Sail Forth: la recensione

No Man's...sea? Quando l'estetica di Wind Waker incontra un mondo procedurale, l'avventura ha inizio...

Cosa strana, il caso: senza dubbio ci saranno dei motivi soggiacenti, che muovono le fila della produzione videoludica sottotraccia, facendo nascere i semi di un’idea o di una tendenza mesi o anni addietro, per poi farne confluire i frutti più avanti nel tempo, quando ormai si sono persino dimenticati a livello cosciente i motivi che avevano messo in moto gli ingranaggi della creatività che hanno portato a determinati risultati. Trend, punti di svolta, elementi di intrattenimento, innovazioni tematiche o tecnologie, raggruppamenti di stilemi interattivi o di direzioni artistiche che si concentrano attorno ad alcuni particolari crismi, capaci di accomunare produzioni di origine diversa, proveniente da ambienti differenti ma capaci di confluire verso elementi condivisi poi agli occhi del consumatore. Ed è quindi forse la somma di diversi elementi imperscrutabili che per comodità definiamo fato che nel giro di pochissime settimane arrivano sull’eShop di Nintendo Switch tre giochi appartenenti a generi diversi, ma che presentano chiaramente punti di ispirazione in comune: mondi quasi interamente ricoperti dalle acque di oceani infiniti, da esplorare con la forza magica di entità elementali in Wavetales, da solcare sfrecciando su astronavi futuristiche in Swordship e, in ultima analisi, semplicemente da scoprire a bordo del nostro vascello, nel qui presente Sail Forth. Il tutto sempre con una nota di toon shading ad abbellire e aggraziare la scena d’insieme, con un colpo d’occhio pittorico che, inevitabilmente, rimanda ai fasti estetici di The Legend of Zelda: The Wind Waker. Pronti a salpare, quindi, in nostra compagnia per quella che sarà una delle ultime recensioni del nostro splendido 2022? Ritirare l’ancora, allora: Sail Forth è disponibile sullo store digitale e Switchitalia lo ha provato per voi!

Alla deriva in un apparentemente infinito mare, a bordo di una piccola imbarcazione, il vostro avatar si sveglierà dopo una tempesta che vi ha sorpresi al largo, in mezzo alle acque. Guidati dalle profetiche parole della Stella Polare, il vostro destino sarà in ogni caso quello di continuare a navigare, sempre e comunque, alla ricerca non tanto di una terra emersa, né di un obiettivo concreto, quanto di un fato più indefinito e astratto. Soprattutto prendendo in considerazione la struttura molto aperta del gioco, non soltanto in termini di mondo da esplorare, quanto anche o soprattutto in termini di interazione con esso, nell’ottica del raggiungimento di micro obiettivi non lineari, piuttosto che di un unico, grande finale da perseguire lungo un filone espositivo centrale. Inizialmente vi sentirete quasi spaesati, dalla apparente totale assenza di una struttura, in realtà presente ma soggiacente alle dinamiche tanto ludiche quanto narrative del prodotto, ma piano piano il gioco saprà svelarsi ai vostri occhi, svelandosi progressivamente per rivelare cosa sotto il filo dell’acqua, in fondo a questo grande e sconfinato oceano. In sostanza: prima riuscirete ad abbandonarvi alla corrente, prima vi troverete a vostro agio nelle placide acque…ehm, dinamiche di Sail Forth.

Per comprenderne la natura, dovete pensare a questa produzione indipendente come a una sorta di incrocio tra l’estetica e l’ambientazione di The Legend of Zelda: The Wind Waker e le dinamiche di esplorazione procedurale di No Man’s Sky: il gioco infatti vi metterà davanti a un vasto oceano tutto da esplorare quasi liberamente, a bordo della vostra imbarcazione. Su di essa vi sarà possibile imbattervi sia in piccoli atolli e parti di terra emersa, dove poter interagire con diversi NPC o raccogliere e/o consegnare materiali di varia natura; con elementi di interazione in mare aperto, per pescare o raccogliere tesori sommersi; con altre imbarcazioni, alcune delle quali amichevoli, mentre altre lo saranno molto meno…nel gioco, infatti, sono inseriti anche elementi di combattimento, a bordo dei vascelli, con tanto di cannoni, tramite i quali gli sviluppatori cercano sia di variare il ritmo di gioco che di far progredire l’incedere del canovaccio. Nella produzione qui presa in esame, infatti, sarà possibile muoversi lungo un filone narrativo primario, risolvendo specifiche missioni e affrontando avversari predeterminati per riuscire in qualche modo a risolvere il grande mistero dietro la fantomatica minaccia che pesa sul destino di questo universo finzionale, ma la verità è che, al di là delle primissime battute introduttive tanto delle dinamiche ludiche quanto della cornice di eventi che circondano il contesto del mondo, la maggior parte di voi si lascerà semplicemente cullare dalle onde. Cosa significa? Beh, in pratica significa che, non sospinti da incombenze pressanti in ambito di risoluzione dell’intreccio diegetico, verrete semplicemente invitati a curiosare in giro, esplorando liberamente e seguendo il ritmo delle correnti, attirati ora da un luccichio sulla cresta dell’acqua, ora dal volo di un uccello, ora dalla presenza minacciosa di una nave pirata, seguendo il vostro istinto e soprattutto il vostro desiderio di libertà.

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