle caratteristiche proprie della tradizione Atlus, dall’alleggerimento di alcune di queste e dall’introduzione di altre significative novità. Una popolarità che a dirla tutta non è però stata immediata per la serie di Persona, ma che grazie al continuo e progressivo miglioramento della qualità complessiva delle produzioni di episodio in episodio ha saputo conquistarsi una fetta sempre più ampia di ammiratori e, conseguentemente, di mercato. Un processo lento ma progressivo che ha visto il diffondersi di una certa aura di mistica adorazione attorno al quarto capitolo nella sua versione portatile nel 2012 (per tantissimo tempo appannaggio esclusivo di PS Vita, un hardware di scarsissimo appeal commerciale ma, forse anche proprio per questo, adorato da appassionati e amanti di alcuni particolari generi o brand, dalle visual novel arrivando appunto a Persona), fintanto che esso non è riuscito ad approdare anche sui lidi casalinghi, più diffusi ed apprezzati anche dal grande pubblico, del panorama PC quasi una decade dopo, nel 2020. Questa lenta ma inesorabile onda di passaparola quasi sotterraneo, capace però col tempo di diffondere in maniera capillare la febbrile attesa per un nuovo e inedito capitolo della serie tanto amata dagli “otaku” di tutto il mondo, ha accompagnato in fase di sviluppo, lancio e distribuzione la nuova opera Atlus che va sotto il nome di Persona 5, anch’esso esclusiva PlayStation (questa volta per PlayStation 3 e PlayStation 4), capace di superare ogni traguardo commerciale precedentemente settato dai titoli della casa di sviluppo, registrando record su record, anche grazie alla riedizione (rifinita e arricchita sotto svariati punti di vista) conosciuta come Persona 5 Royal, a quasi tre anni dall’uscita originale.

Proprio attorno alla versione aggiornata del gioco sono ruotate tante riflessioni, polemiche e lamentele da parte dell’utenza non avvezza (soltanto o principalmente) alle console a marchio Sony: se infatti il progetto originario era stato sviluppato con in mente la console leader del mercato, capace di vendite record per diversi anni e naturale evoluzione di quel bacino di utenza che persino sulla bistrattata ultima console portatile marchiata PlayStation aveva saputo dar lustro e prestigio al brand di casa Atlus, considerando anche l’approccio multi-generazionale capace di abbracciare tanto il 3° hardware casalingo quanto (soprattutto) il 4° di casa Sony, e gli investimenti lato marketing e distribuzione da parte dalla grande casa giapponese, tutto era sembrato logico e persino ideale. Più perplessità aveva invece destato proprio la versione Royal: versione espansa dell’avventura originale, in arrivo quasi 3 anni dopo la prima uscita, a cavallo tra un 2019 e un 2020 che ormai vedevano in Nintendo Switch l’assoluto dominatore del mercato, tanto in occidente quanto (soprattutto) in Giappone, con una natura ibrida in grado di ampliare a dismisura le possibilità di giocabilità e fruizione di un titolo senza dubbio ricco e longevo (capace di richiedere anche 80 ore per essere completato), e una potenza di calcolo più che sufficiente a garantire ottime prestazioni per un gioco che, originariamente, era stato addirittura concepito per PlayStation 3, finì per confermarsi invece ancora una volta un’esclusiva appannaggio delle console a marchio Sony. Decisioni senza dubbio commerciali, rese però difficilmente comprensibili dall’enorme successo non soltanto dell’hardware di Switch, ma anche e soprattutto dai continui record di vendite software, soprattutto di produzioni di stampo orientale, in ambito JRPG, per altro anche in Atlus stessa: nel mentre, infatti, Shin Megami Tensei V superava agilmente il milione di copie vendute, nonostante le atmosfere più dark e meno modaiole, diventando il titolo più venduto dell’esoterica saga originaria degli stessi sviluppatori di Persona. Nessun torto, per carità, anche in considerazione dei risultati storici raggiunti dal connubio tra PlayStation e Persona, con il successo senza precedenti del quinto episodio, ma forse un’occasione persa per allargare ulteriormente il bacino di utenza di un’opera che di diritto si sta ritagliando il posto tra le maggiori produzioni nate nel Sol Levante nel corso dell’ultima decade. Un presunto torto, quindi, a cui Atlus cerca oggi (con colpevole ritardo, va detto) di rimediare, confermando l’arrivo di Persona 5 Royal (anche) su Nintendo Switch. Sarà troppo tardi, per riuscire a scaldare i cuori degli appassionati? Solo il tempo potrà dircelo, ma intanto vi anticipiamo che, quantomeno, non è troppo tardi per provare uno dei giochi di ruolo giapponesi più freschi, distintivi, originali e ben confezionati degli ultimi tempi.

Per chi ancora non conoscesse l’esperienza proposta da Persona 5 Royal (davvero esiste qualcuno così fuori dal loop di marketing, passaparola e successo dell’opera Atlus più famosa, nonostante i milioni di pezzi venduti e i diversi anni trascorsi dal suo arrivo sul mercato!?), il titolo vi metterà nei panni di un giovane ragazzo giapponese che, in un’infausta serata qualunque, rientrando a casa deciderà di correre in soccorso di una giovane donna alle prese con un malintenzionato. Il malavitoso riuscirà in qualche modo a rigirare la frittata e accusare proprio voi di aggressione, finendo per macchiare la vostra fedina penale con il risultato di essere espulso da scuola. Inserito in una sorta di programma di recupero, l’avatar si trasferirà a Tokyo, dormendo nella mansarda di un locale di proprietà di un amico di famiglia, che per un anno svolgerà il ruolo di vostro tutore: iscritto a un nuovo istituto, inizierà così la vostra nuova vita, inserito nel contesto sociale di una megalopoli piuttosto bizzarra, così come bizzarra diverrà presto la vostra stessa vita. In città, infatti, qualcosa di strano si sta infiltrando in maniera infida nel substrato sociale: una sorta di follia, capace di causare diversi incidenti inaspettati e imprevedibili, legati soprattutto ai trasporti come metropolitane, treni, automobili… facendo serpeggiare tra le voci dei più sensibili e impressionabili cittadini l’impressione che qualcosa di maligno si aggiri in una Tokyo tanto moderna quanto, apparentemente, assoggettata alle più scaramantiche dicerie. Ma lo stesso si può dire di voi: strani sogni e incubi, legati a doppio filo con misteriose app che vivono di vita propria sul vostro telefonino, vi condurranno pian piano in un mondo a metà tra quello della vita e della morte, tra quello del sogno e della veglia, alla scoperta di una maledizione antica pronta a scagliare la rovina sul mondo moderno, a meno che qualcuno (prescelto per questo ruolo) non intervenga a ribaltare le sorti di una partita dove le probabilità di vittoria sembrano quasi inesistenti, per un giovane ragazzo qualunque. Ma…sorpresa! Tanto banale il nostro eroe in fondo non è: tra fantasmatiche Persone (poteri tanto bizzarri quanto gli stand di JoJo) e alleati reali (i vari personaggi compagni di scuola che potranno unirsi al vostro party) la sfida sotto sotto non è poi così impari come potrebbe inizialmente sembrare.

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