Sonic Frontiers: la recensione

Gotta go fast!

La caratteristica principale del gioco, però, risiede nell’alternanza di questo ampio livello suddiviso in macro aree, caratterizzato da esplorazione libera, raccolta di elementi collezionabili, combattimenti corpo a corpo, con quadri invece dalla concezione ludica, strutturale, grafica e interattiva più tradizionali, per quanto riguarda la storia del porcospino blu più veloce di sempre. Tra le varie tipologie di oggetti da raccogliere, infatti, ci sono anche specifiche chiavi che serviranno per attivare dei particolari pilastri, dotati del potere di trasportare Sonic nel mondo del Cyber Spazio (dove sono rimasti intrappolati i suoi amici, privi delle sue particolari capacità e, pertanto, impossibilitati a fuggire con le loro sole forze da questa misteriosa distorsione spazio-temporale che li ha ingabbiati all’inizio dell’avventura), dove il nostro eroe dovrà raggiungere il traguardo, completando il maggior numero di requisiti per ogni sfida, al fine di potenziarsi e poter così progredire lungo l’ossatura principale del canovaccio (che lo vedrà focalizzato sul recupero dei famosi Chaos Emeralds, necessari per indebolire la barriera che separa i due mondi). Una volta giunto in questa sorta di realtà parallela, l’avatar verrà inquadrato prevalentemente alle spalle, iniziando la sua folle corsa su percorsi prestabiliti e a binario, per quanto multiplo (dotato cioè di bivi e strade alternative lungo le quali muoversi liberamente a seconda delle scelte del giocatore), mettendo alla prova i riflessi del fruitore tra rotaie da grindare, respingenti su cui saltare, salti da effettuare, punte acuminate e muri da evitare, anelli da raccogliere, turbo da sfruttare e nemici da abbattere: tutto sempre al massimo della velocità possibile (sia per ricavarne i momenti di adrenalinico divertimento più riusciti dell’intera produzione, che per ottenere i tempi di percorrenza migliori, migliorando così il grado di votazione ottenibile alla fine di ogni corsa). Questi livelli sono infatti vere e proprie gare di velocità e tempi di reazione, come da classica tradizione in casa SEGA per l’amato Sonic, interpretati in chiave poligonale. Pregi e difetti sono simili a quanto già visto in passato, con un level design piuttosto riuscito in quasi tutti i quadri, compresi quelli più vicini a Sonic Colors, con visuale laterale, ma anche svariati momenti di frustrazione legati a un ritmo troppo spezzettato, a ogni più piccola collisione.

Sul versante tecnico, è da un lato evidente lo sforzo del team per proporre un titolo ambizioso e di ampio respiro, ma dall’altro la difficoltà nel mantenere tutti i suoi aspetti su un livello altrettanto qualitativo. Gli ambienti, per quanto non completamente collegati e pienamente esplorabili, risultano senza dubbio ampi e a tratti affascinanti, con un senso di libertà forse mai visto prima per il brand in questione; il comparto texture alterna alcune superfici un po’ spalmate ad altri effetti invece molto piacevoli, aiutati anche da illuminazione e rifrazione spesso ben realizzate; gli effetti di distorsione dell’immagine, tra scie, blur, bloom e spettacolarizzazione di azioni e reazioni tra Sonic e il mondo circostante trasmettono appieno quel senso di luna park che da sempre caratterizza il franchise; le animazioni del protagonista sono convincenti, anche a fronte di un notevole ampliamento del suo parco mosse. Molto meno riusciti i movimenti di camera, a tratti fastidioso per quanto frenetici, in netta difficoltà nel seguire con chiarezza i repentini cambi di direzione del nostro avatar; altrettanto altalenante il frame rate, con una resa fluida solo a tratti e, anzi, troppo spesso scattosa tanto da generare persino confusione nel fruitore; le compenetrazioni e le collisioni, poi, ancora una volta risultano non perfettamente studiate e programmate, ottenendo a volte effetti anche comici. La difficoltà nella gestione di camera e punto di inquadratura, unita alla zoppicante resa della fluidità di visione sono elementi che in ambiente libero cozzano con la schizofrenia dei movimenti automatici di Sonic, continuamente sollecitato da numerosi elementi interattivi ambientali, tanto quanto con la ricerca di velocità definitiva dei percorsi più guidati. La sensazione è quella di non avere mai un controllo preciso e definitivo del proprio personaggio, ottenendo un feedback confusionario e a tratti destabilizzante della lettura del mondo di gioco. Un peccato, forse dovuto allo sviluppo multipiattaforma, forse alla natura stessa del progetto che non sempre riesce a mettere insieme la propria ambizione, con l’enormità dello sforzo necessario per controllare tale afflato nei limiti e nei vincoli di una programmazione a servizio dell’utente. Questa dicotomia non si verifica invece sul versante audio, tanto grazie a una colonna sonora molto azzeccata per le atmosfere punk-rock del prodotto, quanto grazie a un ottimo doppiaggio in italiano (a sorreggere per altro una delle narrazioni più intriganti di Sonic di sempre).

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La recensione

7 Il voto

Sonic ritorna, con un'ambizione forse mai vista prima, nel cercare di mettere assieme elementi platform con componenti open world, risultando un discreto mix di combattimenti, esplorazione e, ovviamente, tanta corsa. Alcune indecisioni affliggono l'esperienza di gioco, tanto sul versante tecnico quanto su quello strutturale, ma il porcospino blu, coi suoi pregi e i suoi difetti, ci era mancato e, giocando a Frontiers, ve ne renderete conto anche voi.

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